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senza farti notare, fagli un cenno<br />
e digli: 'Sei invitato da Simeta'.<br />
Fallo venire qui". Così dicevo.<br />
Quella vi si recò e condusse Delfi<br />
dalla pelle splendente alla mia casa.<br />
Ed io come lo vidi, mentre ancora<br />
passava oltre la soglia della porta<br />
con il piede leggero,<br />
l'amor mio<br />
senti da dove venne, dea Selene,<br />
divenni più gelata della neve,<br />
mi scendeva il sudore dalla fronte<br />
copioso come gocce di rugiada,<br />
la voce non riuscivo a mandar fuori<br />
neppure balbettando, come i bimbi<br />
quando, nel sonno, parlano alla mamma,<br />
e rimasi impalata col bel corpo<br />
identico a un fantoccio.<br />
L'amor mio<br />
senti da dove venne, dea Selene.<br />
Come mi vide quel disamorato,<br />
con gli occhi vòlti a terra, si sedette<br />
sul letto e lì seduto mi faceva<br />
questo discorso: "In verità Simeta,<br />
di tanto nel chiamarmi a questa casa<br />
mi precedesti, prima che venissi,