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leggi il libro - Comune di Oriolo Romano

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tare non più un organismo terreno, ma un essere spirituale portatore<br />

d’Amore.<br />

Per finire <strong>il</strong> Disco Solare ci ricorda l’Ostensorio, con i suoi<br />

raggi dritti che identificano la Luce e i raggi ondulati che<br />

esprimono l’Amore.<br />

Il simbolo dell’Ostensorio risale al periodo egizio, quando <strong>il</strong><br />

Faraone Amenophi IV, marito <strong>di</strong> Nefertiti, (<strong>il</strong> cui successore fu <strong>il</strong><br />

figlio Tutankamen) instaurò un sistema monoteistico con <strong>il</strong> culto<br />

del Dio Sole: Aton.<br />

In Egitto vi era anche la famosa Eliopoli città de<strong>di</strong>cata al<br />

Dio Sole, con una vasta classe sacerdotale che seguiva e ne<br />

<strong>di</strong>ffondeva <strong>il</strong> culto. I sacerdoti, nei riti che si svolgevano nei templi,<br />

ricorsero ad un <strong>di</strong>sco d’oro con i raggi attorno: l’Ostensorio.<br />

L’elevazione dell’Ostensorio rientrava nei rituali <strong>di</strong> Osiride<br />

e, contrariamente a quanto si pensa per la liturgia cristiana, non<br />

prende <strong>il</strong> nome dall’ostia, ma si richiama ad un etimo egizio dove<br />

ostiare significava mostrare, far vedere, cioè mostrare <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco<br />

solare ai fedeli. Nei primi riti <strong>di</strong> Osiride-Aton all’aperto, vi era<br />

l’accorgimento <strong>di</strong> abbassare la testa per non guardare <strong>il</strong> Sole,<br />

evitando così <strong>il</strong> rischio <strong>di</strong> perdere la vista. Abitu<strong>di</strong>ne che rimase<br />

anche quando i riti venivano svolti nei templi, e venne conservata<br />

anche con la liturgia cristiana.<br />

Nel culto cristiano l’ostia consacrata risale alla fine del ’400<br />

d.C., mentre la forma dell’ostia fu stab<strong>il</strong>ita dal Conc<strong>il</strong>io <strong>di</strong> Trento<br />

per spezzare i legami con <strong>il</strong> Sole pagano raffigurato nell’ostensorio.<br />

All’inizio del XV secolo, <strong>il</strong> monaco San Bernar<strong>di</strong>no da Siena 22<br />

sostituì <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco d’oro luccicante con una teca con dentro <strong>il</strong> simbolo<br />

dell’Eucarestia, l’Ostia.<br />

22 San Bernar<strong>di</strong>no da Siena riposa nella Bas<strong>il</strong>ica a lui de<strong>di</strong>cata che si trova all’Aqu<strong>il</strong>a,<br />

luogo da lui scelto per morire.<br />

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