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“Convegno di studio sul cinema d'amatore”. - Cinevideo Club ...

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<strong>di</strong>mostrato a lunga scadenza tra i più efficaci è l'intervento artistico: arte come utilità,<br />

cultura come utilità.<br />

Qui ho trovato molta opposizione a questa affermazione; ho inteso agganci filosofici, ho<br />

inteso definizioni filologiche, ma è ben vero che da molti anni ormai esistono, vari e<br />

fruttuosi, i ri<strong>sul</strong>tati operanti coi quali è facile rafforzare questa mia affermazione.<br />

Vi siete chiesti da quanto mai l'arte ha assunto un ben chiaro in<strong>di</strong>rizzo utilitaristico <strong>sul</strong><br />

piano morale e perciò <strong>sul</strong> piano culturale e sociale?<br />

Non può non <strong>di</strong>rvi niente il quadrato rosso esposto per la prima volta a Mosca da<br />

Kufka, non può non <strong>di</strong>rvi niente il rigore geometrico <strong>di</strong> Mondrian, non potete essere<br />

sor<strong>di</strong> al richiamo cartesiano <strong>di</strong> Le Corbusier! La casa è una macchina per abitare,<br />

bisogna proporre al mondo confuso, vaneggiante, l'utilità dell'or<strong>di</strong>ne; il mezzo come<br />

strumento per migliorare il ri<strong>sul</strong>tato; l'arte come meta <strong>di</strong> miglioramento.<br />

Se lo sono proposti molti gran<strong>di</strong>ssimi maestri, che hanno dato le più feconde<br />

realizzazioni all'attuale civiltà. Se lo sono proposti tutti i maestri <strong>di</strong> De Stjil i quali non<br />

solo hanno realizzato una civiltà grafica, una civiltà architettonica, ma una<br />

profon<strong>di</strong>ssima civiltà morale. Non mi <strong>di</strong>te, che l'arte altissima <strong>di</strong> Joyce è fine a sé<br />

stessa.<br />

Essa ha chiaramente il compito ben professato e per nulla casuale <strong>di</strong> scuotere la<br />

coscienza dello uomo al fondo da un centenario torpore, <strong>di</strong> togliere all'uomo il peso<br />

grave del conformismo per produrre in lui un certo recupero nell'in<strong>di</strong>rizzo della sincerità<br />

e della pulizia morale.<br />

Che <strong>di</strong>re allora dell'opera <strong>di</strong> Robert Musil che qui è stato citato?<br />

Quell'opera, così pura stilisticamente, così trasparente, è vivamente tesa a produrre un<br />

quadro moralistico per un'epoca corrotta ed impregnata <strong>di</strong> viltà. L'arte a servizio contro<br />

una classe sociale che usa del denaro per le coscienze (parlo in specie dell'industria<br />

<strong>cinema</strong>tografica) per evadere i problemi, che sostituisce la formazione culturale e libera<br />

dell'uomo. Vi pare scandalo che l'uomo usi della cultura e dell'arte per il fine altissimo<br />

del miglioramento dell'umanità stessa? Lasciate che egli, senza scandalo, ma con<br />

giusto merito, sia pragmatista: che abbia così grossolanamente la filosofia <strong>di</strong> chi non è<br />

filosofo come potrebbe <strong>di</strong>re con ben più stimolanti parole John Dewey.<br />

Il pragmatismo inteso non come una deviazione o degradazione del materialismo, ma<br />

come spinta morale alla preparazione etica dell'uomo. Quello che a me preme è<br />

sottolineare, ancora una volta, il tema preciso della mia relazione, il rapporto <strong>cinema</strong><br />

d'amatore nostro tempo. Noi siamo uomini. "Un uomo è un uomo" <strong>di</strong>ce Brecht. Un<br />

uomo è sempre sé stesso. E' tanto <strong>di</strong>fficile, ma è doveroso per un rispetto a noi e per<br />

un'utilità profonda verso gli altri. Noi siamo uomini del nostro tempo, <strong>di</strong>fficile sempre:<br />

quando siamo capi <strong>di</strong> una famiglia, quando siamo architetti in una vicenda<br />

professionale, quando siamo cineamatori. Tanta critica <strong>di</strong>ce che sono parole grosse,<br />

sproporzionate al valore ed alla portata del fenomeno cineamatoristico. Perché? Forse<br />

quando noi siamo capi <strong>di</strong> famiglia cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> essere Noè? Forse quando siamo<br />

architetti cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> essere Le Corbusier o Wright? No, quando siamo cineamatori<br />

cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> essere sempre noi, semplicemente noi, come nella vita. E ci cre<strong>di</strong>amo a<br />

fondo e dobbiamo <strong>di</strong>re chi siamo e in cosa cre<strong>di</strong>amo. Ci troveremo tanti assieme a<br />

sperare e a credere nell'utilità del cineamatorismo. Perché noi cineamatori dobbiamo<br />

fare della polemica, della politica, della cultura? Noi non facciamo della cultura, noi<br />

siamo nella cultura del nostro tempo e poi, infine, faremo se necessario, anche appunto<br />

della polemica e della politica perché in fine "un uomo è un uomo".<br />

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