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COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

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più lungo <strong>di</strong> quello che figura nella partitura stampata nel 1609: dei 27 versi originali <strong>di</strong><br />

Striggio, non conosciamo la musica che dei primi do<strong>di</strong>ci. Qual’era la musica dei quin<strong>di</strong>ci<br />

versi mancanti? Senza dubbio non lo sapremo mai.<br />

In questo lieto [Do 4]<br />

Analisi lineare<br />

Sta dunque al primo pastore, vero corifeo, aprire la favola con un primo racconto. Egli<br />

si rivolge agli altri coreuti, pastori e Ninfe, e li invita a cantare per celebrare le nozze <strong>di</strong><br />

Orfeo ed Euri<strong>di</strong>ce. La seconda strofa offre in pochi versi le informazioni sul passato dei<br />

due amanti. Orfeo ha sofferto per la freddezza <strong>di</strong>mostrata nei suoi riguar<strong>di</strong> dalla bella, ma<br />

altezzosa Euri<strong>di</strong>ce.<br />

Una volta ancora, Montever<strong>di</strong> rivela qui il suo gusto per le architetture simmetriche. In<br />

effetti questo racconto adotta una forma unica nell’Orfeo: un inserto in tre parti ABA, cioè<br />

un primo racconto, un secondo <strong>di</strong> carattere contrastante, poi la ripresa del primo. Fatto<br />

notevole, è ugualmente sotto questa stessa forma che sono stampati i versi <strong>di</strong> Striggio nel<br />

libretto originale: occorre dedurne che questa organizzazione sia stata subito presa in<br />

considerazione dal librettista?<br />

Certi commentatori moderni hanno voluto vedere in questo racconto l’emergere della<br />

forma aria da capo. Si tratta <strong>di</strong> una abusa <strong>di</strong> lingua, poiché questa mono<strong>di</strong>a accompagnata<br />

non è in nessun caso un’aria: a quel tempo, bisogna riservare questa denominazione ai<br />

pezzi in forma strofica. Qui lo stile recitativo domina. La prima parte, nel modo <strong>di</strong> Re autentico<br />

(dorico), è molto declamatoria e consonante; la seconda parte, che evoca i tormenti<br />

passati da Orfeo, è più mutevole (verso i poli <strong>di</strong> sol e <strong>di</strong> la), e si ritrova lo sfasamento fra le<br />

voci e il basso continuo creando delle <strong>di</strong>ssonanze espressive.<br />

Vieni Imeneo: Choro [A5: do 1, do 1, do 3, do 4, fa 4]<br />

Questo Canto fu concertato al suono de tutti gli stromenti.<br />

Al racconto del primo Pastore-corifeo succede il vero «coro» d’entrata, il parados della<br />

trage<strong>di</strong>a antica. I lavori degli umanisti del Rinascimento sul teatro antico ne avevano<br />

richiamato il principio: alla fine del Prologo, il coro dei 15 coreuti entrava in processione<br />

nell’orchestra, preceduto da un suonatore d’aulos, cantando su un ritmo <strong>di</strong> marcia lenta.<br />

Questo canto d’entrata è un epitalamio, inno matrimoniale, nel quale le Ninfe e i Pastori<br />

invocano il nome <strong>di</strong> Imeneo. Imeneo è il <strong>di</strong>o greco che ha come compito quello <strong>di</strong> guidare<br />

il corteo nuziale. Egli era, secondo la tra<strong>di</strong>zione antica, un bel giovane amato da Apollo e,<br />

in più, un eccellente cantante e suonatore <strong>di</strong> flauto. In più era abitualmente rappresentato<br />

con una torcia in mano. Poiché è il portatore della luce ed è stato amato da Apollo, Striggio<br />

associa naturalmente Imeneo alla figura del Sole («E la tua face ardente sia quasi un sole

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