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figurazione definitiva della «Risurrezione» in molti punti non rispetta il disegno<br />
iniziale.<br />
L'opera, comunque, si presentava in uno stato preoccupante: il supporto<br />
murario era decoesionato ed in parte mancante specie dove il dilavamento era<br />
stato maggiore, la pellicola cromatica (si tratta di una robusta tempera) era lacunosa<br />
con alterazioni ed abrasioni, le parti in oro dei quattro cartigli del cornicione<br />
presentavano fitte e vaste cadute, sollevamenti ed arricciature.<br />
Ancora a Cremona il Monti esegue «Elia e l'Angelo» e «Ruth e Noemi»<br />
per la chiesa di San Francesco, nel 1743 è a Brescia dove dipinge con lo Zanardi<br />
la libreria del convento di San Giuseppe, nel 1743 lavora ad Ostiano (affreschi<br />
andati distrutti), nel 1744-45 nella parrocchiale di Coccaglio e quindi<br />
in quella di Peschiera Maraglio e di Sale Marasino, di Gardone, di Lavenone, di<br />
Villa Val Trompia ed in Santa Maria Maggiore di Chiari, in Sant'Alessandro<br />
della Croce a Bergamo (1746), ad Alzano Lombardo (1749-50),. a Zone (1750).<br />
I suoi ultimi lavori sono a Villa Carcina nel 1754, a Capo di Ponte nel 1756,<br />
quindi il Monti ritorna a Brescia dove farà in tempo a dipingere la Cappella<br />
Fenaroli nella chiesa del Carmine (1763) ed a lavorare nella chiesa del Patrocinio<br />
prima di morire, nel 1768.<br />
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RUGGERO BOSCHI<br />
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