due papi venuti dal futuro - il gibbo

manifestazioni di massa, continue pressioni sui parlamentari laici e comunisti, i più incerti, questi
ultimi.
1970: il Parlamento vara due leggi: quella che (la n. 898) introduce il divorzio nell'ordinamento
giuridico italiano, sulla base del progetto di legge di Fortuna integrato col progetto di legge del
liberale Antonio Baslini e quella che regolamenta il referendum popolare previsto dalla
Costituzione.
12.7.2 - Il flop del referendum abrogativo delle legge sul divorzio
Gli antidivorzisti quindi, sotto la guida del giurista cattolico Gabrio Lombardi, con il sostegno
dell'Azione cattolica e l'appoggio esplicito sia della CEI che di gran parte della DC, raccolgono
oltre un milione e trecentomila firme. Ma nel maggio 1974 i no all’abrogazione della legge Fortuna-
Baslini furono il 59,3%, i sì furono solo il 40,7%.
L’equivoco: era una legge che rimediava a dei casi non diversamente rimediabili, e invece
venne presentata e recepita come una conquista di civiltà.
12.8 - La legge sull’aborto
Fino al 1975 l’interruzione volontaria di gravidanza era un reato penale: in quell’anno il
segretario del Partito Radicale Spadaccia venne arrestato, insieme la Faccio e la Bonino, per aver
praticato degli aborti e essersene autodenunciati alle autorità di polizia, secondo un stile, quello di
Azione Politica Nonviolenta, introdotto allora per la prima volta in Italia. La richiesta di un
referendum abrogativo degli articoli 546 - 555 del Codice di Diritto Penale, riguardanti i reati
d'aborto fu appoggiata dal Partito Radicale, dal Movimento per la liberazione della donna, dal
Partito di Unità Proletaria, dal Manifesto, della Lega XIII Maggio, da Lotta Continua e da
Avanguardia Operaia (due delle formazioni extraparlamentari più attive, queste ultime) raccolse
oltre 700.000 firme (ne sarebbero bastate 500.000); determinante fu il contributo de L’Espresso.
Dopo varie peripezie la Legge sulla Interruzione Volontaria di Gravidanza, venne approvata il
22 maggio 1978 con il n. 194; a proporla erano ancora il PSI Fortuna e il PLI Baslini.
EXCURSUS : RIFLETTENDO CON MENTE PURA
Il testo della legge:
La 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge di poter ricorrere alla IVG (interruzione
volontaria di gravidanza)
in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato),
nei primi 90 giorni di gestazione
Tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica.
Il prologo:
Il prologo della legge 194 (art. 1), recita: Lo Stato
garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile,
riconosce il valore sociale della maternità,
tutela la vita umana dal suo inizio.
L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il
controllo delle nascite.
Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze,
promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che
l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.
L’equivoco:
49