MESTIERE AGENTE: RIVOLUZIONE ROSA >> si sacrifica un po’ la famiglia. Essere agente non la esclude.” I problemi sono altri e riguardano l’aspetto legislativo. “Il mestiere del rappresentante è tra i meno tutelati. Si lamentano tutti che la benzina è cara, ma come categoria non abbiamo mai fatto nulla. Molta responsabilità è nostra. Io stessa vado avanti, mi sento poco tutelata, ma non faccio niente per migliorare.” Se lo avesse saputo prima, forse avrebbe fatto altre scelte. O forse no. “Vent’anni fa lavoravo in ufficio, poi ho cominciato a vendere in ufficio e quindi a uscire. Quello di agente è un lavoro impegnativo ed interessante. Quando ho iniziato a farlo era una buona soluzione, perché si vendeva di più. Oggi, con la crisi economica, lo è un po’ meno, ma mi piace comunque andare in giro, vedere i miei clienti ed avere un buon rapporto con tutti.” Un risultato che si può raggiungere essendo un valido aiuto per il partner commerciale. “Bisogna individuare il prodotto adatto al cliente, cercare di sbagliare il meno possibile, essere presente e risolvere le questioni che si vengono a creare.” A cominciare dalla sfida al pregiudizio. “Una volta io e mio marito avevamo un negozio di subacquea e noi stessi eravamo i primi ad avere difficoltà con le agenti donne quando si parlava di attrezzi tecnici. Credo che anche oggi rappresentare l’attrezzo sia sempre difficile per una donna, soprattutto al Centro e al Sud Italia, dove spesso le agenti sono più discriminate che al Nord.” Una soluzione per uscire dall’impasse è perseverare. “La vera arma in più della donna è la pazienza. Dedicare più tempo alla presentazione del campionario può essere una mossa vincente”. Sicuramente lo è anche unire le forze dentro e fuori le mura domestiche, come ha fatto la famiglia Carmeli. Alberto, il padre, Annalisa, la madre, e Federica, la figlia. Tutti insieme lavorativamente. Come racconta Annalisa, rappresentante di abbigliamento <strong>sporti</strong>vo e scarpe trekking per la Lombardia. “Io e mio marito ci siamo conosciuti per lavoro. Io ero impiegata nella commerciale di articoli <strong>sporti</strong>vi di mio padre, mentre lui aveva un negozio ed era un nostro cliente. Ci sposammo e lui ebbe l’opportunità di diventare un agente per Dolomite. Io cominciai come segretaria, poi, con l’ampliarsi dell’agenzia, vent’anni fa, iniziai anche io a fare l’agente. E da due stagioni anche nostra figlia Federica, che ha 24 anni, lavora con noi.” Attirata dall’esempio dei genitori e dalla dimostrazione concreta che una donna può essere una brava agente. “Ci devi essere portata perché se fai una cosa che ti piace, il cliente se ne accorge. Anzi, per la vendita di abbigliamento, preferisce avere di fronte una donna, perché pensa che possa essere più attenta alla moda e agli abbinamenti dei colori. In questi casi essere una rappresentante è un vantaggio.” L’importante è farsi rispettare. “Una donna deve dimostrare più di un uomo la sua professionalità, altrimenti il cliente tende a prenderla sotto gamba. La difficoltà sta nell’abbattere il pregiudizio per cui una rappresentante è meno preparata di un uomo. Quando ci riesce, la donna è più avvantaggiata dell’uomo nel trattare con il cliente, perché è capace di instaurare con lui un rapporto LIBERI PENSIERI IN LIBERO MERCATO VOLETE PARTECIPARE ALLE NOSTRE TAVOLE ROTONDE? Scriveteci a: agenti@topsport.it meno conflittuale.” Le regole del gioco sono chiare. “Essere professionali ed onesti, non cercare mai di fregare il cliente, non spingere troppo e cercare di fare l’interesse dell’azienda, aiutando il negoziante che oggi è impaurito. Vuole la certezza di vendere il prodotto, al di là della qualità e della quantità dei prodotti che acquista. In questo l’agente deve essere un supporto.” E la donna può riuscire ad ottenere risultati come o meglio di un uomo. “Mia figlia ha portato una ventata di giovinezza nella nostra agenzia. Per lei è più semplice avere un approccio col cliente, perché è donna, è giovane e dà un tocco di allegria.” Ignorando i consigli materni. “A mia figlia piaceva l’abbigliamento, ha provato questo lavoro e le è piaciuto. È molto indipendente ed è stata una scelta sua. Personalmente non consiglierei ad un giovane oggi di fare l’agente, uomo o donna che sia. All’inizio ci sono costi importanti da sostenere, dall’ufficio, alla macchina, al gasolio, e le prime provvigioni arrivano dopo un anno, per cui devi avere la possibilità di mantenerti per quel periodo non avendo entrate. Se puoi lavorare con qualcuno che ti aiuta, nel tempo, può diventare gratificante, altrimenti è molto difficile riuscire a fare l’agente.” Una sfida stimolante. Che molte donne hanno già vinto. damiano.montanari@topsport.it 22
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