due papi venuti dal futuro - il gibbo

parte alla Liturgia da lui presieduta. I cardinali accolgono l’annuncio del Concilio Ecumenico con
un impressionante silenzio, scriverò lui stesso più tardi. Ma in un lampo la notizia arriva anche a noi
che siamo nella navata della basilica.
Il mondo stenta a crederci: Concilio Ecumenico vuol dire svolta epocale non solo per la Chiesa
ma per l’intera umanità, ancora sconvolta da una guerra planetaria che aveva provocato milioni di
vittime, distruzione e miseria; su questo sfondo la Chiesa viene invitata a cogliere i segni dei tempi,
a calarsi nella realtà storica, ad aprirsi al mondo e dialogare con esso, a cercare gli elementi di
unione tra i popoli e le culture e a superare le divisioni, in nome della fraternità universale, a
guardare al mondo ed al futuro con ottimismo, non sprecando il tempo in inutili confronti con il
passato.
A distanza di oltre cinquant’anni da quell’annuncio le spinte innovatrici del Concilio Ecumenico
Vaticano II sono ancora presenti, e il Concilio può essere considerato le più grandi e feconda utopia
della seconda metà del Novecento. E Papa Giovanni ne era pienamente cosciente: quando qualcuno
parlò di “continuazione del Concilio Vaticano I” (che nl 1870 era stato bruscamente interrotto dalla
breccia di Porta Pia, Papa Giovanni sentenziò, secco: Sarà il Concilio Ecumenico Vaticano II
8 - Le scelte politiche
Le scelte politiche di Papa Giovanni furono il corollario delle sue scelte Pastorali.
Paradossalmente 5 la scelta politica fondamentale di Papa Giovanni fu quella di predicare il
vangelo lontano dalla politica. Per lui fare il papa voleva dire soprattutto predicare il Vangelo a
salvezza delle anime, evitando scrupolosamente che gli affari terreni, in particolare quelli politici,
potessero compromettere questa assoluta priorità.
Abbiamo parlato, sì, di un nuovo stile di governo della Chiesa: ebbene, questo stile si
manifestava soprattutto in alcuni atti semplici in sé, ma che, nella concreta situazione storica in cui
venivano posti, assumevano un valore fortemente innovativo. Non si trattava solo del fatto che a Pio
XII, che s’era presentato al mondo come una figura separata, sacrale e ieratica, succedeva ora un
pontefice cordiale e bonario, pronto a uscire dai confini del Vaticano con un pellegrinaggio a Loreto
e ad Assisi, disponibile a compiere personalmente gli atti di misericordia corporale della tradizione
cristiana, come la visita ai malati dell’Ospedale del Bambin Gesù e ai carcerati di Regina Coeli:
Roncalli adeguava la sua intera attività a quell’affermazione del primato della pastorale che in sé
può apparire scontata e banale, ma che in quel preciso contesto storico assumeva una pregnanza
tutta particolare.
Il fatto da rimarcare era che, comportandosi in questo modo nella sua azione quotidiana, nei suoi
discorsi, nei suoi incontri sia con semplici fedeli, sia con qualche personalità di spicco, senza avere
alle spalle nessuna elaborazione teorica Giovanni forniva l’esempio di un distacco dalla politica che
suonava come una sconfessione di comportamenti a lungo praticati dalla Chiesa, e che sembrava
difficile sradicare.
8.1 - Come scenario il mondo
Giovanni ridefinì il ruolo della Santa Sede nello scenario mondiale.
Ma questa ridefinizione passava innanzitutto, e obbligatoriamente, attraverso un nuovo rapporto
con le confessioni cristiane non cattoliche.
Larga eco nell’opinione pubblica ebbe il ricevimento (dicembre 1960) del primate della
confessione anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Geoffrey F. Fisher.
Roma apriva, dopo secoli di ostilità, di reciproche incomprensioni, di vere e proprie calunnie
5 cfr. MENOZZI, o.c., 35 s
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