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COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

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Antistropha: il contrappunto imitativo lascia il posto alla polifonia omoritmia, il modo<br />

cambia (re dorico trasposto sul sol, con bemolle) e al ritmo binario succede una proporzione<br />

<strong>di</strong> sesquialtera (in emiola).<br />

Epodos: formato da un Ritornello strumentale eseguito con brio, con emiola conclusiva,<br />

notata a 6/4. Questa proporzione fa apparire dei valori ritmici più brevi che non 3/2.<br />

Ritorna il modo <strong>di</strong> sol autentico (misoli<strong>di</strong>o).<br />

Le tre sezioni sono poi ripetute nell’or<strong>di</strong>ne. L’e<strong>di</strong>zione menziona un’orchestrazione<br />

precisa: la metà degli archi (5 sui 10), un enorme gruppo <strong>di</strong> bassi continui (7 strumenti)<br />

in tutti i punti paragonabili a quelli richiesti per Tirsi e Clori, e un piccolo flauto alla 22°.<br />

La scrittura <strong>di</strong> questo balletto a cinque parti, con due soprani complementari e in imitazione,<br />

rende preferibile la presenza <strong>di</strong> due flauti piuttosto che <strong>di</strong> uno solo, tanto che ci<br />

sarebbe qui una prima evocazione dell’aulos, questo antico flauto doppio che sarà rappresentato<br />

nel secondo atto sottoforma <strong>di</strong> duetto <strong>di</strong> flautini.<br />

Il libretto <strong>di</strong> Striggio, ancora una volta infiorato <strong>di</strong> riferimenti cosmologici. Le circonvoluzioni<br />

del sole, della luna e delle stelle ci rinviano alla figura <strong>di</strong> Apollo, <strong>di</strong> sua sorella<br />

Artemide, e delle Muse. Questi riferimenti forse costituiscono in<strong>di</strong>cazioni coreografiche:<br />

molti antichi balletti furono organizzati in movimenti orizzontali e geometrici in modo da<br />

figurare le migrazioni delle stelle.<br />

Ma tu gentil cantore [do 3]<br />

Questo breve racconto interrompe l’epitalamio e apre l’episo<strong>di</strong>o centrale, nel quale<br />

finalmente ci vengono presentati Orfeo e Euri<strong>di</strong>ce. Questo pastore dalla delicata voce <strong>di</strong><br />

contralto, suggerisce furtivamente una prima ombra in questo contesto <strong>di</strong> allegria collettiva,<br />

evocando i «lamenti» che hanno già fatto «lacrimar queste campagne». L’incupimento<br />

è provocato da una brusca e breve <strong>di</strong>scesa cromatica, figura eminentemente espressiva<br />

(catabasis) che conoscerà nel II° e IV° atto dei notevoli sviluppi.<br />

Rosa del ciel [do 4]<br />

Il primo intervento <strong>di</strong> Orfeo, «Rosa del ciel» comincia come un inno religioso al sole,<br />

cioè ad Apollo. È qui che appare chiaramente per la prima volta, il riferimento alla filosofia<br />

neo-platonica, che tenta <strong>di</strong> conciliare l’ere<strong>di</strong>tà antica e la mentalità cristiana. Il poema <strong>di</strong><br />

Striggio è scritto alla maniera dei canti orfici che componeva Marsile Ficino (1433-1499),<br />

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