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ed agitando il capo restò ferma<br />
sulle zampe tremanti. Le discese<br />
tenebra fitta sopra entrambi gli occhi<br />
per il colpo violento del cervello<br />
nella scatola cranica. Scorgendola<br />
stordita sotto il peso del dolore,<br />
prima che si riavesse, la prevenni<br />
e la colpii, gettando a terra l'arco<br />
e la faretra a doppia cucitura,<br />
alla base del collo invulnerabile<br />
e stringendo le mani vigorose<br />
con energia, da dietro la strozzai,<br />
per non farmi straziare dagli unghioni,<br />
e, montandole sopra, contro il suolo<br />
saldamente premevo coi calcagni<br />
le zampe posteriori e con le cosce<br />
le imprigionavo i fianchi fino al punto<br />
in cui la riversai senza respiro<br />
sollevandola ritta per le spalle<br />
e l'Ade immane ne rapì la vita.<br />
Allora avevo in mente come trarre<br />
il vello irsuto della fiera morta<br />
via dalle carni, una fatica impervia,<br />
poiché non mi riusciva di intaccarla<br />
né col ferro, e neppure con le pietre,<br />
né con altra materia. Ma mi venne