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Tutti in pedana - Unione degli Industriali della provincia di Varese

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TERRITORIO<br />

50<br />

Territorio<br />

e travi <strong>di</strong> legno, costruito<br />

secondo l’antica tecnica<br />

quattrocentesca ad archi<br />

trasversi. Lungo le pareti<br />

ci sono alcuni <strong>di</strong>p<strong>in</strong>ti, tra<br />

cui la “Madonna con S.<br />

Antonio e S. Eusebio” ed<br />

il “Miracolo <strong>della</strong> mula”,<br />

opere eseguite nel primo<br />

La cripta con i loculi per la sepoltura, <strong>in</strong><br />

posizione seduta, dei canonici.<br />

Una lapide murata nella<br />

facciata <strong>della</strong> chiesa<br />

ricorda l’<strong>in</strong>izio dei<br />

lavori, quando venne<br />

posata la prima pietra,<br />

il giorno 8 novembre<br />

1608.<br />

Seicento dall’artista frate Gerolamo da Premana.<br />

Il presbiterio, coperto da volta, presenta, <strong>di</strong>etro l’altare<br />

maggiore, un coro ligneo del XVII secolo: qui si trova un<br />

bellissimo busto <strong>in</strong> legno <strong>di</strong> S. Eusebio che gli <strong>in</strong>ventari<br />

<strong>della</strong> chiesa <strong>di</strong>cono fosse collocato <strong>in</strong> una nicchia <strong>della</strong><br />

sacrestia; restaurato nel 2008, per la fisionomia del volto<br />

ed i particolari dell’abbigliamento, si ipotizza che il busto<br />

rappresenti S. Carlo, più che S. Eusebio.<br />

Sempre <strong>in</strong> questa parte <strong>della</strong> chiesa sono conservate due<br />

pergamene seicentesche che riproducono, ancora <strong>in</strong><br />

tetragramma, il Bene<strong>di</strong>ctus <strong>in</strong> tardo canto gregoriano.<br />

VARESEFOCUS - Anno XIII - n.4/2012<br />

Il coro.<br />

Sull’altare maggiore, <strong>in</strong> stile barocco (1761) e rivestito<br />

con ra<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> noce, si trova una splen<strong>di</strong>da scultura<br />

dell’Immacolata; la parte anteriore è arricchita da un<br />

prezioso paliotto <strong>in</strong> scagliola (paramento <strong>di</strong> gesso e<br />

calce che imita il marmo), attribuito a maestranze<br />

specializzate <strong>della</strong> Val d’Intelvi (f<strong>in</strong>e XVII secolo). Ai lati<br />

dell’altare si trovano gli affreschi con la “Pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong><br />

San Giovanni da Capestrano” e la “Miracolosa<br />

concessione del perdon d’Assisi”, che, <strong>in</strong>sieme ai Santi<br />

Antonio da Padova e Pietro d’Alcantara tra la f<strong>in</strong>estra<br />

del coro, sono stati attribuiti al pittore Giovanni Battista<br />

Ronchelli (1715-1788). In alto, al centro, rimangono solo<br />

alcune tracce <strong>di</strong> un Cristo <strong>in</strong> gloria.<br />

Sul lato <strong>della</strong> navata conf<strong>in</strong>ante con la strada, si aprono<br />

i locali a<strong>di</strong>biti a sacrestia e quattro cappelle laterali a<br />

forma poligonale, de<strong>di</strong>cate a S. Francesco, S. Giuseppe,<br />

S. Antonio da Padova ed ai santi dell’Ord<strong>in</strong>e<br />

francescano. In quest’ultima sono presenti una statua <strong>di</strong><br />

legno raffigurante S. Pasquale Baylon ed un quadro con<br />

S. Bonaventura, S. Chiara e S. Bernard<strong>in</strong>o. La cappella<br />

<strong>di</strong> Sant’Antonio, patronato <strong>della</strong> famiglia dei Della Porta<br />

<strong>di</strong> Casalzuigno, è arricchita con la scultura del santo,<br />

posta <strong>in</strong> loco nel 1724, e con affreschi <strong>di</strong> più alta<br />

qualità, aff<strong>in</strong>i alle decorazioni presenti a Villa Della<br />

Porta Bozzolo a Casalzuigno<br />

LE TOMBE<br />

Quando gli abitanti <strong>di</strong> Azzio donarono i terreni sui quali<br />

venne costruito il complesso religioso, si riservarono il<br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> tumulare i loro defunti all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> chiesa<br />

del nuovo convento, nel luogo dove già anticamente<br />

esistevano delle tombe dei loro defunti. Nella Chiesa del<br />

Convento si possono, <strong>in</strong>fatti, osservare alcune lapi<strong>di</strong><br />

tombali che richiamano la presenza <strong>di</strong> sepolture. Al<br />

centro del presbiterio, davanti all’altare, una lapide con<br />

la scritta “Decet Mem<strong>in</strong>isse Fratrum” consente l’accesso<br />

ad una cripta dove venivano sepolti i frati, seduti entro<br />

nicchie e poi murati. I cocci <strong>di</strong> queste murature, sparsi<br />

per terra, testimoniano che il luogo venne profanato e<br />

utilizzato come nascon<strong>di</strong>glio durante la prima guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale da parte <strong>di</strong> soldati stranieri.<br />

Si ricorda anche la lapide tombale con l’epitaffio<br />

de<strong>di</strong>cato ad un membro <strong>della</strong> famiglia dei Della Porta <strong>di</strong><br />

Casalzuigno, casata che possedeva una tomba <strong>di</strong><br />

famiglia nella chiesa dei Francescani, avendo avuto con<br />

il convento un rapporto <strong>di</strong> affetto e devozione.<br />

IL RESTAURO<br />

Nell’appena trascorso mese <strong>di</strong> marzo 2012 sono <strong>in</strong>iziati<br />

i lavori per il recupero ed il restauro <strong>della</strong> chiesa che ha<br />

l’obiettivo f<strong>in</strong>ale <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni dell’e<strong>di</strong>ficio e<br />

<strong>di</strong> garantire una corretta conservazione del bene.<br />

Il progetto è stato realizzato dagli architetti Gianni Pozzi

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