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N. 2 giugno 2009 LETTERA DAL DIRETTORE<br />
10<br />
gente che si sveglia di notte gridando e<br />
con il cuore al galoppo. e poi una vecchietta<br />
che vomita ed ha la pressione<br />
alta, una donna rumena con il mal di<br />
pancia, una bambina che aspetta una<br />
iniezione di antibiotico.<br />
è notte.<br />
IV<br />
La lontananza dall’epicentro è soprattutto<br />
motivo di riflessione. Essere lì è<br />
come non pensare ed invece fare, fare,<br />
fare...<br />
Fare dimenticando tutto.<br />
Nei tre giorni di distanza da L’Aquila,<br />
qui a Pescara dove il terremoto arriva<br />
ormai senza magnitudo, ho avuto modo<br />
di ragionare la mia prossima partenza.<br />
Molto schematicamente.<br />
Quello che non ho apprezzato del mio<br />
intervento nel PMA aquilano è l’eccessiva<br />
visibilità.<br />
Intervenire invisibilmente è ciò che definirei<br />
“aiuto senza distrazione”.<br />
La visibilità confina con la vanità. La sua<br />
ricerca, nonostante la buona fede, è<br />
esercizio che supera il nursing.<br />
Molto schematicamente.<br />
Visibilità, distrazione, vanità, narcisismo:<br />
extranursing.<br />
Rendersi disponibili, com-prendere gli<br />
altri ed i loro bisogni costituisce l’ambito<br />
del nursing. Dire di sé, autocelebrarsi<br />
anche se con misura, esporsi fino a<br />
guadagnare la scena televisiva, tutto ciò<br />
rappresenta l’elemento debordante<br />
l’intenzione d’aiuto.<br />
C’è insomma un’estetica dell’aiuto che<br />
non è solo compostezza ma è anche<br />
bellezza: dovrò tenere in considerazione<br />
l’elemento estetico attraverso pratiche<br />
di autodisciplina ovvero di sottrazione<br />
dalla vanità.<br />
Un cooperante è più vicino ad un samurai<br />
che ad un attore di reality. In quelle<br />
movenze esatte e nette, in quella rinuncia<br />
delle forme spettacolari, in quei<br />
prolungati silenzi, nella scelta di trasparire,<br />
in queste forme del corpo che sono<br />
l’essenza dell’arte dei samurai, è il paradigma<br />
dell’assistenza, la sua essenza.<br />
Il mio prossimo intervento nelle zone<br />
del terremoto sarà votato alla ricerca<br />
dell’invisibilità attraverso l’autodisciplina<br />
nella speranza che sottrarsi alle news,<br />
sia l’equivalente della concentrazione<br />
sui bisogni altrui.<br />
Molto schematicamente.<br />
Defilarsi, smettere di essere una notizia,<br />
praticare il silenzio stampa; insomma,<br />
trasparire è come farsi mero motore<br />
assistenziale. Nulla di più.<br />
L’ emergenza in senso stretto sembra<br />
concludersi ed il passaggio di fase può<br />
essere rappresentato dalla sostituzione<br />
di interventi di natura assistenziale ad<br />
interventi su traumatismi: le vittime sono<br />
finalmente sopra le macerie. Qui sopra,<br />
e non sotto, si interverrà a partire da<br />
domani.<br />
L’ organizzazione dei campi secondo<br />
accettabili standard igienico-sanitari, il<br />
riscaldamento delle tende,<br />
l’illuminazione, l’allestimento di docce<br />
con acqua calda, il lavoro sul tempo<br />
libero soprattutto con i bambini e gli<br />
anziani sono le nuove direzioni dell’aiuto<br />
e non c’è alcuna necessità di adoperare<br />
forme spettacolari o comunque incentrate<br />
sull’ego.<br />
Com-prendere l’altro d’altronde, contiene<br />
già in partenza un elemento inalienabile:<br />
chi aiuta un proprio simile, aiuta<br />
anche un po’ se stesso poiché riceve da<br />
quest’esercizio importanti quote di benessere<br />
e felicità; l’aiuto attiva sempre<br />
meccanismi gioiosi e di autoappagamento<br />
risultando così inutile esagerare nella<br />
promozione di sé.<br />
Molto schematicamente.<br />
Sarò a L’Aquila nei prossimi giorni rigettando<br />
ogni ipotesi di espansione egoica<br />
e costringendo il il mio intervento alla<br />
relazione d’aiuto.<br />
