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Vita associativa - OSDI

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LA PAROLA ALL’ESPERTO<br />

N. 2 giugno 2009<br />

26<br />

1 D. Goleman, Intelligenza<br />

Emotiva, Rizzoli,<br />

1996, pag. 44<br />

sostiene la riflessione anche in mezzo<br />

a emozioni turbolente.<br />

E’ la differenza che passa dall’essere<br />

travolti dalla rabbia verso qualcuno e il<br />

pensare:“Quello che sto provando adesso<br />

è collera”, anche nel momento stesso in<br />

cui ne siamo pervasi.<br />

In termini di meccanismi neurali questo<br />

spostamento dell’attività mentale segnala<br />

che i circuiti neocorticali stanno monitorando<br />

attivamente l’emozione, compiendo<br />

così un primo passo nell’acquisizione di<br />

un controllo su di essa.<br />

La nuova prospettiva teorica apre<br />

possibilità di allenamento e di crescita<br />

delle proprie competenze emotive e<br />

di equilibrio.<br />

Il nostro obiettivo deve essere quello<br />

di fare in modo che le emozioni<br />

siano appropriate, cioè proporzionate<br />

alle circostanze.<br />

Tante sono le situazioni in cui ci accade<br />

di valutare la nostra emozione e il conseguente<br />

comportamento come sproporzionato.<br />

Goleman racconta in questo senso<br />

molti casi. Ne riprendo uno che ho trovato<br />

semplice e significativo:<br />

Jessica, una bambina di sei anni, si accingeva per la prima volta a<br />

passare la notte fuori casa, da una compagna di giochi e non era<br />

ben chiaro se la cosa rendesse più agitata lei o sua madre…..la<br />

tensione della madre raggiunse l’apice verso la mezzanotte. Si stava<br />

preparando per andare a letto e sentì squillare il telefono. …la donna<br />

si precipitò al telefono con il cuore in gola mentre nella mente le<br />

balenavano le immagini della figlia Jessica in preda ad una terribile<br />

angoscia. Afferrò il ricevitore e gridò nell’apparecchio: Jessica!!, ma<br />

si sentì rispondere da una voce femminile: “Mi scusi devo aver<br />

sbagliato numero…” A quel punto la madre di Jessica recuperò il<br />

proprio sangue freddo e chiese in tono educato e misurato: “Che<br />

numero desiderava?” 1<br />

Che differenza c’è tra emozioni e sentimenti?<br />

Lo stimolo che genera emozione può<br />

essere un evento, una scena,<br />

un’espressione del volto o un particolare<br />

tono di voce, viene elaborato in prima<br />

istanza dai centri sottocorticali<br />

dell’encefalo e in particolare dall’amigdala<br />

che riceve l’informazione direttamente<br />

dai nuclei posteriori del talamo e provoca<br />

una prima reazione neuroendocrina con<br />

la funzione di mettere in allerta<br />

l’organismo. La funzione dell’amigdala è<br />

proprio quella di scatenare –senza molto<br />

discernimento, ma con eccezionale rapi-<br />

dità una reazione impulsiva al pericolo.<br />

In questa fase l’emozione determina<br />

quindi diverse modificazioni somatiche,<br />

come ad esempio la variazione delle pulsazioni<br />

cardiache, l’aumento o la diminuzione<br />

della sudorazione, l’accelerazione<br />

del ritmo respiratorio, l’aumento o il rilassamento<br />

della tensione muscolare.<br />

Lo stimolo viene contemporaneamente<br />

inviato dal talamo alle cortecce associative,<br />

dove viene elaborato in maniera più<br />

lenta, ma più raffinata. Nella neocorteccia<br />

una serie di circuiti registra e analizza<br />

l’informazione, la comprende e attraverso<br />

i lobi prefrontali organizza una reazione<br />

coordinata. A questo punto, secondo la

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