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COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

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essi stessi cantando con il loro strumento e gli altri due sopraddetti. Se ci fosse un’arpa<br />

al posto del chitarrone <strong>di</strong> Clori, sarebbe ancora meglio. E dopo i <strong>di</strong>aloghi per il balletto, si<br />

aggiungerebbero ancora sei altri cantanti perché è a otto voci, poi otto viole da braccio, un<br />

contrabbasso, una spinetta a spata [a spala? arpata? una spinetta a spalla? un’arpa?]. Se vi<br />

fossero anche due leuttini piccioli [piccoli liuti] ciò sarebbe bene».<br />

Lasciate i monti: Choro [A 5: do 1, do 1, do 3, do 4, fa 4]<br />

Questo balletto fu cantato al suono <strong>di</strong> cinque Viole da braccio, tre Chitarroni, duoi Clavicembani,<br />

un’Arpa doppia, un contrabbasso de Viola, & un Flautino alla vigesima seconda.<br />

Facendo seguito logicamente alla pavana introduttiva, il secondo coro, denominato da<br />

Montever<strong>di</strong> balletto, è tutto de<strong>di</strong>cato alla danza. La sua scrittura lo ravvicina a dei balletti<br />

composti nello stesso periodo dal musicista mantovano Giovanni Giacomo Castol<strong>di</strong> (1550-<br />

1622). Montever<strong>di</strong> e Striggio qui restano fedeli alla concezione antica del coro: i filologi<br />

avevano ricordato che i coreuti eseguivano <strong>di</strong>verse figure <strong>di</strong> danza mentre cantavano.<br />

Queste evoluzioni si facevano sul posto e seguivano la simmetria imposta dalla struttura<br />

stessa del canto (denominato responsio). Una stropha invitava i coreuti a danzare in un<br />

senso (verso destra, secondo un commentatore anonimo d’Euripide), poi un’antistropha<br />

della stessa metrica permetteva una nuova evoluzione in senso inverso. Un epodos, su una<br />

struttura ritmica <strong>di</strong>fferente, veniva a rompere la simmetria stropha-antistropha e poteva<br />

dare origine a un nuovo responsio.<br />

Qui è giocoforza constatare che la struttura <strong>di</strong> questo balletto è molto esattamente<br />

quella del coro della trage<strong>di</strong>a antica: Mantever<strong>di</strong> ha fatto ancora una volta un’opera d’architetto<br />

ripartendo in questo modo i versi <strong>di</strong> Striggio: strofa 1, strofa 2 (antistropha),<br />

Ritornello (epodos), strofa 1, strofa 3 (antistropha), Ritornello (epodos).<br />

Questo coro è legato musicalmente a «Vieni imeneo», dato che sfrutta <strong>di</strong> nuovo il metro<br />

dattilico. Ma il linguaggio musicale adottato è <strong>di</strong> un altro or<strong>di</strong>ne: la <strong>di</strong>mensione coreografica<br />

impone un importante lavoro ritmico, e la polifonia riveste degli ornamenti madrigaleschi,<br />

che mescolano il contrappunto imitativo e le sezioni omoritmiche.<br />

Stropha: la polifonia si apre su una sezione in contrappunto imitativo, scritta in modo<br />

<strong>di</strong> sol autentico (misoli<strong>di</strong>o). Due motivi <strong>di</strong>stinti sono sfruttati in imitazione, opponendo le<br />

voci maschili alle voci femminili:

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