Progetto in rosa - Il Friuli

Sistemi produttivi
Gli incentivi hanno incoraggiato
alcune multinazionali a delocalizzare
una parte della propria produzione
in Macedonia: la Johnson Controls,
produttore statunitense di componenti
elettronici per auto, e la Johnson
Matthey, produttore inglese di
catalizzatori per auto, ormai operano
a pieno regime nella zona franca di
Bunardzik. Negli ultimi 12 mesi sono
stati siglati memorandum d’intesa
per la realizzazione di investimenti
produttivi nella zona franca con
Montupet (produttore francese di
cilindri auto), Borteknik Ottomotive
(produttore turco di componenti
auto), Sisecam (produttore turco di
imballaggi di vetro) e con l’Italiana
Orlandi (produzione di sistemi di
traino per veicoli commerciali e
macchine agricole). A novembre
2008, la società italiana Teknohose,
assistita dall’Ice, è riuscita ad avviare
concretamente la sua iniziativa d’investimento,
che avrà un valore totale
di circa 10 milioni di euro, da realizzarsi
nella zona franca a Bunardzik,
dove produrrà tubi oleodinamici.
L’ultimo investimento greenfield
è stato annunciato nel secondo semestre
del 2009 e riguarda una joint
venture cinese–coreana, Triview &
Haier, per la produzione di schermi
Lcd, che avrà un impianto produttivo
sempre nella zona franca di Bunardzik.
L’investimento è stimato in
circa 15 milioni di euro e dovrebbe
creare attorno ai 200 nuovi posti di
lavoro”.
- Le imprese italiane hanno usufruito
di questi incentivi in Macedonia
e dove esistono maggiori
opportunità?
“Purtroppo, devo constatare che
le imprese italiane non conoscono
abbastanza le opportunità d’affari che
offre la Macedonia: ne è a conferma
il modesto stock degli investimenti
diretti italiani nel Paese concentrati
soprattutto nei settori: siderurgico
con Dufferco, chimico con il Gruppo
Sol, meccanico con Vetroresina
Enginia e calzaturiero con Regia e
Korimpex.
Le opportunità d’affari riguardano
sia i settori tradizionali del made
in Italy che i settori della nuova
economia.
I settori tradizionali, grazie ai costi
contenuti della mano d’opera, alla
presenza di materie prime e alla vicinanza
geografica, nonché agli accordi
di libero scambio, risultano appetibili
per le operazioni di delocalizzazione
e di outsourcing. Inoltre, gli stessi settori
sono i più adatti per la fornitura
30 APRILE 2010
“L’ufficio Ice
di Skopje è
presente sul
mercato da
dieci anni; in
questo periodo
ha assistito più
di 600 imprese
italiane e circa
800 macedoni”
Panorama della
città di Skopje,
capitale del
Paese balcanico
di macchine e impianti produttivi che
prossimamente sarà facilitata da una
linea di credito intergovernativa di
circa 10 milioni di euro per l’acquisto
di tecnologia italiana.
I settori della nuova economia,
come energia, ambiente e servizi,
presentano maggiori opportunità
per investimenti diretti in base al sistema
Dbot (develop-build-operatetransfer)
relativi alla costruzione di
centrali idroelettriche, alla gestione
integrata di rifiuti solidi urbani, alla
concessione delle strade”.
- Sappiamo che il governo e le
aziende pubbliche centrali e locali
indicono gare, appalti per esecuzione
di lavori e per concessioni. Quali
suggerimenti si sente di poter dare
alle imprese italiane interessate?
“Il programma degli investimenti
pubblici del governo macedone, la cui
realizzazione è prevista entro il 2016,
include oltre 30 progetti per un totale
di circa otto miliardi di euro.
Una parte dei progetti saranno
finanziati dai fondi europei Ipa, cui
la Macedonia aderisce dal 2007.
Altri saranno finanziati con crediti
di organismi internazionali quali la
Banca Mondiale e la Banca europea
per la ricostruzione e sviluppo. Di
recente la Macedonia è entrata a far
parte dei Paesi beneficiari dei fondi
Ipard (fondi europei per il sostegno
del settore agricolo) e dei fondi
relativi al Programma europeo Cip
(Competitiveness and Innovation
Programme).
Infine, il governo ha avviato il
progetto Skopje 2014 che prevede
una serie di investimenti, del valore
stimato in circa 200 milioni di euro,
su palazzi e monumenti nel centro
della capitale; i bandi di gara per una
parte dei progetti sono già in corso.
Essendo un Paese candidato
all’Unione Europea, la Macedonia
è obbligata ad adeguare la propria
normativa all’acquis e di applicare le
disposizioni europee. Spesso le imprese
estere partecipanti agli appalti
pubblici affrontano problemi come
il capitolato disponibile solamente
in lingua macedone, brevissime
scadenze per la presentazione delle
offerte, mancanza di informazione
sul budget previsto per il progetto
in appalto.
Il mio suggerimento alle imprese
italiane che partecipano ai bandi
internazionali in Macedonia è di
seguire attentamente le informazioni
sulle gare internazionali che vengono
quotidianamente pubblicate sul no-
stro sito web e di appoggiarsi all’ufficio
Ice di Skopje per l’individuazione
di un qualificato partner locale e la
preparazione dell’offerta”.
- Che tipo di supporto possono
ottenere le imprese italiane dall’ufficio
Ice locale?
“L’ufficio di Skopje è presente sul
mercato macedone ormai da dieci
anni; in questo periodo ha assistito
più di 600 imprese italiane e circa
800 macedoni.
L’ufficio può assistere con successo
soprattutto chi è interessato a investire
fornendo, ad esempio, servizi
come la valutazione del potenziale
del settore-prodotto, la definizione
di strategie di entrata sul mercato
locale e il pieno supporto nella loro
operativa realizzazione, la costituzione
di società, la preparazione di
contratti di joint venture e ricerca di
personale in loco”.
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