valutazione 8xmille Italia - Caritas Italiana
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Valutazione dei progetti <strong>Caritas</strong>-CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> 2005-2007<br />
La capacità di <strong>Caritas</strong> di far fronte non solo alle emergenze del territorio che richiedono una<br />
risposta immediata, ma anche ai fabbisogni di cura tipici della non autosufficienza, ha determinato,<br />
secondo lo stesso Comune di Trani, l’assunzione di una posizione vicaria, sostitutiva<br />
dell’ente pubblico.<br />
«Qui c’è una vera e propria trincea per le persone che non hanno l’auto-sufficienza e non<br />
stanno bene (…) venire direttamente qui a risolvere un problema, che sia piccolo o grande,<br />
saltando completamente l’ente pubblico, quindi non rivolgendosi ai servizi sociali, è dal punto<br />
di vista dell’ente pubblico eccezionale (...) perché il bisogno si risolve praticamente da<br />
solo attraverso un istituzione che è la <strong>Caritas</strong> che dal comune in fin dei conti non ha nessun<br />
particolare supporto (…) ha una funzione proprio di vicariato sui servizi più immediati che<br />
sono quelli a mio avviso più importanti (…) la <strong>Caritas</strong> sta al mondo della risoluzione dei problemi<br />
come il pronto soccorso sta all’ospedale» (Sindaco Comune Trani).<br />
Questa modalità può diventare rischiosa nel momento in cui, per far fronte a un’emergenza si<br />
rischia poi di assumere ruoli che non competono a un’istituzione come la <strong>Caritas</strong>. Paradossalmente<br />
è la stessa Amministrazione locale che sollecita la <strong>Caritas</strong> a svolgere sempre più un<br />
ruolo di advocacy, di denuncia delle carenze della PA a favore della tutela dei diritti dei più<br />
deboli. Come spiega l’assistente sociale Giulia Abbascià: «Molto spesso non è chiaro il confine<br />
tra ascolto e presa in carico: per me è chiaro perché ho gli strumenti, è il mio lavoro, se non<br />
c’è una formazione adeguata che lascia l’emotività e fa subentrare la professionalità il rischio<br />
è che si faccia la presa in carico quando non si potrebbe fare. Io dissento da questa cosa<br />
perché forse è l’istituzione che se ne deve occupare, laddove non se ne occupa si fa un articolo<br />
sul giornale (…) si assume un ruolo di denuncia, di responsabilizzazione delle istituzioni<br />
(…) soprattutto laddove l’emergenza diventa la regola, perché parliamo di fatti che si verificano<br />
ogni settimana (…) il comune è ben felice che la <strong>Caritas</strong>, o l’associazione x se ne faccia<br />
carico».<br />
Sviluppo dell’Osservatorio sulle povertà<br />
Dal 2004/2005 la <strong>Caritas</strong> di Trani entra a far parte del progetto Rete promosso da <strong>Caritas</strong> <strong>Italia</strong>na,<br />
che si sviluppa a livello regionale e nazionale attraverso la raccolta e l’elaborazione dei<br />
dati degli utenti e delle attività dei Centri d’ascolto. Le referenti di Trani e Bisceglie collaborano<br />
in quei primi anni alla realizzazione di una prima piccola pubblicazione.<br />
Contemporaneamente la Diocesi è coinvolta in un progetto cofinanziato dal Programma di Iniziativa<br />
Comunitaria Equal con la <strong>Caritas</strong> <strong>Italia</strong>na e altre 4 realtà tra le <strong>Caritas</strong> diocesane: «anche<br />
questa è stata occasione per dar voce a quello che facciamo, c’è una descrizione minima<br />
sul territorio, le esigenze e con questo progetto ci siamo accorti che non esiste, forse ora sta<br />
nascendo, l’osservatorio per le povertà provinciale e regionale; non so se al momento hanno<br />
dati a disposizione (…) quindi i primi dati sono venuti fuori dalla <strong>Caritas</strong> su povertà, o sulle<br />
nuove fragilità (...)» (Antonella Salerno, equipe <strong>Caritas</strong>).<br />
Pur non essendo presente all’interno della diocesi un vero e proprio Osservatorio delle povertà,<br />
la <strong>Caritas</strong> di Trani si adopera nell’affinare i propri strumenti di conoscenza del territorio e<br />
la diretta diffusione delle informazioni, considerando questa attività «uno strumento per conoscere<br />
meglio il territorio da una parte, dall’altra per la promozione all’esterno (...). Abbiamo<br />
avuto anche dei piccoli ritorni (…) nello stesso giorno in cui abbiamo fatto la presentazione<br />
un’associazione si è resa disponibile per la promozione rispetto a una situazione di<br />
disagio che veniva descritta nel dossier» (l’anno successivo hanno potuto pubblicare la nuova<br />
situazione abitativa della famiglia, nettamente migliorata rispetto all’anno precedente).<br />
Nel 2007 questa attività si è interrotta, ma sulla base delle richieste pervenute dai referenti e<br />
rappresentanti della provincia e della regione, riprenderà con l’uscita di un nuovo Rapporto<br />
sui dati del 2008: «La presentazione del dossier lo abbiamo fatto diventare un evento (…) lo<br />
aspettano, anche quello regionale da quando don Raffaele è diventato delegato regionale è<br />
un evento qui (…) ci sono sempre o il presidente della regione, 3-4 assessori, Università (…)»<br />
(Ibrahim).<br />
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