valutazione 8xmille Italia - Caritas Italiana
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Valutazione dei progetti <strong>Caritas</strong>-CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> 2005-2007<br />
«Se l’ente locale non fa servizi qualcuno se ne deve far carico, ma se da noi c’è già qualcuno<br />
che lo fa, noi non possiamo che collocarci da parte degli ultimi svolgendo funzioni di advocacy<br />
e tutela dei diritti che altrimenti nessuno fa (…) sull’alta marginalità nel CdA abbiamo<br />
un operatore che è impegnato nell’accompagnamento nei percorsi di fruizione dei diritti negati<br />
o non esigibili da parte di persone nei confronti delle istituzioni pubbliche, del sistema<br />
di welfare. Abbiamo fatto un focus nel dossier diocesano sulla difficoltà di accesso delle persone,<br />
nei servizi pubblici spesso c’è una soglia troppo alta di accesso e le persone si perdono<br />
nella burocrazia (…) il nostro lavoro è di fare da collettore tra queste persone. Un esempio<br />
riportato nel dossier riguarda una persona in carico al CIM che sta in una zona di Pisa che per<br />
quanto riguarda i farmaci si deve spostare con il pullman, dove li distribuisce il CIM gratis -<br />
deve andare fuori da una parte all’altra della città per incontrare o l’assistente sociale e<br />
spesso abbandonano il percorso. La funzione dell’advocacy è a sostegno delle persone nei<br />
confronti del sistema di welfare quando il sistema di welfare non agisce la rete al suo interno»<br />
(Direttore).<br />
Un secondo esempio apportato dal Direttore in tema di scarsa connessione tra Amministrazioni<br />
e ricadute negative in termini di tutela dei diritti delle persone più fragili riguarda la società<br />
APES che a Pisa si occupa di edilizia residenziale (n.b.case popolari). Può succedere che un<br />
affittuario seguito dai servizi sociali del Comune venga, in assenza di valida documentazione<br />
di supporto, spostato ad una fascia di reddito più alto con aggravio conseguente del canone di<br />
locazione.<br />
«La nostra funzione di advocacy è una funzione di accompagnamento nella fruizione di diritti<br />
e nella messa in rete. Timidamente abbiamo provato a denunciare queste situazioni anche<br />
nell’ultimo rapporto sulle povertà» (Direttore).<br />
Secondo alcuni operatori sociali nella provincia di Pisa le associazioni dei cittadini sono poco<br />
forti perché c’è una tendenza culturale a delegare al pubblico che fino ad ora ha garantito<br />
adeguatamente i cittadini: prevale un modello statalista con un sistema fortemente governato<br />
dall’ente locale. In una situazione caratterizzata dalla diminuzione delle risorse pubbliche<br />
in congiunzione alla crisi economica che ha iniziato a colpire le famiglie, gli enti locali dimostrano<br />
di essere poco in grado culturalmente di adottare modelli più cooperativi di lavoro con<br />
una partecipazione più attiva delle famiglie e della società civile.<br />
Rapporto tra <strong>Caritas</strong>, cooperazione locale ed enti locali<br />
Il tema dell’autonomia nelle sfere di influenza sembra caratterizzare i rapporti nel corso degli<br />
anni tra <strong>Caritas</strong>, terzo settore ed Ente locale. La <strong>Caritas</strong>, come visto in precedenza, ha avuto<br />
una funzione di promozione della cooperazione sociale con la promozione di ‘nuove opportunità’<br />
e di nuovi servizi.<br />
«Il settore pubblico e il terzo settore hanno lavorato insieme, noi siamo la Cassa di Risparmio<br />
per il settore pubblico, c’è da molti anni questo rapporto con la <strong>Caritas</strong> che si inserisce<br />
in un percorso di come stimolarsi a vicenda. <strong>Caritas</strong> non è mai entrata nella gestione» (Direttore).<br />
Sebbene siano cambiati 4 direttori nel corso degli anni il modello di gestione di <strong>Caritas</strong>,<br />
per quanto riguarda questo aspetto, è rimasto costante.<br />
Il fatto di possedere gli strumenti per cogliere e capire i bisogni, ha permesso a <strong>Caritas</strong> di ritagliarsi<br />
un ruolo riconosciuto anche dalla PA rispetto l’analisi dei fabbisogni e<br />
l’individuazione di tendenze sociali. Fatto sì che <strong>Caritas</strong> ha fatto la scelta di tirarsi indietro e<br />
la componente pubblica si è servita dell’esperienza e della capacità dell’analisi dei bisogni.<br />
«L’altro elemento su cui <strong>Caritas</strong> ha avuto un ruolo decisivo soprattutto in questo rapporto<br />
con la realtà pubblica è stato sullo studio dei fenomeni, sulle cause ad allargare lo sguardo e<br />
a cercare anche interlocutori scientifici adatti, e questo è sempre stato di stimolo alla parte<br />
istituzionale. E questo l’ha legittimata molto» (Direttore).<br />
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