valutazione 8xmille Italia - Caritas Italiana
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Valutazione dei progetti <strong>Caritas</strong>-CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> 2005-2007<br />
stica, la gestazione di un servizio segno può durare circa due anni, da quando nasce<br />
l’intuizione su un bisogno a quando si mettono insieme i tecnici che si esprimano sulla pertinenza<br />
e sulla fattibilità dell’idea iniziale. In questo periodo di “gestazione” oltre ad indagare<br />
sul bisogno intercettato ci siamo anche chiesti come non diventare funzionali al sistema che<br />
esclude queste persone, diventando in certo senso “comodi” ossia “banca conto terzi” per<br />
clienti indesiderati. Perciò fin da subito abbiamo deciso che dovevamo coinvolgere il sistema<br />
bancario e che il credito doveva essere formalmente stipulato con gli istituti di credito. Una<br />
volta chiarita la bontà dell’intuizione, abbiamo individuato una strategia e un regolamento<br />
che dicesse non solo il ‘cosa’, ma anche ‘come’ si intendeva poter individuare i partner del sistema<br />
(banche del credito cooperativo) e coinvolgere quindi la rete territoriale di riferimento.<br />
Successivamente, abbiamo individuato i luoghi dove aprire gli sportelli, tenendo presente il<br />
policentrismo della diocesi e i volontari, che abbiamo formato per il servizio» (Direttore).<br />
In merito alla terza categoria di povertà, la vulnerabilità ‘della o nella società complessa’,<br />
dovuta all’incapacità di leggere l’esigibilità dei propri diritti, si ribadisce che, se la prima<br />
forma di carità deve essere la giustizia, ne consegue che occorre “capirne qualcosa della società<br />
complessa”. Nella nostra società il livello informativo burocratico amministrativo “fa la<br />
differenza” (es. problemi all’interno del condominio, problemi di separazione per cui non mi<br />
arriva l’assegno di mantenimento) e occorre la capacità di relazionarsi e decodificarlo per<br />
rendere di fatto esigibili i propri e altrui diritti di cittadinanza e accedere ai servizi.<br />
All’interno di questo tipo di attenzione espressa dal Direttore rientrano i gap culturali e i gap<br />
connessi al digital divide che tendono a produrre sacche di esclusione tra quei cittadini che<br />
non riescono ad accedere a forme di comunicazione sul web. Questa nozione si riferisce a iniquità<br />
nell’accesso, nella distribuzione e nell’uso di tecnologie informatiche tra diversi sottogruppi<br />
della popolazione o diverse aree.<br />
L’esigibilità dei diritti di cittadinanza esige una capacità informativa; la <strong>Caritas</strong> segnala anche<br />
altre vulnerabilità di natura relazionale e psicologica presenti nella nostra cultura. «Abbiamo<br />
un terzo pacchetto di proposte per rispondere alle vulnerabilità della società complessa: lo<br />
sportello di sostegno psicologico, spazi di ascolto per il dialogo di coppia, per le problematiche<br />
giovanili, per il disagio mentale, per chi ha subito un lutto e lo sportello legale».<br />
La <strong>Caritas</strong> si è adoperata per attivare un insieme di servizi di consulenza volti a contrastare le<br />
diverse forme di esclusione sociale come pure per rispondere a bisogni di carattere psicologico-relazionale:<br />
tra questi vi sono non solo forme conclamate di disagio mentale ma disagi<br />
connessi a gravi situazioni di crisi, perdite ed elaborazione di lutti.<br />
«Il paradosso è che rimuoviamo la morte e il limite, ma allo stesso tempo siamo necrofili e<br />
necromani perché gran parte del nostro modo di divertirci è un procurarci morte e farci male,<br />
basta guardare l’uso di sostanze psicoattive, gli sport estremi (dati sui suicidi). Vi è al<br />
contempo pulsione necromane e rimozione della morte. Si pensi a chi ha vissuto l’esperienza<br />
del suicidio di un famigliare» (Direttore).<br />
Dalle emergenze internazionali e la cooperazione allo sviluppo al lavoro sugli stili di vita<br />
Insieme alla <strong>Caritas</strong> di Pisa questa è la realtà che, a partire dall’intervento nell’ambito della<br />
cooperazione internazionale, ha sviluppato una maggiore attenzione all’intervento sugli stili<br />
di vita. Il viceDirettore Giovanni Artuso connette il tema degli stili di vita, particolarmente<br />
rilevante in questo periodo di crisi, all’impegno e sensibilità della <strong>Caritas</strong> verso gli interventi<br />
di cooperazione allo sviluppo.<br />
La <strong>Caritas</strong> di Vicenza è sempre stata promotrice di una rete progetti di cooperazione allo sviluppo.<br />
Ad esempio quando la <strong>Caritas</strong> <strong>Italia</strong>na li interpellò per l’emergenza Tsunami, la <strong>Caritas</strong><br />
di Vicenza insieme a quella di Bolzano organizzò tramite una propria équipe di tecnici la gestione<br />
dei fondi della Delegazione Nord-Est che grazie alle raccolte locali raggiunse la cifra<br />
considerevole di 8 milioni di euro. All’interno della Delegazione, le <strong>Caritas</strong> di Bolzano e Vicenza<br />
hanno sempre «cercato di essere promotrici di una attenzione verso il sud del mondo»<br />
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