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valutazione 8xmille Italia - Caritas Italiana

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Valutazione dei progetti <strong>Caritas</strong>-CEI 8 per mille <strong>Italia</strong> 2005-2007<br />

spesso connesse alle questioni relative alla casa, e quelle legate a problemi di salute. A seguire<br />

il problema abitativo, l’istruzione, l’immigrazione, la disabilità e la detenzione.<br />

Trani e Bisceglie all’interno dei piani di zona fanno parte dello stesso ambito, con Trani capofila.<br />

Sono territori molto diversi, sia – come ci spiega Giulia Abbascià, assistente sociale del<br />

Comune di Bisceglie – per quanto riguarda le strutture dell’ente locale sia in riferimento ai<br />

servizi sociali. «Le difficoltà nella realizzazione del piano di zona stanno proprio in queste<br />

differenze di vedute di obiettivi, solo che la legge ci costringeva a far quello (…) risultato<br />

che il piano di zona è fermo, da anni, solo negli ultimi mesi del 2008 sono partiti dei bandi<br />

per l’affidamento di servizi agli anziani e alle persone con disabilità». A Bisceglie è stato attivato<br />

il servizio per l’assistenza domiciliare agli anziani e c’è un centro per persone con disabilità<br />

con più di diciotto anni. A Trani questi stessi servizi non sono ancora attivi, il bando di<br />

gara è stato espletato e si è in attesa dell’attivazione. «Su minori, famiglia, tossicodipendenze<br />

persone con problemi di salute mentale è tutto fermo (...) i progetti ci sono, sono state<br />

fatte le riunioni di programmazione dal 2005-2004 ma è tutto fermo (…) è legato si alle differenze<br />

tra i due comuni ma è legato all’incuria (...) Trani è il comune capofila e per molto<br />

tempo ha gestito malissimo (…) rischiamo davvero il commissariamento». (Giulia Abbascià).<br />

Struttura organizzativa<br />

Il Direttore, nel descriverci la <strong>Caritas</strong> di Trani, ce la rappresenta in questo modo (Grafico 10):<br />

«Una caritas diocesana “grande” formata da realtà più piccole, le <strong>Caritas</strong> zonali. C’è una circolarità,<br />

ampia comunicazione e buona collaborazione. Molto del lavoro degli ultimi anni è<br />

stato fatto proprio sulla formazione anche perché c’è il problema del ricambio frequente degli<br />

operatori». Don Raffaele ci descrive la particolarità dell’organizzazione della diocesi:<br />

«Tenendo conto delle diverse esigenze del territorio ogni zona pastorale ha un suo responsabile:<br />

ci sono 5 zone pastorali costituite dai 4 comuni più grandi più la zona ofantina che racchiude<br />

i tre piccoli comuni. I responsabili di ogni zona pastorale convergono nel consiglio diocesano,<br />

presieduto da me, e si fa<br />

Grafico 10 - Rappresentazione <strong>Caritas</strong> di Trani un lavoro di équipe, con programmi<br />

e strategie che vengono<br />

redatti insieme, un lavoro unitario<br />

che trova espressione sul territorio<br />

anche secondo le particolarità<br />

dei paesi stessi».<br />

Sullo stesso territorio della <strong>Caritas</strong>,<br />

opera l’Oasi 2, una associazione<br />

all’epoca fondata anche da don<br />

Raffaele, nell’ambito della quale<br />

sono nati centri di formazione, cooperative,<br />

ecc. Ora è una realtà<br />

molto grande che lavora sui temi<br />

dell’immigrazione, delle tossicodipendenze<br />

e della tratta. Don Raffaele<br />

si è staccato ma c’è una<br />

grande collaborazione «a volte ci<br />

sovrapponiamo, ma la nostra non è<br />

una collaborazione strutturale, è<br />

più occasionale, informale, (…) avendo<br />

loro una comunità per il<br />

reinserimento di ragazze vittime di tratta spesso si rivolgono a <strong>Caritas</strong> proprio per avere la<br />

“via di fuga” per ragazze appena sottratte alla strada, l’accoglienza temporanea» (Direttore).<br />

C’è poi il Centro Jobel, a Trani, messo su da un parroco per l’accoglienza di uomini senza fissa<br />

dimora o con lievi disagi mentali. «Ci siamo un po’ divisi i compiti: lui fa accoglienza maschile<br />

e noi facciamo quella femminile».<br />

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