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valutazione 8xmille Italia - Caritas Italiana

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Valutazione dei progetti <strong>Caritas</strong>-CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> 2005-2007<br />

di aggregazione e di integrazione per l’intero territorio diocesano. Il Centro è fornito di un<br />

Phone Center con 4 postazioni telefoniche e di un Internet Point con 6 postazioni multimediali<br />

di cui 1 dedicata ai diversamente abili.<br />

Presso la struttura operano una mediatrice culturale, un’assistente sociale ed un giovane in<br />

Servizio Civile oltre ai volontari. Ottima è la collaborazione con la Questura di Potenza per<br />

tutto ciò che riguarda le problematiche legali degli immigrati. Il centro è stato realizzato in<br />

collaborazione con il Comune che ha messo a disposizione le strutture, mentre la <strong>Caritas</strong> ha<br />

messo a disposizione le risorse umane, ed è diventato un punto di riferimento non solo per<br />

Melfi ma per tutta la Regione che fino al 2008 non aveva avviato sportelli per l’immigrazione.<br />

«Prima di attivare questi servizi negli ambiti territoriali di zona, gli operatori, sono venuti<br />

nel nostro centro per capire come funziona e sulla base di questa nostra esperienza hanno<br />

progettato l’intervento. Io dico che è stato ampiamente replicato all’interno della realtà regionale<br />

(…) se vogliamo parlare di best practices questo ne è un esempio» (Direttore). Con il<br />

suo primo progetto la <strong>Caritas</strong> esce dagli “spazi canonici” a lei riservati fino a quel momento e<br />

rende visibile la sua attività su tutta la città.<br />

Nel corso del 2005 grazie anche ai fondi CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> si avviano una serie di servizi<br />

per minori, anziani non autosufficienti e per persone con problemi di salute mentale. Il Laboratorio<br />

di recupero per minori in difficoltà (12 minori nel 2005) provenienti da famiglie multiproblematiche<br />

offre attività di recupero scolastico, ricreative, teatrali, di manipolazione e<br />

d’informatica grazie all’impegno di alcuni insegnanti volontari.<br />

Il Progetto “SolidALI, insieme per il disagio” si avvia nel 2005 con la cooperativa sociale “Il Filo<br />

d’Arianna” e usufruisce del cofinanziamento CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> (€134.800). Grazie alle<br />

visite domiciliari ed alla collaborazione con l’ASL, il CdA della <strong>Caritas</strong> scopre il mondo del disagio<br />

mentale. Il progetto prevede dei punti di ascolto e orientamento aperti all’interno del<br />

CdA di Melfi ed a Venosa presso la sede della cooperativa per offrire servizio di consulenza<br />

psicologica ed educativa. «A ricevere queste persone vi sono ragazze in servizio civile, educatori<br />

professionali, assistenti sociali, psicologi e volontari <strong>Caritas</strong>». L’utenza che si rivolge al<br />

servizio è talvolta seguita dal DSM o dai SerT ed è caratterizzata anche da problemi di dipendenze:<br />

«Frequenti sono i casi di richiesta di aiuto/sostegno da parte dei suddetti servizi sanitari<br />

nonché dei servizi sociali comunali per i cosiddetti utenti con doppia diagnosi nell’aiutarli<br />

a somministrare la terapia farmacologia o nel risolvere questioni familiari e economiche».<br />

Nel dicembre del 2005, infine, nasce all’interno dell’ex Ospedale S. Giovanni di Dio, il Progetto<br />

“Hospitalis”, un punto di socializzazione per anziani autosufficienti (v. Scheda progetto 8<br />

per mille <strong>Italia</strong> a termine del capitolo), quale risposta alla sempre maggiore solitudine degli<br />

anziani all’interno della città ed in particolare del borgo antico. Grazie alla collaborazione<br />

del Comune di Melfi che ha dato in comodato gratuito l’immobile, ed alla collaborazione con<br />

le ACLI di Melfi, si è inteso realizzare un luogo dove restituire all’anziano il suo spazio di vita<br />

e la possibilità di condividere esperienze di socializzazione con le nuove generazioni. Il progetto<br />

Hospitalis, con«il centro sorge nel centro storico di Melfi dove vivono per la maggior<br />

parte anziani, l’idea nasce con l’intento di mettere insieme più pezzi, non solo una casa famiglia<br />

ma anche un centro di aggregazione per gli anziani, e un’ala della struttura per accoglienza<br />

notturna delle persone in difficoltà (…) tutto nasce dalla presenza sul territorio di<br />

una struttura abbandonata a seguito del giubileo». Gli ospiti delle case famiglie non potevano<br />

essere assistiti in case alloggio perché erano state previste solo per ex dimessi degli ospedali<br />

psichiatri. Non essendoci alternative sul territorio per queste persone allora si pensò di<br />

ospitare con casa famiglia persone con lieve disagio mentale.<br />

La logica del lavoro per progetti e del lavoro con ottica più lungimirante con il tempo ha avuto<br />

i suoi effetti: tale stile viene ripreso e sviluppato dall’attuale Direttore.<br />

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