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N. 2 giugno 2009 LO SAPEVATE CHE<br />
40<br />
per aiutare medico e paziente a giungere<br />
a standard più desiderabili nella terapia<br />
del diabete. La comprensione delle barriere<br />
attualmente presenti rappresenta per il<br />
medico il primo passo per aiutare il paziente<br />
a superarle: è necessario sviluppare<br />
strategie per chiarire ed individualizzare<br />
le linee guida terapeutiche, implementare<br />
l’educazione continua, migliorare le capacità<br />
comunicative e motivare il paziente<br />
per ottenere i cambiamenti comportamentali<br />
desiderati. In questo senso, il personale<br />
infermieristico svolge un ruolo fondamentale<br />
nell’ottenimento di un’assistenza<br />
ottimale per il paziente.<br />
(J Nurs Healthcare Chronic Illness.<br />
2009; 1: 4-19)<br />
MONITORAGGIO GLICEMICO POSSIBI-<br />
LE PER 10 GIORNI<br />
L’uso per 10 giorni di un sistema di<br />
monitoraggio settimanale per la glicemia<br />
appare affidabile, sicuro e pratico. Rispetto<br />
ai sistemi di automonitoraggio domiciliare<br />
con stick, gli apparecchi di monitoraggio<br />
continuo mostrano una migliore performance<br />
alla decima giornata di uso. Rispetto<br />
ai valori riscontrati con l’automonitoraggio,<br />
la performance dei sensori risulta<br />
stabile lungo tutto il periodo di 10 giorni<br />
di utilizzo, e non è stato riscontrato finora<br />
alcun caso di infezione del sito di inserzione<br />
dell’apparecchio. Rimane a questo<br />
punto da valutare l’impatto dell’uso per<br />
10 giorni del sistema di monitoraggio<br />
settimanale sull’HbA1c e sull’ipoglicemia.<br />
(Diabetes Care 2009; 32: 436-8)<br />
ARTRITE REUMATOIDE E DIABETE<br />
TIPO 1<br />
I soggetti con diabete di tipo 1 presentano<br />
un aumento del rischio di una forma<br />
specifica di artrite reumatoide, quella anti-<br />
CCP positiva. Entrambe le malattie inoltre<br />
risultano associate all’allele 620W del gene<br />
PTPN22, il che suggerisce che questa variante<br />
genica possa rappresentare una base<br />
comune per la loro patogenesi. Si tratta<br />
della prima volta che diabete di tipo 1 ed<br />
artrite reumatoide vengono associati a<br />
livello della popolazione generale:<br />
l’identificazione di importanti mediatori<br />
patologici condivisi è un obiettivo importante<br />
sia per la prevenzione delle malattie<br />
che per lo sviluppo delle terapie.<br />
(Arthritis Rheum 2009; 60: 653-60)<br />
TIPO 2: RUOLO PREDITTIVO ANTAGO-<br />
NISTA RECETTORE IL-1<br />
Elevati livelli dell’antagonista del recettore<br />
dell’IL-1 (IL-1Ra), un inibitore naturale<br />
dell’IL-1 beta, precedono l’insorgenza del<br />
diabete di tipo 2. E’ stato dimostrato che<br />
questo antagonista recettoriale migliora<br />
la funzionalità delle cellule beta ed il<br />
controllo glicemico nei pazienti con diabete<br />
di tipo 2, ma la correlazione fra i suoi livelli<br />
base e l’insorgenza del diabete non era<br />
stata ancora esplorata. Quanto rilevato<br />
lascia pensare che il fisico tenti di contrastare<br />
i disturbi proinfiammatori prima della<br />
comparsa della malattia stimolando i marcatori<br />
antiinfiammatori, ma in alcuni casi<br />
fallisca. Rimane da accertare se un’ulteriore<br />
stimolazione di questa risposta antiinfiammatoria<br />
possa aiutare a prevenire o ritardare<br />
la comparsa del diabete di tipo 2.<br />
(Diabetes Care 2009; 32: 421-3)