due papi venuti dal futuro - il gibbo
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confermò i Vescovi di tutto <strong>il</strong> mondo che quell’accresciuta consapevolezza del ruolo che ad essi<br />
compete anche nelle questioni generali della vita della Chiesa era giusta; ma nemmeno in quel caso<br />
si giunse ad una formulazione istituzionale d'un sistema di partecipazione collegiale dei vescovi alle<br />
decisioni del centro della Chiesa.<br />
Crisi d’autorità? Il rodaggio non era fac<strong>il</strong>e: <strong>il</strong> nuovo protagonismo di tanti soggetti ecclesiali<br />
sembrava a volte mettere in discussione l’autorità del papa; l’adozione da parte della Chiesa di<br />
forme tipiche delle moderne democrazie (consigli pastorali, presbiterali, parrocchiali) rischiava di<br />
omologarla ad essi. E le diciture della politica (“destra contro sinistra”), importate dentro la Chiesa,<br />
portavano fuori strada.<br />
Emblematica la vicenda della Chiesa olandese; tra <strong>il</strong> 1966 e <strong>il</strong> 1970 essa tiene <strong>il</strong> suo Conc<strong>il</strong>io<br />
nazionale e chiede a Roma che abolisca <strong>il</strong> celibato obbligatorio dei preti e riammetta nel ministero i<br />
preti sposati.<br />
La Chiesa olandese è vivissima: la frequenza ai sacramenti è altissima, anche se nessuno si<br />
confessa più. Il Catechismo olandese vende 250.000 copie solo in patria, ha moltissime traduzioni,<br />
ma la Santa Sede lo boccia e ne vieta la vendita, giudicandolo “troppo antropocentrico”.<br />
La delusione ha effetti letteralmente devastanti. Gli abbandoni della vita ecclesiastica e religiosa<br />
in Olanda assommano a migliaia, in quegli anni, e spesso vengono motivati come “rinnovamento”;<br />
le ordinazioni sacerdotali calano da 318 nel 1961 a 13 del 1976.<br />
In Italia la Chiesa di Bologna enfatizza eccessivamente (secondo Paolo VI) l’importanza della<br />
Chiesa locale, e <strong>il</strong> Card. Lercaro, uno dei leaders del Conc<strong>il</strong>io, viene “invitato” a dimettersi perché<br />
ha pubblicamente dissentito <strong>dal</strong>l’accoglienza riservata <strong>dal</strong> papa visita al Presidente degli Stati Uniti<br />
USA Johnson.<br />
18. L’urgenza e i rischi del cambiamento<br />
L’obbligo del cambiamento è nelle cose, in un’epoca in cui “nuovo” è sinonimo di “buono”, al<br />
punto che i giovani migliori per esprimere la loro volontà di bene non dicono “facciamo qualcosa di<br />
buono”, ma “facciamo qualcosa di nuovo”.<br />
In Vaticano le cose sono davvero cambiate. E lo conferma se ce ne fosse bisogno, la Octogesima<br />
adveniens, la più problematica di tutte le encicliche. Ma <strong>il</strong> vero cambiamento è avvenuto e avviene<br />
nel mondo.<br />
Siamo nel 1971, è l’80° anniversario della Rerum Novarum. Il Sinodo di quell’anno impegna<br />
fortemente la Chiesa sui temi del cambiamento e della giustizia nel mondo.<br />
Ma cosa significa, concretamente questo impegno?<br />
La situazione del cattolicesimo nel mondo è così complessa e variegata che - confessa Paolo VI -<br />
ci è diffic<strong>il</strong>e pronunciare una parola unica e proporre una soluzione universale; <strong>il</strong> pluralismo<br />
dialogico cui <strong>il</strong> conc<strong>il</strong>io ha aperto la strada non è praticab<strong>il</strong>e sempre agevolmente e allo stesso modo<br />
ovunque; spetta alle comunità cristiane la responsab<strong>il</strong>ità delle scelte operative, dei modelli<br />
d'intervento da perseguire. La stella polare dell’azione della Chiesa nel mondo è ormai<br />
l'imparzialità, giusta l'impegno che essa ha assunto priorità assoluta: la pace e la giustizia.<br />
Ma questo non vuol dire indifferentismo di fronte alle concrete situazioni politiche.<br />
Di fronte a quei regimi autoritari che, nelle loro presunta qualità di “Stati cattolici” (la Spagna di<br />
Franco, <strong>il</strong> Portogallo di Salazar), hanno sempre riconosciuto ed enfatizzato <strong>il</strong> ruolo pubblico della<br />
Chiesa, <strong>il</strong> Vaticano postconc<strong>il</strong>iare “desolidarizza” favorendo, soprattutto con un’accorta politica di<br />
nomine vescov<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> superamento del franchismo e del regime di Salazar.<br />
Sulla frontiera diffic<strong>il</strong>e dei paesi socialisti, la diplomazia vaticana, sulla scia di questa<br />
impostazione pluralista, diversifica di molto la propria azione e riesce a nominare diversi vescovi<br />
ungheresi, anche se sotto <strong>il</strong> controllo dello Stato; ottiene qualche modesto risultato anche in<br />
Germania Est, Bulgaria e Romania; non ottiene nulla in Cecoslovacchia, dove solo una delle tredici<br />
diocesi ha <strong>il</strong> suo vescovo residenziale. In Polonia i risultati migliori, tanto che Paolo VI<br />
intenderebbe visitarla, ma <strong>il</strong> governo nega <strong>il</strong> permesso.<br />
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