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COMMENTARIO MUSICALE DELL'ORFEO di Denis Morrier

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26<br />

ATTO SECONDO<br />

Dopo un Prologo allegorico e un primo atto con accenti spirituali e moralizzatori, il<br />

secondo atto ci immerge nel mondo delle passioni umane, nella trage<strong>di</strong>a propriamente<br />

detta.<br />

Questo atto è quello della peripezia, definito da Aristotele come il «l’inversione completa<br />

dell’azione» dalla narrazione <strong>di</strong> eventi patetici e <strong>di</strong> passioni violente (pathos). Per<br />

accrescere la forza drammatica <strong>di</strong> questa peripezia, Striggio e Montever<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>viso<br />

questo atto in tre parti <strong>di</strong>stinte.<br />

La prima è una vera pastorale: Orfeo e i Pastori proseguono canzonette e canzoni per<br />

celebrare la felicità dello sposo. L’orchestrazione in tutta questa prima parte è coerente: è<br />

quella, tra<strong>di</strong>zionale, delle pastorali del Rinascimento, con violini e flauti.<br />

La seconda presenta la peripezia propriamente detta, e offre una rottura penetrante<br />

<strong>di</strong> stile poetico e musicale. Il Messaggero (chiamato Silvia) annuncia a Orfeo la morte <strong>di</strong><br />

Euri<strong>di</strong>ce. Questa morte non ci è mostrata, ma riferita secon<strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento classico<br />

dai molteplici pregi: l’immaginazione è senza dubbio più potente della visione, e soprattutto,<br />

il principio moderno <strong>di</strong> decoro è rispettato. L’orchestrazione cambia: gli strumenti<br />

pastorali tacciono, il clavicembalo e i liuti emergono davanti all’organo <strong>di</strong> legno. Per la sua<br />

presenza, l’orchestra si ammanta <strong>di</strong> colori <strong>di</strong> dolore.<br />

La terza è il coro conclusivo, lo stasimon (canto sul posto). Esso riveste la forma del<br />

kommos aristotelico: «Il kommos è un canto <strong>di</strong> lamentazione comune al coro e agli attori<br />

sulla scena.» (Aristotele, Poetica, cap. 12). la partitura del 1609 non presenta il Choro integralmente<br />

com’è nella stampa del libretto del 1607, ma propone due strofe affidate a un<br />

duetto <strong>di</strong> pastori, alle quali succede un ritornello corale «Ahi caso acerbo». Il libretto originale<br />

comprende una terza strofa, più lunga delle precedenti, <strong>di</strong> nuovo seguita dal ritornello<br />

«Ahi caso acerbo». Come per il primo atto, la musica sembra perduta per sempre.<br />

Il secondo atto è l’atto tragico per eccellenza. Aristotele, nella sua Poetica, precisava<br />

che «per suscitare il dolore e la pietà, l’azione deve <strong>di</strong>pingere il passaggio dalla felicità al<br />

dolore <strong>di</strong> un eroe che non è eccezionale né per il suo valore né per la sua giustizia, che non<br />

cade nel dolore in ragione della sua malvagità o della sua vigliaccheria, ma a causa <strong>di</strong> una<br />

colpa [harmatia]». Qual è stata allora la colpa <strong>di</strong> Orfeo? Senza dubbio quella che gli rinfaccerà<br />

il padre Apollo nell’atto V°: «Troppo gioisti!».<br />

Le tre parti <strong>di</strong> quest’atto sono ben <strong>di</strong>stinte, è nessuna simmetria vi è da mettere in evidenza:<br />

Montever<strong>di</strong> sceglie un’organizzazione lineare, che «coglie» perfettamente il proposito<br />

drammatico.<br />

Analisi lineare<br />

Prima parte: pastorale in cinque canzoni<br />

Sinfonia [1]: [do, 1, do 1, do 3, do 4, fa 4]<br />

Ecco pur ch’a voi ritorno [do 4]<br />

L’inizio del secondo atto si inscrive nella continuità del precedente. Si apre con una Sinfonia<br />

strumentale con la stessa combinazione <strong>di</strong> chiavi del Ritornello dell’ultimo Choro:<br />

essa è dunque destinata all’insieme delle viole da braccio. Anche se <strong>di</strong> scrittura polifonica,<br />

essa è prima <strong>di</strong> tutto <strong>di</strong> essenza ritmica, e propone un metro ine<strong>di</strong>to: l’anapesto (due brevi<br />

una lunga).<br />

Le parole <strong>di</strong> Orfeo («Ecco pur») suggeriscono che egli stia venendo in scena in

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