due papi venuti dal futuro - il gibbo
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11.5 - Nel contesto di un’aggressiva cultura giovan<strong>il</strong>e<br />
Il 68 fu un anno ricchissimo di intuizioni e di contraddizioni. Fu l’anno della Humanae vitae, ma<br />
anche della potente emersione di una inedita cultura giovan<strong>il</strong>e e del mondo studentesco nel cuore<br />
della società.<br />
A distanza di 40 anni, le interpretazioni del Sessantotto dei giovani sono anche molto diverse;<br />
allo scrivente è parsa pregevolissima l’interpretazione che ne ha dato l’amico carissimo Giulio<br />
Pinna 15 .<br />
11.5.1 - Istanze culturali diverse<br />
Occorre innanzitutto premettere che la contestazione giovan<strong>il</strong>e italiana è esplosa, sì, nel 1968,<br />
ma ha avuto una lunga incubazione e si è nutrita di istanze culturali diverse.<br />
11.5.2 - L’Internazionalismo proletario<br />
Il primo riferimento culturale dei giovani contestatori è l’internazionalismo proletario.<br />
Il superamento di ogni confine tra le nazioni era stato <strong>il</strong> sogno anche del liberalismo più<br />
<strong>il</strong>luminato, che, nutrendosi di vaghe aspirazioni cosmopolite, aveva auspicato <strong>il</strong> crollo dei confini<br />
politici, dei confini m<strong>il</strong>itari, dei confini economici, dei confini territoriali.<br />
Ma adesso al sostantivo internazionalismo si abbina un aggettivo … magico: proletario.<br />
L'internazionalismo proletario considera esiziale per lo sv<strong>il</strong>uppo umano della specie umana la<br />
divisione del mondo da vari punti di vista (geografico, giuridico, religioso, ecc.); ma la più grave e<br />
devastante di tutte le divisioni è (come vuole <strong>il</strong> marxismo ortodosso) la divisione in classi.<br />
Specularmente, l’internazionalismo proletario sostiene che solo la solidarietà fra i proletari di<br />
tutte le nazioni porterà alla fine dei conflitti fra nazioni, e quindi alla scomparsa delle stesse<br />
divisioni.<br />
E i maestri incontrastati diventano Mao Tse Tung e Fidel Castro<br />
Mao-Tse-Tung: Chi non ha paura di morire di m<strong>il</strong>le ferite, osa disarcionare l’imperatore. Questo<br />
è l’indomab<strong>il</strong>e spirito necessario nella nostra lotta … Non siamo solo capaci di distruggere <strong>il</strong><br />
vecchio mondo, siamo anche capaci di costruirne uno nuovo.<br />
Fidel Castro: Il meno che può fare questo popolo è mob<strong>il</strong>itarsi per proclamare davanti al mondo<br />
la propria protesta, perché non abbiamo aerei, non abbiamo radar, ma abbiamo <strong>il</strong> Popolo.<br />
11.5.3 - Il terzomondismo<br />
Il secondo riferimento culturale dei giovani contestatori è <strong>il</strong> Terzo Mondo.<br />
Il sottosv<strong>il</strong>uppo dei paesi del terzo mondo è innanzitutto un prodotto del colonialismo<br />
occidentale e delle sue derivazioni; le antiche potenze coloniali sono responsab<strong>il</strong>i della povertà delle<br />
loro antiche colonie, nella misura in cui lo sfruttamento intensivo delle ricchezze e delle risorse<br />
naturali di queste ultime non è servito a creare maggiore benessere e sv<strong>il</strong>uppo nelle regioni<br />
occupate, ma ha procurato benefici solo alle stesse nazioni colonizzatrici.<br />
Chi ha impedito ai popoli colonizzati di trovare una propria via allo sv<strong>il</strong>uppo sono stati gli abusi<br />
dei colonizzatori, che hanno adattato la geografia politica ed economica ai propri interessi, hanno<br />
sfacciatamente favorito le monocolture, hanno prosciugato le risorse naturali, hanno provocato<br />
problemi demografici immensi.<br />
15 G. PINNA, Controcanto, Postfazione a A. M. FANUCCI, Io, prete padre, sessantottino non pentito, Cittadella<br />
1999, 179 - 193<br />
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