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Vita associativa - OSDI

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quella secondaria condotta sui soggetti a<br />

forte rischio e quella terziaria per le complicanze<br />

della malattia”. Quest’ultimo<br />

punto sta molto a cuore al sottosegretario.<br />

“Abbiamo una grande esperienza professionale<br />

negli ospedali - spiega - dobbiamo<br />

utilizzarla sempre di più sul territorio, con<br />

interventi di assistenza capillari. L’ospedale<br />

deve diventare un luogo dove il paziente<br />

si reca sempre meno, solo per gli esami<br />

davvero necessari. Per questo motivo dobbiamo<br />

potenziare sempre di più la<br />

territorialità”.<br />

In questo momento nel nostro Paese<br />

ci sono 650 centri di diabetologia, sia<br />

ospedali che territoriali, eppure i pazienti<br />

faticano a seguire le linee guida degli<br />

esperti. “Ci sono molti fumatori - aggiunge<br />

Fazio - tanti altri sono obesi. Dobbiamo<br />

quindi applicare al diabetico quelle tecniche<br />

assistenziali in grado di prevenirne le<br />

complicanze, migliorando l’adesione dei<br />

soggetti al percorso diagnosticoterapeutico.<br />

In questo senso - conclude -<br />

è importante l’esempio del progetto<br />

Igea”, condotto dal Centro nazionale di<br />

epidemiologia, sorveglianza e promozione<br />

della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore<br />

di sanità (Iss) su mandato del Centro nazionale<br />

per la prevenzione e il controllo<br />

delle malattie (Ccm).<br />

DoctorNews, 3 aprile 2009<br />

Anno 7, Numero 61<br />

ALZHEIMER: COLESTEROLO E DIABETE<br />

ACCELERANO DECLINO<br />

Nei pazienti con morbo di Alzheimer<br />

incidente, la concentrazione di colesterolo<br />

totale ed LDL prima della diagnosi ed<br />

un’anamnesi di diabete sono associate ad<br />

un più rapido declino cognitivo. Per i pazienti<br />

con questa patologia sono disponibili<br />

poche opzioni terapeutiche in grado di<br />

migliorare la prognosi: il controllo delle<br />

patologie vascolari potrebbe essere un<br />

modo di ritardare il decorso della malattia.<br />

Benché già in precedenza i fattori di rischio<br />

vascolari siano stati studiati in qualità di<br />

fattori predittivi di morbo di Alzheimer,<br />

pochi studi hanno valutato la loro influenza<br />

sulla progressione della malattia. E’ stato<br />

invece ora dimostrato che la prevenzione<br />

o il trattamento dell’ipercolesterolemia e<br />

del diabete potrebbero potenzialmente<br />

rallentare il decorso del morbo di Alzheimer.<br />

(Arch Neurol 2009; 66: 343-8)<br />

DIABETE: NECESSARIO<br />

COMPRENDERE L’AUTOGESTIONE<br />

La comprensione delle barriere che<br />

ostacolano l’autogestione del diabete<br />

potrebbe aiutare gli operatori sanitari a<br />

rafforzare il paziente. Il diabete rappresenta<br />

una minaccia per la salute globale a causa<br />

della sua prevalenza in rapida crescita:<br />

nonostante la creazione di programmi di<br />

gestione completi, i pazienti spesso non<br />

sono in grado di ottenere gli esiti desiderati.<br />

I principali ostacoli all’autogestione<br />

comprendono fattori psicosociali, fisici ed<br />

ambientali che influenzano la variazione<br />

del comportamento. Il medico potrebbe<br />

implementare il processo favorendo il<br />

supporto familiare per il raggiungimento<br />

di obiettivi verosimili. Al contempo, migliori<br />

sistemi assistenziali e riforme che favoriscano<br />

l’efficienza e l’accessibilità economica<br />

e non delle cure sarebbero essenziali<br />

N. 2 giugno 2009 LO SAPEVATE CHE<br />

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