“Convegno di studio sul cinema d'amatore”. - Cinevideo Club ...

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15. Conclusione di Paolo Capoferri presidente del Cine Club Bergamo Mi è stato da più parti espresso il compiacimento per l’iniziativa avuta dal Cine Club Bergamo per il Convegno indetto fra i cineamatori, sottolineandone l'opportunità e l'utilità, suggerendomi di indirne un secondo a non lunga scadenza allo scopo di proseguire il colloquio sugli orientamenti da dare al nostro Cinema. Queste testimonianze assai lusinghiere sono motivo di viva soddisfazione per i miei collaboratori e per me e mi suggeriscono di partecipare questo invito ad altri Cine Club perché si impegnino a loro volta ad indire convegni per far sì che i colloqui proseguano con il vantaggio di creare fra il cineamatori un legame sempre più vivo di cordialità e di colleganza. Colgo gradita l'occasione per esprimere ai giornalisti ed ai corrispondenti di tutte le riviste, presenti al Convegno di Bergamo, l'espressione dell'animo grato dei miei collaboratori e mia in particolare, per il largo contributo offerto, che valse a dare notevole risonanza a questa iniziativa. Si deve alla larga partecipazione della stampa infatti, se l'eco del Convegno è andato oltre i confini della provincia e della regione, per assumere un carattere di avvenimento nazionale ed internazionale. Come pure si deve all'intervento dei partecipanti, se la discussione sui temi sviluppati al Convegno, ha suscitato intorno ad essi tanto interesse ed utili polemiche. I commenti sono stati logicamente il risultato del giudizio critico che ogni partecipazione al Convegno ha dato sui singoli temi discussi, giudizi che, se sono stati unanimi nel riconoscere l'utilità dell'incontro e la bontà dell’organizzazione, sono stati evidentemente discordi sulle idee, e sugli orientamenti esposti dai relatori e da coloro che sono intervenuti nelle discussioni. Da questa disparità di giudizi, traggo motivo di soddisfazione e di incoraggiamento, in quanto essi confermano l'utilità e l'opportunità dell'iniziativa presa dal Cine Club Bergamo, e perché mi offrono l'occasione di precisare che le idee espresse dai relatori, i temi sostenuti e discussi durante il Convegno, sugli orientamenti del cineamatorismo, impegnano solo ed esclusivamente le persone che le hanno esposte in quanto patrimonio di idee personali e soggettive: voglio precisare che non si deve attribuire al Cine Club promotore del Convegno, la paternità di singoli punti di vista. Un tema od una tesi possono essere giudicate, secondo me, come atti impegnativi di un "convegno", quando vengano fatte sue e siano quindi sanzionate dalla maggioranza, se non dalla totalità dei convenuti. Il Convegno ha voluto essere una palestra che offrisse la possibilità di esprimere opinioni e idee da sottoporre al dibattito dei competenti e degli appassionati per contribuire a trovare un orientamento sempre più aggiornato alle esigenze sociali del cinema amatoriale. E non potrebbe essere diversamente, se si vuole conservare al cinema del nostro cuore, le caratteristiche che gli sono proprie e che si identificano con la sua piena libertà di espressione. - 112 -
16. Recensioni sul Convegno 16.1 Da “CINEMA RIDOTTO” - n°4 - Anno VIII - Aprile 1961 MENSILE DEL CINEMA A FORMATO RIDOTTO (Direttore PIETRO DI MATTIA - Redattore Capo ALDO SERIO) Convegno di studio Non v'è alcun dubbio che il Convegno di studio sul cinema d'amatore - organizzato ottimamente da Paolo Capoferri e dai suoi valenti collaboratori - abbia avuto l'ambizione di raggiungere un duplice scopo: quello di fare del Cine Club Bergamo un centro di attrazione culturale (cosa lodevole), intorno al quale polarizzare l'attenzione dei Cineclub italiani prima e stranieri poi; e quello di sviluppare, all'interno dell’ attività organizzativa e produttiva della Fedic, un movimento a indirizzo unico, al di fuori del quale è negato il diritto di cittadinanza a quel cinema che non ne condivide l'impostazione e la finalità. Anzi, ad essere più espliciti, si vuole persino mutare nome al cinema d'amatore, il quale, da oggi in poi, dovrà chiamarsi «cinema libero» ed essere solo ed unicamente un «occhio selvaggio che graffia», come ha affermato Claudio Bertieri, presidente del Convegno, a chiusura dei lavori. Chi ha seguito questa rivista fin dalla sua nascita, sa benissimo come la pensiamo e qual'é il nostro atteggiamento nei confronti del movimento organizzalo nella Fedic. Quindi nessuna meraviglia se prendiamo posizione netta e decisa contro simili pretese, convinti come siamo di operare per il bene e l'interesse del cinema d'amatore e della Fedic. A Bergamo, si è voluto identificare - e non sappiamo fino a quel punto se è più per ambizioni personali che per convinzioni - il cinema d'amatore di oggi con la concezione personale che Spini ha del cineamatorismo, dimenticando che non tutti i cineamatori partono dalle stesse premesse culturali proprio dell'arte architettonica e condividono le idee e gli indirizzi politico-sociali, da cui trae ispirazioni ed atteggiamenti l'architetto bergamasco. Come abbiamo avuto già occasione di affermare al tempo di «Pensieri sull'abisso», Tito Spini è libero di esprimere le sue idee e convinzioni sia attraverso la parola che i film, e continuare il colloquio che egli e i suoi sostenitori ritengono sia utile per loro e per gli altri. Ma liberi sono anche gli altri cineamatori che la pensano diversamente, di fare altrettanto. Infine è libera pure la Fedic di respingere, in nome della libertà dei singoli e della collettività, dell'autonomia dei Cineclub e dell'unità organizzativa, qualsiasi tentativo di imposizione e di interferenza politica, da qualunque parte esso provenga. - 113 -
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FEDIC FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINE
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dibattito che ha il fine di orienta
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cineamatore ed in questo senso diri
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Ecco qual'é il compito e la missio
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tra le cose "spurie e superate". In
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pellicola, ma siccome il cinema d'a
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così potrei dire dei film di Livi.
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un apporto negativo, ormai. Credo s
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4.10 Piero Nava Il mio intervento s
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di Lukasz o che so io, e te la cita
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stesso Pecora, nella recensione bre
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L'avere sottomano esaurienti panora
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Pensate che cosa può essere il cin
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Veneto ed ho spiegato il film. Spin
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si domandava, di trovare un'altra p
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è parlato anche di arte come e que
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non pensavano a Londra, ma addiritt
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fatto Culturale, perché in questo
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