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valutazione 8xmille Italia - Caritas Italiana

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Valutazione dei progetti <strong>Caritas</strong>-CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> 2005-2007<br />

Dal 2003, poiché si era riusciti con il Centro Polivalente a fornire una risposta ai bisogni primari<br />

presenti nella città di Aversa, si è iniziato a progettare utilizzando i fondi dell’8 per mille<br />

<strong>Italia</strong> anche per i comuni limitrofi alla città di Aversa<br />

e si sono promosse le <strong>Caritas</strong> parrocchiali. «Poiché i<br />

servizi centrali forti li abbiamo fatti con il progetto<br />

Urban <strong>Italia</strong>, quando sono arrivati i fondi 8 per mille<br />

<strong>Italia</strong> abbiamo pensato di utilizzarli in periferia» (F.<br />

Iannucci – Vice-direttore).<br />

«Lo sforzo più grosso è stato far nascere le <strong>Caritas</strong><br />

parrocchiali perché nelle parrocchie la <strong>Caritas</strong> stenta<br />

a decollare» (Liliana Verde – Vice-direttrice <strong>Caritas</strong><br />

diocesana).<br />

Contesto territoriale e profilo socio-economico<br />

Con 550.512 abitanti quella di Aversa è una delle 5 diocesi del Sud di grandi dimensioni. Comprende<br />

29 comuni con un totale di 99 parrocchie; di questi 19 ricadono nella provincia di Caserta<br />

mentre i restanti appartengono alla provincia di Napoli. Tra i 29 comuni quelli più noti<br />

sono: Aversa, Giugliano in Campania – il più grande della diocesi con i suoi 112.000 abitanti -<br />

Casal di Principe, Frattamaggiore, Caivano, Sant’Antimo, Villa Literno.<br />

Come evidenziato nella tabella a latere il 55% della popolazione diocesana è residente nei<br />

comuni della provincia di Napoli e il restante 45% in 19 comuni della provincia di Caserta. Il<br />

comune più grande è quello di Giugliano in Campania con oltre 112 mila abitanti, segue Aversa<br />

con soli 52200 abitanti. Questa analisi mette in evidenza un’anomalia e alcune caratteristiche<br />

che rendono difficile l’operato di questa <strong>Caritas</strong>: la presenza di moltissimi comuni di piccole<br />

e medie dimensioni, la collocazione di una sede vescovile, con annesse le strutture di<br />

base della <strong>Caritas</strong>, storicamente ed economicamente rilevante, ma di dimensioni molto inferiori<br />

a quella del più grande comune della diocesi (Giugliano) e il fatto di essere a cavallo tra<br />

due province (con più ASL e 7 Ambiti territoriali L.328/00) senza la dominanza di una di esse.<br />

Molti di questi territori sono frutto di crescite demografiche impetuose dovute a speculazione<br />

edilizia degli ultimi 30 anni e a una totale assenza di piani regolatori con una continuità quasi<br />

ininterrotta tra periferia napoletana e territori edificati circostanti.<br />

Condizione economica e lavorativa<br />

Il tasso di disoccupazione (v. Persone in cerca di occupazione in età 15 anni e oltre sulle forze<br />

di lavoro nella corrispondente classe di età -%) nel 2005 era in Campania dell’11,9% tra i maschi<br />

quasi il doppio del tasso di disoccupazione rilevato a livello nazionale (6,2%) e del 20,8%<br />

tra le femmine (contro il 10,1% a livello nazionale). Il tasso di disoccupazione giovanile tra i<br />

maschi era nel 2005 invece pari al 36% contro il 21,5% registrato a livello nazionale. Si noti<br />

che il divario nei tassi d’occupazione in Campania, Calabria e Sicilia tra maschi e femmine è<br />

più che altrove fortemente a sfavore delle donne. Preceduta solo dalla Calabria, alla Campania<br />

spetta il secondo posto in tema di lavoro irregolare (25,1%). Il 24,2% dei cittadini campani<br />

nel 2006 viveva in famiglie al di sotto della soglia di povertà: si tratta di un valore di 7 punti<br />

percentuali inferiori a quello registrato in Sicilia e Calabria ma quasi il doppio di quello registrato<br />

a livello nazionale, pari a 11,1 (Indicatore Istat: Popolazione che vive in famiglie al di<br />

sotto della soglia di povertà -%). La Campania ha un altro primato: risulta essere la regione<br />

con la percentuale più alta d’<strong>Italia</strong> di persone ultra 14enni che dichiarano di recarsi in un luogo<br />

di culto almeno 1 volta a settimana (il 42,8%) ma di contro è quella con la minor percentuale<br />

di persone coinvolte in attività associative (solo il 5,2%).<br />

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