“Convegno di studio sul cinema d'amatore”. - Cinevideo Club ...

La critica deve dunque andare molto cauta nei suoi giudizi, per non essere responsabile
di ambizioni sbagliate e perché non si dia il caso di un autore magari di un solo film
cineamatoriale il quale - privo ben presto di giudizio autocritico in conseguenza di certe
recensioni troppo elogiative - si convinca di essere un grande regista in senso assoluto
e di poter fare grandi cose, con il risultato poi di cadere, una volta passato troppo
precipitosamente a senza la dovuta umiltà al cinema professionale.
Un'ultima personale considerazione. Sono sempre rimasto un po' turbato di fronte
all'evidente alternativa che si pone (o che, almeno, io riconosco) al cineamatore fra le
due vocazioni: quella per il proprio lavoro diciamo così normale, quotidiano, e la
vocazione di fare il cinema. Sono due vocazioni ben distinte. Ho conosciuto alcuni
cineamatori che avevano una professione propria ma, affermatisi in campo
cineamatoriale con lavori di impegno, seguendo la vocazione più forte hanno deciso di
abbandonare l'altro lavoro per dedicarsi professionalmente al cinema.
E’ un modo di riconoscere la propria vocazione di assecondarla, e posso citare il caso
di Ezio Pecora il quale ha lasciato il lavoro che lo teneva a Ferrara per venire a Roma
dove ora fa il cinema professionale e riuscirà sicuramente. Aldo Nascimbeni,
Giuseppe Fina e qualche altro l'hanno preceduto. Sono però sempre delle eccezioni.
Ma, nel caso più normale, permane senza dubbio nei cineamatori questo disaccordo fra
lavoro è passione, fra professione e cinema.
Ora io penso che, se il lavoro che il cineamatore svolge per vivere, e ha liberamente
scelto, gli piace, per lui fare del cinema è una specie di tradimento rispetto alla sua
professione. Se invece quel lavoro non gli piace, non lo soddisfa, allora per lui il cinema
rappresenta un'evasione. Certo, non sempre si può scegliere nella vita; ma se il
cineamatorismo è un'evasione da un'attività che non piace nel tentativo di trovare
un'alternativa per i propri interessi intellettuali, se comunque è un'evasione, come si può
pretendere che venga considerato e giudicato se non nei limiti impliciti nel significato
stesso della parola "evasione"?
11.5 Pietro Corrado
Sono Pietro Corrado, cineamatore. Visto che tutti i cineamatori passati al
professionismo sono dei fessi, io preferisco non essere ritenuto tale (richiamo del
Presidente).
Ho detto una parola meno sporca di altre pronunziate qui sopra!
Innanzitutto sento la necessità di ringraziare Autera e Serio. Grazie: siete stati gli unici
ad affrontare la questione cineamatoristica sotto i suoi diversi aspetti.
Era ora che anche le tendenze di coloro che inspiegabilmente sono considerati le
cenerentole del cinema d'amatore Italiano, venissero citate in un convegno
cineamatoriale.
Desidero far rimarcare una frase dell'amico Serio. Parlando di un certo periodo del
cinema d'amatore, Serio dice: "mancanza dì fiducia nell'operato della giuria (la cui
composizione non manca di suscitare ancora vivaci polemiche)”
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