INTRODUZIONE L'arco di tempo compreso tra l'Età del ... - Samnitium
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S. MARIA IN PRATO<br />
La zona <strong>di</strong> S. Maria in Prato, detta anche Le Mura, pur non avendo evidenze <strong>di</strong> strutture, si caratterizza<br />
per il recupero <strong>di</strong> materiali prevalentemente <strong>di</strong> età imperiale, anche se non mancano, come le macine,<br />
documenti <strong>di</strong> una sua frequentazione già in epoca repubblicana. Da qui provengono 32 monete <strong>di</strong> epoca<br />
imperiale (comprese quelle incerte) <strong>di</strong> cui quella più tarda ci porta alla metà <strong>del</strong> III sec. d.C.; <strong>del</strong>lo stesso<br />
perido appaiono un bran<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> mosaico policromo (16 x 23,8), un bel capitello in marmo bianco e la<br />
<strong>di</strong>stribuzione sul tereno <strong>di</strong> frustuli <strong>di</strong> ceramica sigillata.<br />
Dalla stessa area provengono anche altri materiali <strong>di</strong> cui alcuni <strong>di</strong> un certo interesse come le 4 matrici<br />
per lucerna databili all’inizio <strong>del</strong> I sec. d.C., e una meri<strong>di</strong>ana in marmo <strong>di</strong> epoca imperiale.<br />
L’area è nota anche per il rinvenimento <strong>di</strong> materiale votivo che documenta la presenza <strong>di</strong> un tempio in<br />
zona; i tipi <strong>di</strong> oggetti qui rinvenuti, <strong>tra</strong> i più <strong>di</strong>sparati, non sembrano però farci pensare solo ad un e<strong>di</strong>ficio<br />
sacro, ma a qualcosa <strong>di</strong> più allo stato attuale non definibile, con funzioni legate alla produzione ed alla frequentazione<br />
stabile <strong>del</strong> sito.<br />
L’area non sembra avere una utilizzazione successiva all’età imperiale, tuttavia la zona, pur se in <strong>di</strong>scontinuità<br />
cronologica, trova la sua continuità a Monte S. Giovanni, dove compaiono materiali sicuramente<br />
altome<strong>di</strong>evali che ci parlano <strong>di</strong> frequentazione <strong>di</strong> quest’area pro<strong>tra</strong>ttasi dal VI sec. d.C. fino al XV sec.(cfr.<br />
Gravina A. (2004), pp. 1-32), cronologia documentata anche da un interessante nucleo <strong>di</strong> monete bizantine<br />
anteriori al 1000.<br />
126<br />
1 - Base <strong>di</strong> colonna - La base consiste in un<br />
plinto quadrato su cui si sovrappongono due tori<br />
separati da scotia. La base è fatta per sopportare<br />
una colonna con <strong>di</strong>ametro base <strong>di</strong> 55. Sulla faccia<br />
superiore è un foro quadrangolare per incasso<br />
a cui si collega una canaletta per il versamento<br />
<strong>del</strong> piombo.<br />
H 27,5 circa x 61. Marmo cristallino <strong>di</strong> colore grigio-blu.<br />
2 - Blocco d’angolo <strong>di</strong> base modanata -<br />
Cornice a gola rovescia senza listello <strong>di</strong> base con<br />
evidente parte <strong>di</strong> grappa a doppia T (3,2 x 5,7).<br />
H 40 lg. 139; pf. 43. Calcare.<br />
3 - Meri<strong>di</strong>ana ad hemicyclium - Parte posteriore<br />
appena sbozzata; liscio ed orizzontale il piano<br />
superiore con breve cornice sporgente; sulla faccia<br />
des<strong>tra</strong> sagoma <strong>di</strong> zampa <strong>di</strong> grifo alato; sulla fronte<br />
quarto <strong>di</strong> sfera con <strong>tra</strong>ccia <strong>del</strong>l’alloggiamento <strong>del</strong>lo<br />
stilus o gnomon in alto; sulla superficie concava 8<br />
<strong>del</strong>le linee orarie at<strong>tra</strong>versate dalle curve stagionali<br />
<strong>del</strong> solstizio invernale e degli equinozi e <strong>del</strong> solstizio<br />
estivo secondo il sistema orario detto <strong>tempo</strong>rario.<br />
L’emiciclo appoggia su uno zoccolo modanato<br />
a gola rovescia <strong>del</strong>imitato da listello piatto<br />
sulla fronte e dalla sagoma <strong>del</strong>la zampa <strong>di</strong> grifo