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Tutti in pedana - Unione degli Industriali della provincia di Varese

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importanti e generosi sono stati <strong>in</strong>vece i<br />

Visconti e gli Sforza signori del ducato, <strong>in</strong><br />

particolare Galeazzo Maria Sforza e il<br />

fratello Ludovico Il Moro raffigurati <strong>in</strong><br />

quattro monete conservate nella vetr<strong>in</strong>a<br />

numismatica. Galeazzo sborsò gran<strong>di</strong> cifre<br />

per trasformare il santuario da una a tre<br />

navate e tre absi<strong>di</strong>, Il Moro pagò <strong>in</strong>vece le<br />

decorazioni e gli affreschi all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong><br />

chiesa.<br />

“La collezione rispecchia bene il valore del<br />

museo - spiega la conservatrice - alcune<br />

opere sono d’eccellenza, altre <strong>in</strong>teressanti<br />

perché illum<strong>in</strong>ano episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> quassù; per<br />

esempio le monete d’età sforzesca, pur<br />

non rarissime, qui hanno un senso<br />

particolare per gli atti <strong>di</strong> mecenatismo dei<br />

signori <strong>di</strong> Milano. Quando il Gab<strong>in</strong>etto<br />

Numismatico valutò la collezione, accertò<br />

che tutte le monete e le medaglie erano autentiche, tranne<br />

due o tre pezzi catalogati come dubbi”.<br />

DRACME GRECHE E SESTERZI ROMANI<br />

Fra dracme greche e assi e sesterzi romani, fra scu<strong>di</strong><br />

genovesi, franchi napoleonici e medaglie che raffigurano i<br />

papi Innocenzo X e XI, Paolo V, Urbano VIII, Gregorio XVI<br />

e Pio IX, la visita è un affasc<strong>in</strong>ante viaggio nel tempo.<br />

Interessante sotto il profilo artistico è la medaglia del<br />

1450 <strong>in</strong> cui Matteo de’ Pasti dà <strong>in</strong>formazioni importanti<br />

su una delle massime opere r<strong>in</strong>ascimentali dell’architetto<br />

Leon Battista Alberti. Raffigura da una parte il busto<br />

paludato <strong>di</strong> Pandolfo Malatesta e dall’altra la chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Francesco a Rim<strong>in</strong>i, nota come Tempio Malatestiano, con<br />

la cupola che ricorda il Pantheon <strong>di</strong> Roma che Alberti<br />

aveva <strong>in</strong>tenzione <strong>di</strong> realizzare. Rimase <strong>in</strong>vece <strong>in</strong>compiuta.<br />

Le monete raccontano <strong>in</strong> un certo senso anche l’evoluzione<br />

del santuario e Laura Marazzi presta la sua voce per una<br />

breve lezione. “Il gran<strong>di</strong>oso altare ligneo con la statua<br />

<strong>della</strong> Madonna e l’apparato decorativo del ‘400, poi<br />

superato <strong>in</strong> epoca barocca per r<strong>in</strong>novare l’<strong>in</strong>terno del<br />

santuario adattandolo al neonato Viale delle Cappelle,<br />

furono realizzati da artisti chiamati dai cantieri <strong>di</strong> Milano<br />

- spiega - L’altare del ‘400 fu poi smembrato, come il<br />

coro sforzesco con stalli lignei decorati, <strong>di</strong> cui due sono<br />

custo<strong>di</strong>ti nel museo. E’ una fortuna che il santuario sia<br />

riuscito a conservare un’importanza costante nei secoli:<br />

non rimase bloccato alla pur ricca fase me<strong>di</strong>evale, <strong>di</strong> cui<br />

ora ci parlano solo i documenti e alcune sculture del<br />

museo, ma si è evoluto con una straord<strong>in</strong>aria stagione<br />

r<strong>in</strong>ascimentale ed è approdato ai gran<strong>di</strong>osi esiti<br />

