“Convegno di studio sul cinema d'amatore”. - Cinevideo Club ...
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Pecora <strong>di</strong>ce ad un certo punto della sua relazione : che parlare <strong>di</strong> cultura nel nostro<br />
ambito vuol <strong>di</strong>re esaurire anzitutto un 'esame <strong>di</strong> coscienza che deve essere fatto da<br />
ciascuno <strong>di</strong> noi: sapere quello che abbiamo da <strong>di</strong>re e se l'abbiamo. Questo mi pare<br />
molto importante perché in certe manifestazioni dei cineamatori si riscontra proprio<br />
un'assenza <strong>di</strong> contenuti.<br />
Cioè, non è tanto una ricerca <strong>di</strong> originalità, <strong>di</strong> <strong>di</strong>re qualcosa che non è stato ancora<br />
detto, quanto soprattutto <strong>di</strong> sapere che cosa <strong>di</strong>re e <strong>di</strong> avere dentro <strong>di</strong> sé un'esperienza<br />
<strong>di</strong> vita, un'esperienza culturale che permetta al cineamatore <strong>di</strong> <strong>di</strong>re qualcosa <strong>di</strong> nuovo<br />
nel vero senso della parola. Io allargherei ancora più il campo della cultura del<br />
cineamatore. Cultura nel senso <strong>di</strong> esperienza <strong>di</strong> vita. E' vero quello che <strong>di</strong>ceva Pecora<br />
<strong>sul</strong>la preparazione figurativa, musicale, letteraria, <strong>cinema</strong>tografica del cineamatore, ma<br />
soprattutto mi pare che si debba parlare <strong>di</strong> una cultura intesa come posizione dell'uomo<br />
moderno nel mondo moderno, cioè come esperienza sempre nuova della vita attraverso<br />
la propria formazione, l'arricchiménto quoti<strong>di</strong>ano, il contatto, la polemica, le <strong>di</strong>scussione<br />
ecc... Solo così credo sia possibile per il cineamatore fare opera che rimanga e che si<br />
inserisca in quell'unico campo del <strong>cinema</strong> che colui che mi ha preceduto aveva appunto<br />
sottolineato, cioè la possibilità (attraverso questo nuovo mezzo) <strong>di</strong> <strong>di</strong>re qualcosa agli<br />
altri. Ed allora in questo senso io credo che i limiti sottolineati da Pecora, cioè <strong>di</strong> una<br />
certa cultura che forse in questo caso è più limitata e più professionale, ciò<br />
evidentemente dati i rapporti tra il <strong>cinema</strong> e l'arte figurativa, tra il <strong>cinema</strong> e la letteratura,<br />
date le conoscenze in<strong>di</strong>spensabili in materia <strong>cinema</strong>tografica, date le conoscenze<br />
altrettanto in<strong>di</strong>spensabili della storia del <strong>cinema</strong>, credo che tutta questa cultura più<br />
professionale, in<strong>di</strong>spensabile nella realizzazione <strong>di</strong> un film, debba passare in un certo<br />
qual modo in secondo or<strong>di</strong>ne o per lo meno debba essere quasi un corollario <strong>di</strong> una<br />
profonda cultura interiore. Non so se sono stato chiaro. Mi pare che occorra una<br />
profonda conoscenza <strong>di</strong> quello che un uomo <strong>di</strong> oggi deve <strong>di</strong>re agli altri, altrimenti il<br />
cineamatore ritorna ad essere quello che era forse 10/15 anni fa o rientra in quel settore<br />
<strong>di</strong> cineamatori che non partecipano nemmeno ai concorsi <strong>di</strong> Montecatini, che fanno il<br />
filmetto <strong>di</strong> famiglia. A questo proposito vi cito <strong>di</strong> nuovo quanto <strong>di</strong>ceva giustamente<br />
Pecora non soltanto perché la cultura <strong>cinema</strong>tografica mi pare che debba sostenere il<br />
cineamatore ma proprio per il fatto che altri uomini, altri cineasti, altri registi, da 50 anni<br />
a questa parte, usando lo stesso mezzo, hanno detto qualcosa agli altri uomini.<br />
Mi pare cioè che evidentemente la cultura <strong>cinema</strong>tografica sia, tra le varie culture, forse<br />
la più vicina al mondo dei cineamatori.<br />
Pecora <strong>di</strong>ce: "La migliore iniziazione del <strong>cinema</strong> è quella <strong>di</strong> conoscere tutto il <strong>cinema</strong><br />
anche la storia non tanto attraverso i libri quanto attraverso le immagini e non come lei<br />
mi <strong>di</strong>ce qualcosa da imparare <strong>di</strong> nuovo <strong>sul</strong> montaggio, perché tecnicamente non è<br />
preoccupata è vero, ma per conoscere quante cose sono state dette e come dette dal<br />
<strong>cinema</strong> dal suo avvento, conoscere i suoi contenuti".<br />
Qui sono d'accordo in linea <strong>di</strong> massima con Pecora, però non <strong>sul</strong> fatto che la storia del<br />
<strong>cinema</strong> bisogna conoscerla soprattutto attraverso i film e non sui libri.<br />
Non sono d'accordo in quanto escludo la possibilità <strong>di</strong> farsi una profonda cultura<br />
<strong>cinema</strong>tografica, limitandosi a vedere i film senza una riflessione critica. E ciò è<br />
possibile solo attraverso la lettura <strong>di</strong> libri in largo senso, cioè la lettura dei testi critici, le<br />
<strong>di</strong>scussioni su fatti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne culturale, sociale, <strong>sul</strong> <strong>cinema</strong> <strong>di</strong> oggi ecc.; attraverso una<br />
me<strong>di</strong>azione critica <strong>cinema</strong>tografica. Cioè non è possibile, io credo, arrivare all'essenza<br />
delle cose del <strong>cinema</strong> senza la <strong>di</strong>scussione. Per cui io insisterei proprio <strong>sul</strong> fatto che,<br />
certe volte, manca ai cineamatori questa cultura critica, questa conoscenza dei<br />
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