due papi venuti dal futuro - il gibbo

7.8 - Un nuovo stile di governo ordinario
Giovanni XXIII procedette in primo luogo a ridare vitalità a una macchina che l’accentramento e
la personalizzazione voluti da Pio XII avevano paralizzato.
Ripristinò le udienze di tabella (cioè i regolari incontri del papa con i responsabili delle
Congregazioni - i dicasteri preposti a dirigere e controllare da Roma i diversi ambiti della vita
ecclesiale - che il predecessore aveva lasciato cadere).
Nominò un Segretario di Stato (è il pessimo nome affibbiato alla più importante di tutte le
Congregazioni, il vertice del governo centrale della Chiesa): un ruolo che era vacante da ben 14
anni!
Per completare l’organico del Collegio cardinalizio, che s’era svuotato e non assolveva più alla
funzione di rappresentare la Chiesa universale, già nel dicembre 1958 provvide a integrarlo e
indisse diversi Concistori 4 per la creazione di nuovi cardinali: 23 immediatamente e poi via via altri
22, tra cui il primo africano; e portò il numero massimo dei cardinali a settantacinque, superando il
tetto di settanta cardinali fermo dai tempi di papa Sisto V (+1590).
Ci scherzava su, Papa Giovanni, quando rammentava che i 41 cardinali che lo avevano eletto papa non
rappresentavano certo la Chiesa universale! Ci scherzava e intento riparava il guasto. Con gesti a volte
inattesi, come quando gli presentarono la lista scritta degli eletti al primo Concistoro, lista che avevano
concordato con lui. Ma lui notò che Montini era in fondo, e allora con un tratto di penna lo riportò al
primo posto. E sembra che proprio in quell’occasione abbia bisbigliato: Se in Conclave c’era lui, io certo
non ero qui…
Senza mai perdere la calma. Nemmeno i problemi più scottanti lo turbano. Quando, ad esempio,
si riaccende la polemica sui preti operai, Giovanni attutisce i toni e invita tutti ad aver fiducia nel
tempo, che maturerà le scelte giuste.
7.9 - Con folgoranti aperture improvvise
Qualcuno spera di trovare in lui un “rassegnato gestore dell’ordinario”, ma Roncalli non si
limita a rimettere in moto una macchina amministrativa anchilosata. Pensa e prega in continuazione,
lui, il contadino che s’è trovato a fare il marinaio, al timone della barca di Pietro, e si chiede di che
cosa la Chiesa abbia veramente bisogno.
E il 25 gennaio 1959…
È la Festa della Conversione di S. Paolo, è il giorno nel quale si conclude l’Ottavario per l’Unità
dei Cristiani, che in tutto il mondo, da parte di tutte le diverse confessioni cristiane, è cominciato il
18 gennaio, Festa della Confessione di Pietro (variante protestante dell’antica festa cattolica della
Cattedra di San Pietro).
Giovanni lo celebra nella basilica di San Paolo fuori le mura. È Papa da soli tre mesi, ma pensa
che sia ugualmente suo dovere annunciare con umile risolutezza il programma che in quelle poche
settimane intensissime gli è fiorito nel cuore: oltre alla riforma del Codice di Diritto Canonico, la
cui formulazione risaliva al 1917 e la cui revisione era da più parti richiesta, il “Papa di transizione”
si proponeva di convocare un sinodo diocesano (la riunione del vescovo con il suo clero) per i
bisogni di Roma e di riunire un concilio ecumenico per le necessità della Chiesa universale. Lo
annuncia nella grande sagrestia della basilica, al gruppetto di cardinali che sono lì per prendere
4 Il concistoro (dal latino consistorium = seduta, assemblea, consiglio) è la riunione ufficiale del collegio consultivo
di un sovrano. In origine gli imperatori romani avevano un sacrum consistorium ("sacro collegio"). Più tardi la parola è
trasmigrata nella terminologia cattolica, per indicare il più alto Consiglio Consultivo del Papa, che ufficialmente
dovrebbe usarlo per consultare i cardinali sulla nomina di altri cardinali, in realtà con qualcuno di loro si è forse
consultato, ma adesso si limita a comunicarlo a tutti.
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