seicenteschi che sono sotto i nostri occhi. I<br />

cambiamenti avvennero sotto la sp<strong>in</strong>ta <strong>di</strong> nuove<br />

esigenze spirituali, seguendo il mutare del gusto<br />

estetico, ma anche per necessità pratiche:<br />

quando crebbe il numero dei pellegr<strong>in</strong>i, il<br />

santuario fu <strong>in</strong>gran<strong>di</strong>to e reso più accogliente. Il<br />

r<strong>in</strong>novamento era all’epoca un atto normale,<br />

per noi oggi non è così: facciamo fatica a<br />

capire come <strong>in</strong>serirci nel passato con rispetto ed<br />

efficacia. Gli ultimi cambiamenti consistenti <strong>in</strong><br />

santuario avvennero dopo il Concilio Vaticano<br />

II. Nel 1945 Lodovico Pogliaghi aggiunse tre<br />

suoi rilievi all’altare marmoreo del Seicento, poi<br />

spostati <strong>in</strong> avanti alla f<strong>in</strong>e <strong>degli</strong> anni Sessanta<br />

per sorreggere la nuova mensa, perché la<br />

riforma liturgica conciliare aveva imposto al<br />

sacerdote <strong>di</strong> celebrare <strong>di</strong> fronte all’assemblea e<br />

non più <strong>di</strong> spalle. Pogliaghi realizzò anche la<br />

nicchia del battistero con le terracotte <strong>in</strong> stile<br />

Della Robbia. Con coraggio monsignor Pasquale Macchi,<br />

con le commissioni a Guttuso e Bod<strong>in</strong>i, cercò <strong>di</strong> dare una<br />

risposta alla <strong>di</strong>fficile questione del <strong>di</strong>alogo del nuovo con<br />

l’antico perché la vita spirituale e artistica del Sacro<br />

Monte potesse progre<strong>di</strong>re”. (S.R.)<br />

IL BILANCIO DI DIECI ANNI IN CIFRE<br />

- 37 mila visitatori.<br />

- 30 <strong>in</strong>contri culturali (conferenze, concerti, presentazione <strong>di</strong><br />

donazioni, <strong>di</strong> restauri e libri).<br />

- Offerta <strong>di</strong>dattica: 24 visite a tema per adulti e 7 per<br />

bamb<strong>in</strong>i; attività per <strong>di</strong>sabili, anziani ospiti <strong>di</strong> case <strong>di</strong> riposo<br />

e immigrati stranieri.<br />

- 4 <strong>di</strong>ari pubblicati: La Verg<strong>in</strong>e delle Rocce <strong>di</strong> Leonardo e il<br />

paliotto del santuario. Trento Longaretti al Sacro Monte. I<br />

Manufatti me<strong>di</strong>oevali <strong>di</strong> Domenico e Lanfranco da Ligurno<br />

e la guida Gioca <strong>in</strong> Arte.<br />

- 10 opere aggiunte all’allestimento <strong>in</strong>iziale.<br />

- 4 opere prestate per mostre <strong>di</strong> rilevanza nazionale.<br />

- 2 esposizioni curate dal museo (Il Volto <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong> Georges<br />

Rouault; Faruff<strong>in</strong>i, Fratt<strong>in</strong>i, Bod<strong>in</strong>i, Quattr<strong>in</strong>i).<br />

- 2 mostre <strong>di</strong>dattiche organizzate (I manufatti me<strong>di</strong>oevali <strong>di</strong><br />

Domenico e Lanfranco da Ligurno; La Natività negli<br />

affreschi <strong>della</strong> “cripta” del santuario).<br />

- 150 studenti universitari, ricercatori e stu<strong>di</strong>osi aiutati per tesi<br />

e ricerche.<br />

- 20 i volontari VAMI (Volontari Associati per i Musei Italiani)<br />

che dal 2001 hanno de<strong>di</strong>cato il loro tempo al museo<br />

Focus<br />

Anno XIII - n.4/2012 - VARESEFOCUS<br />

FOCUS<br />

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