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“Convegno di studio sul cinema d'amatore”. - Cinevideo Club ...

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Quali sono le fibre più intime del paese. E d'altra parte, che cosa inten<strong>di</strong>amo quando<br />

noi avviciniamo il popolo? Questo è veramente un tema perché mi pare che nella<br />

pubblicistica o nel <strong>cinema</strong> (pensate ad esempio a De Santis) non c'è spazio. Quando si<br />

pensa <strong>di</strong> presentare il popolo come De Santis lo ha presentato nel film «La<br />

Garçonnière» (per cui il popolo viene introdotto all'inizio come un docile e quieto<br />

animale muscolare da cortile, ma poi subito liquidato perché in fondo se ne è detto il<br />

bene che se ne poteva <strong>di</strong>re) non è che un pretesto, per sbrigarsi ad aggre<strong>di</strong>re l'unico<br />

tema che lo interessa: lo spogliarello della bella; ragazza. Non ho niente in contrario allo<br />

spogliarello, ce lo <strong>di</strong>ca chiaro che non vuoi parlare del popolo bensì, della bella ragazza<br />

che si spoglia. Quando permangono a questo livello confusioni <strong>di</strong> tale genere, <strong>di</strong>co<br />

allora che ce n'è <strong>di</strong> strada da fare.<br />

In generale la cultura accademica oscilla, perpetuamente tra due estremi: da una parte,<br />

parla al popolo ed allora scrive articoli, fa film <strong>sul</strong> popolo, ma con un gergo altolocato e<br />

parla in maniera incomprensibile. Bigliettini che intellettuali si scambiano tra <strong>di</strong> loro,<br />

accademici, ed accademici, ed allora naturalmente parlano <strong>di</strong> forme <strong>di</strong>plomatiche, <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong> situazioni internazionali senza però un linguaggio comprensibile. Sono<br />

veramente una sezione altolocata, cioè si guarda al popolo paternalisticamente.<br />

Ad un certo punto i cineasti si accorgono <strong>di</strong> aver parlato troppo <strong>di</strong>fficile arretrano. Si<br />

<strong>di</strong>ce, voglio farmi capire, dunque, debbo essere semplice e per esser semplice devo<br />

parlare ai pierini e al popolo. Ecco «Viva l'Italia», per esempio, <strong>di</strong> Rossellini. Altra<br />

situazione, <strong>di</strong>ciamo così, tipica per cui intorno ad un tavolo ci sono quattro in<strong>di</strong>vidui,<br />

quattro sceneggiatori: Antonello Trombadori da una parte, Amidei dall'altra, poi <strong>di</strong><br />

qua Diego Fabbri e Antonio Petrucci. Questi due tirano <strong>di</strong> qua, gli altri due dall'altra<br />

parte, ad un certo punto si accordano nel pensare che il popolo sia una fila lunghissima<br />

<strong>di</strong> pierini a cui bisogna fare indossare calzoni e <strong>di</strong>re: ecco la pappetta, siccome lo<br />

stomaco è molto fragile io te la faccio inghiottire <strong>di</strong>luita e scioccarella. E' sempre una<br />

mancanza <strong>di</strong> rispetto in questa esplorazione della realtà italiana, e veramente la vittima<br />

mi pare che sia il protagonista del <strong>cinema</strong> quello che dovrebbe dare, <strong>di</strong>ciamo così, il<br />

fondamento, la materia viva più bruciante, appunto, il popolo. Questo è il problema ed<br />

una situazione, miei cari, riguardo al <strong>cinema</strong> a 35 mm. ma è anche un problema se non<br />

sbaglio, che interessa a fondo il <strong>cinema</strong> a passo ridotto.<br />

4.13 Gabriele Serraferro<br />

Cercherò <strong>di</strong> essere molto breve, più breve dei miei predecessori.<br />

Innanzitutto non sono d'accordo, con quanto ha detto il Prof. Ferrazzano <strong>sul</strong>la<br />

decadenza della nostra epoca nel campo dell'arte. Pittori ed artisti sono stati e sono<br />

attualmente dei profeti, nel senso <strong>di</strong> avanguar<strong>di</strong>e della civiltà che avanza, ipersensibili a<br />

quanto li circonda.<br />

Vorrei pertanto fare il punto su un argomento che Ezio Pecora ha fugacemente trattato<br />

e che riguarda i rapporti tra <strong>cinema</strong> e pittura. Sono d'accordo che il cineamatore faccia<br />

tesoro delle esperienze accumulate nei secoli dalla pittura, però è bene aprire gli occhi<br />

su quanto ci <strong>di</strong>ce oggi la pittura e la scultura. Non possiamo ignorare <strong>di</strong> proposito<br />

quanto ci hanno detto i vari Klee e Kan<strong>di</strong>nsky e tanti altri, con il loro ritmo, il loro<br />

colore, l'introspezione e la musicalità. Noi cineamatori, che non siamo legati dalla<br />

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