Di me non resterà traccia.<br />
V<br />
Sono al campo San Biagio di Tempera,<br />
un paesino vicino L’Aquila. Ci sono 127<br />
residenti per la maggior parte anziani.<br />
Nel campo lavorano insieme la Protezione<br />
Civile, la Misericordia di Montefalcione<br />
e la Brigata di Solidarietà Attiva di<br />
Rifondazione Comunista. Ci sono una<br />
cucina da campo, un magazzino scorte,<br />
una segreteria, un ambulatorio medico<br />
ed infermieristico, un team di psicologhe,<br />
un sacerdote. Solo ieri sono arrivati<br />
alcuni bagni chimici. E’ consentito il<br />
lavaggio delle mani in un lavandino<br />
comune; l’acqua è fredda e non potabile.<br />
L’acqua.<br />
Dobbiamo evitare che diventi un eventuale<br />
mezzo di contaminazione. Chiamo<br />
al telefono un farmacista del Ordine dei<br />
Farmacisti di Cuneo che è qui vicino con<br />
una farmacia mobile. Amuchina nella<br />
cisterna da 10.000 litri d’acqua, erogatori<br />
di ipoclorito di sodio nei bagni ed educazione<br />
dei residenti. Questa mattina<br />
comincio il lavoro di igienizzazione<br />
dell’acqua.<br />
Terminata l’emergenza, l’infermieristica<br />
di comunità mi sembra sia il modo giusto<br />
per essere qui.<br />
Ieri pomeriggio ho fatto un giro per le<br />
tende distribuendo salviette umide ed<br />
Amuchina:<br />
“Buongiorno. Sono Lorenzo, l’infermiere<br />
del campo. Vorrei parlarvi delle mani. E<br />
di quanto sia importante per noi tutti<br />
lavarle. Oggi e qui più di ieri ed a casa:<br />
lavarle bene e spesso”. I bambini mi<br />
fanno le smorfie e ridono.<br />
C’è interesse verso comunicazioni di<br />
questo tipo, c’è spirito di collaborazione<br />
da parte dei residenti ed anche<br />
l’intenzione ad autorganizzarsi, a non<br />
stare fermi, a prendere in mano la situazione:<br />
“Ho recuperato un aspirapolvere<br />
e pulirò la tenda come facevo con casa<br />
mia. Tutti i giorni”, mi dice una mamma<br />
con un bambino in braccio.<br />
Questo campo è una comune. O qualcosa<br />
di simile. Non c’è gerarchia ma ci<br />
sono ruoli, funzioni e nessuno ha la<br />
pretesa di comandare. Gli riderebbero<br />
in faccia se solo lo facesse. Tutti fanno<br />
qualcosa e questa opera è un lavoro<br />
libero dal salario ed assolutamente organizzato<br />
L’autonomia è la regola del campo. Mancando<br />
il comando ma anche la rappresentanza<br />
e la delega, la gente sembra<br />
realizzare quanto importante sia assumersi<br />
la responsabilità dell’ opera da<br />
svolgere.<br />
Tutti assumono comportamenti volti alla<br />
responsabilità e nell’aria si respira tutta<br />
questa necessità di fare da sé.<br />
…………..(omissis). Questo clima del<br />
campo così lontano dal dibattito pubblico<br />
sul terremoto è il motore dell’organizzazione.<br />
Dell’autorganizzazione!<br />
Tadeus è in Italia da 11 anni. Colpito<br />
dalla recente crisi perde il lavoro e si<br />
trasferisce a Tempera da Roma ed acquista<br />
una casa vecchia che il terremoto<br />
butta giù inesorabilmente a restauro<br />
appena concluso: “Se non l’avessi restaurata<br />
ci sarei morto dentro”, mi dice<br />
raccontandomi dei lavori svolti tenendo<br />
presente la possibilità del sisma.<br />
Tadeus è un elettricista ed arriva in ambulatorio<br />
per chiedere una Tachipirina.<br />
Ci sono fili elettrici a terra, non c’è<br />
ancora l’illuminazione ed il frigorifero<br />
con i farmaci non ha corrente elettrica:<br />
“Posso sistemare tutto subito, sono un<br />
elettricista”, dice Tadeus. Nel giro di due<br />
ore l’ambulatorio s’illumina e si riscalda<br />
con una riscaldatore elettrico.<br />
Tadeus, il polacco, finisce per diventare<br />
un punto di riferimento nel campo, è in<br />
giro con i suoi attrezzi e non smette di<br />
lavorare.<br />
Forse ho dimenticato di somministrargli<br />
la Tachipirina.<br />
Tadeus è l’esempio di come funziona