valutazione 8xmille Italia - Caritas Italiana
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Valutazione dei progetti <strong>Caritas</strong>-CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> 2005-2007<br />
ritorio di 90.000 abitanti per l’assistenza domiciliare agli anziani la regione Basilicata ha trasferito<br />
al comune capofila solo 900.000 euro in 3 anni.<br />
I rapporti con il Comune sono scarsamente formalizzati e si fondano prevalentemente su una<br />
rete di conoscenze e di legami forti personali: «Non è da vedere come una cosa negativa, qui<br />
siamo sempre in contatto, noi lavoriamo sull’immediatezza sulla operatività più che sulla<br />
formalità» (Assistente sociale Comune).<br />
In alcuni casi si stabiliscono degli accordi informali per aggirare i lunghi tempi burocratici<br />
dell’Ente locale nel far fronte alle emergenze – come ci spiega Rosetta Asquino, responsabile<br />
dei Centri d’Ascolto: «Il Servizio Sociale del Comune chiede la nostra collaborazione quando<br />
arriva il caso per esempio di una persona che ha bisogno del pagamento di una bolletta molto<br />
alta, oppure ha bisogno di essere accompagnata in ospedale fuori Melfi abbiamo un autista<br />
che si presta all’accompagnamento (…)».<br />
«Siccome il comune per fare questo tipo di attività dovrebbe attendere la relazione<br />
dell’Assistente Sociale, l’assistente sociale deve fare la disposizione, che deve essere approvata<br />
dalla Giunta (…) in alcuni casi noi anticipiamo tutto nel frattempo che l’iter procedurale va avanti,<br />
l’Assistente Sociale dice nella disposizione che autorizza la <strong>Caritas</strong> ad effettuare il trasporto,<br />
anticipare la somma (…) senza una convenzione (…) questo fa risparmiare molto tempo<br />
(...) poi fanno il mandato di pagamento con quietanza del Direttore <strong>Caritas</strong> e mi rimborsano i<br />
soldi che ho speso (…) per esempio per il trasporto c’è un rimborso di circa 50€».<br />
L’assistente sociale ci conferma i vantaggi di questo sistema: «abbiamo trovato questa formula<br />
molto efficiente per cui loro fanno questo intervento e poi noi mettiamo le somme (…)».<br />
ASL: «Anche la legge 12 del 2008, prevede l’integrazione tra comuni, aziende sanitarie, e<br />
tutte le associazioni presenti sul territorio, la prima associazione a cui noi facciamo riferimento<br />
è la <strong>Caritas</strong>».<br />
Il rapporto fiduciario, basato sulla conoscenza stretta tra le persone emerge anche dalla testimonianza<br />
del sindaco: la struttura dell’Ex Ospedale “S. Giovanni di Dio”, ristrutturata dal<br />
Comune, è stata data alla <strong>Caritas</strong> che ha potuto gestire un servizio per gli anziani «finché ci<br />
sarò io sarà la <strong>Caritas</strong> a gestire quella struttura, perché è l’unica in grado di farlo (…). Il servizio<br />
sociale è diventato un servizio così automatico che manca l’anima delle persone (…).<br />
<strong>Caritas</strong> non si interessa solo dell’aggregazione sociale, con loro c’è una comprensione reciproca<br />
di risolvere i problemi, sappiamo di contare su una struttura amica» (Sindaco).<br />
Il ruolo della <strong>Caritas</strong> rispetto alla gestione di servizi socio-assistenziali per gli anziani viene<br />
riconosciuto anche da altri partner: «Importante è stato sicuramente il ruolo e l’impulso che<br />
il nuovo Direttore della <strong>Caritas</strong> di Melfi, Grieco, ha dato perché ha messo maggiormente in<br />
risalto le potenzialità che la <strong>Caritas</strong> ha per poter stare vicino al mondo degli anziani, si cerca<br />
di fare in modo che gli anziani non si sentano soli e questo problema, che Grieco ha messo in<br />
prima istanza come <strong>Caritas</strong>, è un problema che poi ha interessato anche le associazioni collaterali<br />
come le ACLI » (Francesco Cignarale, ACLI).<br />
Il rapporto di fiducia tra cittadini – <strong>Caritas</strong> - Amministrazione comunale è stato giocato per la<br />
gestione diretta di servizi socio-assistenziali e per la stessa erogazione di somme economiche<br />
ai cittadini in stato di bisogno: «dal 2002 abbiamo smesso di dare soldi direttamente ai nostri<br />
utenti perché non sapevamo poi come venivano impiegati, ora copriamo direttamente il bisogno,<br />
un paio di occhiali, il latte, la bolletta ecc. in questo <strong>Caritas</strong> è anche un baluardo,<br />
perché a volte chiediamo a <strong>Caritas</strong> di anticipare delle somme perché ci sono fondi sociali,<br />
come il progetto di cittadinanza solidale della regione che dà 300 euro al mese circa, però se<br />
uno ha bisogno di 100 euro per un problema specifico (urgente) noi non riusciamo a soddisfare<br />
il bisogno (…) e quindi a volte ci basiamo anche sulla fiducia» (Comune, Sindaco).<br />
In merito alle strategie di azione adottate dalla <strong>Caritas</strong> diocesana di Melfi il Direttore sostiene<br />
che nel territorio diocesano è necessariamente debole la funzione di advocacy anche perché:<br />
«Dove c’è un forte controllo sociale è difficile avere coscienza critica». «La funzione di advocacy<br />
non è rilevante: dove si sa tutto di tutti è difficile essere coscienza critica nei piccoli<br />
centri sono tutti parenti solo nelle grandi emergenze viene fuori attenzione a sollecitare coscienza<br />
critica».<br />
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