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Progetto in rosa - Il Friuli

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30 APRILE 2010<br />

Gianna Unfer<br />

“Malgrado le buone <strong>in</strong>tenzioni della Legge<br />

istitutiva, l’attività delle Ater è molto condizionata<br />

da v<strong>in</strong>coli esterni che limitano l’autonomia<br />

gestionale e organizzativa. La Regione, di cui le<br />

Ater sono uno dei bracci operativi, condiziona le<br />

scelte operative non solo per l’entità delle risorse,<br />

ma anche per la tempistica imposta. <strong>Il</strong> peso fiscale,<br />

<strong>in</strong>oltre, <strong>in</strong>cide gravemente sui nostri bilanci<br />

giacché le Ater pagano le tasse come una società<br />

immobiliare, senza alcuna agevolazione malgrado<br />

la dest<strong>in</strong>azione sociale del patrimonio locato.<br />

Va ricordato, poi, che i f<strong>in</strong>anziamenti regionali<br />

non sono a fondo perduto: si tratta di anticipazioni<br />

che vanno restituite nell’arco di 30 anni. Negli<br />

scorsi anni questo sistema ha consentito l’arrivo<br />

di disponibilità economiche significative, ma nel<br />

tempo gli oneri sul bilancio aziendale stanno<br />

diventando sempre più pesanti. Considerato che<br />

unica fonte di reddito sono gli affitti, il sistema<br />

manifesta segni di stanchezza. Le difficoltà sono<br />

I f<strong>in</strong>anziamenti<br />

regionali,<br />

purtroppo, non<br />

sono a fondo<br />

perduto, ma<br />

vanno restituiti<br />

<strong>in</strong> trent’anni<br />

avvertibili per un’azienda come l’Ater Alto <strong>Friuli</strong><br />

che ha un patrimonio, pari a 1.120 appartamenti<br />

circa, più piccolo rispetto alle altre e qu<strong>in</strong>di un<br />

volume di canoni di locazione più modesto.<br />

Ora si attende di vedere i piani casa dello Stato<br />

e della Regione per i prossimi anni. Per riequilibrare<br />

la gestione, almeno una parte delle nuove<br />

costruzioni dovrebbe essere f<strong>in</strong>anziata <strong>in</strong> tutto o<br />

<strong>in</strong> parte con i contributi a fondo perduto, come<br />

una volta erano i contributi Gescal.<br />

- Rispetto ad altri sistemi economico, anche<br />

le aziende di edilizia popolare <strong>in</strong> <strong>Friuli</strong> possono<br />

svolgere anche un ruolo di calmiere per il<br />

mercato del mattone?<br />

“<strong>Il</strong> nostro obiettivo è sia cercare di contenere<br />

i costi di costruzione, sia permettere l’accesso a<br />

una locazione economica al maggior numero di<br />

utenti possibili. D’altra parte, l’utilizzo di tecniche<br />

costruttive più evolute non permette di abbattere<br />

drasticamente i costi. Inoltre, la quantità<br />

di alloggi che mettiamo a disposizione <strong>in</strong> ogni<br />

s<strong>in</strong>golo comune è limitata a poche unità. Ciò,<br />

oltre alla complessità e ai v<strong>in</strong>coli delle procedura<br />

di accesso alla locazione, non permette all’edilizia<br />

sociale di agire efficacemente come ‘calmiere’ nel<br />

mercato edilizio. Probabilmente, una maggiore<br />

efficacia dell’azione potrebbe essere raggiunta<br />

semplificando le normative regionali, sia per la<br />

costruzione sia per l’assegnazione degli alloggi”.<br />

- In previsione della riforma urbanistica,<br />

il tema dell’edilizia popolare come potrebbe<br />

<strong>in</strong>serirsi?<br />

“L’importante è che nella normativa urbanistica<br />

l’edilizia sociale venga considerata uno standard.<br />

Dovrebbe, cioè, essere obbligatorio per i Comuni<br />

prevedere la dest<strong>in</strong>azione all’edilizia residenziale<br />

pubblica di un certo numero di aree e alloggi,<br />

<strong>in</strong> rapporto agli <strong>in</strong>terventi costruttivi privati.<br />

Non si può, <strong>in</strong>fatti, pensare che la programmazione<br />

di una zona urbana, anche se di piccola<br />

dimensione, non tenga conto di quanta edilizia<br />

sociale è necessaria per la crescita armonica della<br />

popolazione.<br />

Sul fronte dei recuperi di aree ed edifici dismessi,<br />

va detto che si tratta di una politica da<br />

sostenere anche se i costi di costruzione sono<br />

decisamente più alti rispetto a una nuova costruzione.<br />

F<strong>in</strong>o a oggi la realizzazione di simili<br />

<strong>in</strong>terventi, qu<strong>in</strong>di, va <strong>in</strong>tegrata con altre attività<br />

dell’Azienda e non può essere privilegiata a fronte<br />

di oneri economici troppo <strong>in</strong>genti”.<br />

ilFRIULI BUSINESS 5 5

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