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Vita associativa - OSDI

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adulta di fumare più di 10 sigarette al<br />

giorno, ed anche l’eccesso di peso ha un<br />

profilo di rischio paragonabile a quello di<br />

un’abitudine al fumo meno intensiva.<br />

Benché il fumo sia già un problema importante<br />

nelle regioni in via di sviluppo,<br />

l’obesità sta divenendo tale in tutte le<br />

zone del mondo tranne le più povere:<br />

nonostante ciò, gli effetti combinati sulla<br />

mortalità associata a questi due fattori di<br />

rischio e la loro interazione nelle fasi tardive<br />

dell’adolescenza non sono noti. In base<br />

a quanto rilevato, a prescindere<br />

dall’abitudine al fumo, eccesso di peso<br />

ed obesità in queste fasi incrementano il<br />

rischio di mortalità in età adulta. Non sono<br />

state comunque osservate interazioni fra<br />

BMI ed abitudine al fumo. L’epidemia<br />

globale di obesità ed il fumo in età adolescenziale<br />

rimangono target importanti<br />

per iniziative mirate a livello di sanità<br />

pubblica.<br />

(BMJ online 2009, pubblicato il 25/2)<br />

DIABETE NEONATALE: IPERGLICEMIA<br />

PEGGIORA IL QUADRO<br />

In base a quanto osservato in un modello<br />

animale, l’iperglicemia contribuisce<br />

alla progressiva diminuzione della secrezione<br />

di insulina nel diabete neonatale.<br />

Questa forma di diabete interviene quando<br />

una mutazione nei canali K-ATP li rende<br />

insensibili all’ATP: è stata dunque dimostrata<br />

una forma secondaria precedentemente<br />

sconosciuta di progressione della<br />

malattia, la cui comparsa è probabile in<br />

assenza di uno stretto controllo. Ciò ha<br />

implicazioni dirette per la terapia di queste<br />

forme di diabete: si rende dunque necessario<br />

un controllo glicemico aggressivo,<br />

in quanto il diabete sistemico conduce<br />

alla perdita di cellule beta.<br />

(Cell Metabolism 2009; 9: 140-51)<br />

GRASSO ADDOMINALE IN<br />

GRAVIDANZA<br />

Le donne con un’anamnesi di preeclampsia<br />

o di parto di bambini piccoli<br />

per l’età gestazionale presentano un andamento<br />

di accumulo del grasso che è<br />

associato ad un aumento del rischio di<br />

malattie cardiovascolari. Questo rischio<br />

potrebbe essere parzialmente dovuto<br />

all’accumulo di grasso nella regione addominale<br />

al di sopra dell’anca, anche nelle<br />

donne con un BMI nei limiti normali. In<br />

presenza delle complicazioni di cui sopra,<br />

queste pazienti dovrebbero essere avvertite<br />

del proprio rischio di malattie cardiovascolari<br />

e diabete, ed essere sottoposte a<br />

controlli ad intervalli regolari (ad esempio<br />

di cinque anni) che includano valutazioni<br />

di pressione e glicemia. Attualmente si<br />

stanno studiando le eventuali alterazioni<br />

endocrine associate all’obesità addominale<br />

in queste donne, alterazioni che potrebbero<br />

essere alla base dell’associazione.<br />

(BJOG 2009; 116: 442-51)<br />

ICTUS: FATTORI COMPORTAMENTALI<br />

PREDICONO INCIDENZA<br />

La combinazione di quattro fattori<br />

comportamentali correlati alla salute è in<br />

grado di predire una differenza più che<br />

doppia nell’incidenza dell’ictus in ambo<br />

i sessi. Fattori relativi allo stile di vita come<br />

fumo, attività fisica e dieta influenzano il<br />

rischio di malattie cardiovascolari, compreso<br />

l’ictus: è stato confermato che la<br />

combinazione di fumo, attività fisica, assunzione<br />

di alcool e di frutta e verdura<br />

esercita un’influenza significativa sul rischio<br />

di ictus. Anche piccole differenze nello<br />

stile di vita possono dunque avere un<br />

impatto potenzialmente sostanziale su<br />

questo rischio. L’associazione fra il rischio<br />

di ictus e questi elementi risulta costante<br />

fra popolazioni diverse, e permane sia<br />

N. 2 giugno 2009 LO SAPEVATE CHE<br />

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