“Convegno di studio sul cinema d'amatore”. - Cinevideo Club ...

Ho anche detto che questi film se presentano situazioni originali, personaggi
gustosamente impostati, hanno precisa ragione d'essere. E’ anche vero che simili
argomenti non ci sembrano più molto nuovi.
Mutuate da un particolare gusto spicciolo, queste cose interessano molto relativamente.
Noi vorremmo che da un Congresso di questo genere potesse veramente sorgere un
nuovo momento del cineamatorismo italiano, un momento che possa suscitare
l'interesse di persone di cultura, al di fuori della nostra cerchia. Per fare questo è
necessario che il film d'amatore si allinei con quelli che sono gli interessi della cultura
attuale e, quindi, che si impegni sempre più con la realtà. E' questo che a noi interessa.
Interessa il colloquio che possono aprire certi autori con gli spettatori o con altri
cineamatori. La realtà ha infiniti aspetti, non possiamo limitarla a quello esclusivamente
sociale in senso politico; ci sono varie realtà, anche intimistiche, che riguardano
l'individuo.
Ci sono una infinità di sfumature e tutte interessano alla critica.
Non interessano, invece, le pure e semplici esercitazioni a carattere figurativo,
fotografico, tecnicistico. Non è vero che noi non teniamo conto di come è stato
realizzato il film; quando si apprezza un film si ci sofferma soprattutto sui contenuti
dando per scontato, generalmente, il fatto che questi contenuti siano stati espressi in un
modo adeguato. Se ciò che un film vuole significare noi lo abbiamo perfettamente
avvertito, è segno che la sua forma era adeguata ai suoi contenuti, ha permesso cioè
che i suoi contenuti si rivolgessero a noi.
Non penso sia il caso di parlare della funzionalità di un carrello, di un racconto per primi
piani piuttosto che per campi lunghi e via di seguito perché quella critica che si basava
essenzialmente su queste considerazioni, vale a dire sullo specifico filmico, mi pare sia
tramontata e portasse i risultati tutt'altro che positivi, in quanto stabiliva addirittura uno
schema seguendo il quale qualsiasi persona che conoscesse queste regole era in
grado di realizzare un film perfetto. Mi pare che questi siano stati i punti trattati dagli
interlocutori che si riferivano particolarmente alla mia esposizione.
13. La replica di Aldo Serio
Non ho molto da dire. C'è stato qualche intervento interessantissimo, qualche, altro un
po' maldestro. Il Dott. De Tommasi ha tracciato il profilo vero della FEDIC dicendo
cose che nessuno, credo, tranne il Caldana un pochino male informato, può negare.
Baldelli, parlando di Kapò ha fatto delle affermazioni che noi possiamo mettere sulla
stessa bilancia dei cineamatori.
La seconda parte del film è stata rovinata da certi atteggiamenti, da certe esigenze, da
certe richieste pesanti; questa seconda parte può servire per dire al cineamatore come
egli non deve limitare le proprie possibilità nel realizzare un film perché non ha la
Strasberg che fa le bizze.
Il cineamatore ha Ines Marenghi, ha Ivana Ramella, le quali lo seguono passo passo.
Baldelli proponeva di creare una sezione amatoriale ai Festival professionali e penso la
Fedic vorrà tenere d'occhio questa proposta come pure quella di Carlo Di Carlo di
inserire nel seno del Festival di Porretta Terme dei film d'amatore.
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