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INTRODUZIONE L'arco di tempo compreso tra l'Età del ... - Samnitium

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Il dato può rien<strong>tra</strong>re in quel fenomeno <strong>di</strong> permeabilità <strong>del</strong>la valle <strong>del</strong> Fortore che si riproporrà con<br />

i percorsi <strong>tra</strong>tturali posti lungo l’Adriatico e con la valle <strong>del</strong> torrente Tona; a partire dalla fine <strong>del</strong> VII<br />

secolo e per tutto il VI sec. a.C. sono questi alcuni dei percorsi preferenziali at<strong>tra</strong>verso cui giungeranno<br />

in queste zone i vasi <strong>di</strong> bucchero (e non solo questi) dalla Campania. L’analisi dei dati archeologici<br />

sembra far preferire alla loro interpretazione quali beni <strong>di</strong> prestigio, o meglio segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione<br />

sociale e <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> acculturazione da parte <strong>di</strong> ceti emergenti, quella <strong>di</strong> elementi riferibili a precise<br />

componenti etniche.<br />

Già dall’inizio <strong>del</strong> VI secolo a.C. compaiono manufatti <strong>di</strong> provenienza capuana, come i vasi <strong>di</strong> bucchero<br />

<strong>di</strong> San Severo, <strong>di</strong> Tiati, o come il bacino a orlo perlato da Tiati, le antefisse nimbate, a testa <strong>di</strong><br />

menade, <strong>di</strong> tipo capuano 15 . Le poche tombe rinvenute <strong>di</strong> questo periodo, in particolare quelle <strong>di</strong> San<br />

Severo, con<strong>tra</strong>da Guadone 16 , si allontanano completamente da quelle con inumato su un fianco con<br />

le gambe con<strong>tra</strong>tte proprie <strong>del</strong>l’intera Puglia, ma compaiono in posizione <strong>di</strong>stesa e supina, tipiche <strong>del</strong><br />

mondo sannitico e ben note nella vicina necropoli <strong>di</strong> Termoli - Porticone. Le sepolture <strong>di</strong> con<strong>tra</strong>da<br />

Guadone testimoniano la presenza <strong>di</strong> un gruppo allogeno proveniente dal nord già in età arcaica che<br />

le fonti successive lasciano presumere già ra<strong>di</strong>cato sul territorio ed in grado <strong>di</strong> orientare le scelte politiche<br />

secondo <strong>di</strong>rettive coerenti con le scelte sannitiche e non daune o romane, scelte che non escluderei<br />

connesse con la <strong>tra</strong>nsumanza.<br />

Si avverte anche nella necropoli <strong>del</strong> Casone una realtà dai contorni non facilmente definibili tipica<br />

<strong>del</strong>le regioni <strong>di</strong> passo 17 com’è quella <strong>di</strong> Tiati.<br />

Conseguenza, è la creazione, a Tiati, nel VI-V secolo, <strong>di</strong> una società in cui gruppi sannitici conquistano<br />

il potere politico-economico. Sul piano politico l’esempio più significativo è la posizione antiromana<br />

assunta da Tiati alla fine <strong>del</strong> IV secolo, durante la seconda guerra sannitica; sul piano economico<br />

la monetazione con legenda in osco fra la fine <strong>del</strong> IV ed il III secolo 18 , la consistente presenza <strong>di</strong><br />

testi in osco durante il periodo repubblicano 19 e la presenza ancora nel corso <strong>del</strong> I sec. a.C., <strong>di</strong> ben cinque<br />

gentes originarie <strong>del</strong>l’area osco-sabellica, fra le sette attestate a Teanum Apulum 20 . A questi dati si<br />

può aggiungere la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong> culto <strong>di</strong> Ercole, <strong>di</strong>vinità tipica <strong>del</strong> mondo sannitico 21 e <strong>del</strong>le sepolture<br />

ad inumazione con il defunto in posizione supina con corre<strong>di</strong> “misti”, in cui alla <strong>tra</strong><strong>di</strong>zionale olla ed<br />

attingitoio dauni in ceramica depurata chiara si affiancano vasetti <strong>di</strong> impasto e <strong>di</strong> bucchero; questi<br />

aspetti <strong>di</strong>stribuiti lungo la bassa valle <strong>del</strong> Fortore 22 trovano stretti confronti nel repertorio presente<br />

nelle necropoli <strong>di</strong> Termoli - Porticone, Larino - Monte Arcano e S. Giuliano <strong>di</strong> Puglia 23 .<br />

Alla documentazione archeologica in<strong>di</strong>cata si può aggiungere un’armatura <strong>del</strong> IV sec. a.C. da S.<br />

Paolo Civitate, che può rappresentare un ulteriore documento <strong>di</strong> questo particolare ambito culturale<br />

e politico <strong>di</strong> regione <strong>di</strong> passo in cui vive Tiati; è un’armatura trovata negli anni ’80 in agro <strong>di</strong> S. Paolo<br />

Civitate 24 ; presenta il tipo <strong>di</strong> corazza anatomica breve con cinturone a tre ganci ed elmo a pilo, elmo<br />

sicuramente italico, ma che può forse rappresentare l’elemento <strong>di</strong>stintivo anche degli Apuli propriamente<br />

detti 25 in cui rien<strong>tra</strong> Tiati (Appen<strong>di</strong>ce, p. 116).<br />

La me<strong>di</strong>a e l’alta valle<br />

La me<strong>di</strong>a valle <strong>del</strong> Fortore trova i suoi limiti morfologici a nord in Monte Serrazasilla (m 922 s.l.m.)<br />

e a sud in Monte Sambuco (m 981); corrisponde approssimativamente alla parte inferiore dei bacini<br />

idrografici dei torrenti Tappino e Cigno sulla sponda sinis<strong>tra</strong> e dei torrenti La Catola e Sente sulla<br />

sponda des<strong>tra</strong>.<br />

L’alta valle trova i suoi limiti morfologici a sud in monte Vento (m 1954), monte Stilo (m 1013) e<br />

monte Pagliarone (m 1030), e vi rien<strong>tra</strong>no i territori comunali <strong>di</strong> S. Marco la Catola, Volturara<br />

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