Acs 30 giorni - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
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Economia/lavoro<br />
appenninica, già duramente colpito dalla crisi e-<br />
conomica, sta mettendo in seria difficoltà numerose<br />
famiglie e non può ancora una volta recitare<br />
il ruolo della vittima sacrificale rispetto ad un piano<br />
di ristrutturazione aziendale della Grifo Latte<br />
che, seppur legittimo, non può non tener conto<br />
della specificità del territorio e della alta professionalità<br />
delle maestranze”.<br />
Il consigliere Smacchi ritiene necessario, in conclusione,<br />
“anche un confronto urgente con le istituzioni,<br />
oltre che con le rappresentanze dei lavoratori,<br />
in quanto vanno valutate anche altre possibili<br />
ipotesi di riconversione del sito produttivo di<br />
Fossato di Vico che potrebbero essere funzionali<br />
al piano di ristrutturazione ed allo stesso tempo<br />
continuare a garantire i livelli occupazionali”.<br />
ECONOMIA: “L’UMBRIA È LA REGIONE ITA-<br />
LIANA CON IL PIÙ ALTO INCREMENTO DEL-<br />
LA SPESA PUBBLICA” – PER NEVI (PDL)<br />
“UNO SCANDALO CHE LA DICE LUNGA SUL-<br />
LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DELLA<br />
SINISTRA UMBRA”<br />
Perugia, 29 settembre 2011 – “Leggere su un<br />
autorevole quotidiano nazionale di questa mattina<br />
che l'<strong>Umbria</strong> è la <strong>Regione</strong> in Italia con il più<br />
alto incremento di spesa pubblica, addirittura<br />
superando la <strong>Regione</strong> Sicilia è uno scandalo che<br />
la dice lunga sul modo di gestire la pubblica<br />
amministrazione da parte della sinistra umbra”.<br />
Lo afferma il capogruppo del Pdl, Raffaele Nevi,<br />
facendo riferimenti ai dati forniti dalla Cgia di<br />
Mestre e pubblicati dal quotidiano La Nazione.<br />
“Nell'inchiesta emerge – riferisce Nevi - che negli<br />
ultimi anni le Regioni a statuto ordinario hanno<br />
avuto un incremento di spesa pubblica pari al<br />
+70,6 per cento, le Regioni a statuto speciale<br />
hanno avuto un incremento del +89 per cento,<br />
con picchi del +125 per cento in Sicilia, +143 per<br />
cento in <strong>Umbria</strong> e +140 per cento in Emilia Romagna.<br />
É evidente che questo dato non basta<br />
per tirare conclusioni sbrigative, perché occorrerebbe<br />
fare una analisi della qualità della spesa,<br />
ma non vi è dubbio che non ci possiamo più<br />
permettere tutto ciò alla luce dei tempi che corrono”.<br />
“Non è credibile – secondo Nevi - una <strong>Regione</strong><br />
che va a Roma a lamentarsi dei tagli del Governo<br />
e poi ha questi dati di incremento della spesa<br />
pubblica. Occorre che si cominci, come noi diciamo<br />
da anni, a discutere di un nuovo modo di<br />
gestire la pubblica amministrazione e che si abbandoni<br />
il metodo tradizionale di un Pubblico che<br />
pensa a tutto, ‘dalla culla alla bara’, e si avvii da<br />
subito un nuovo modo di amministrare, che punti<br />
a interrompere servizi che possono essere assicurati<br />
ad un costo inferiore, e ad una qualità<br />
maggiore, dal privato. A questo occorre aggiungere<br />
rapidamente una politica del personale che<br />
punti a ridurre i clientelismi e tagli drasticamente<br />
il numero dei dipendenti che, come dice Banca<br />
Italia, sono il doppio rispetto alla media delle altre<br />
regioni. Anche questo non possiamo più permettercelo.<br />
Questa per noi è la riforma delle riforme,<br />
forse più importante delle pur necessarie<br />
riforme istituzionali che devono essere fatte e di<br />
cui tutti parlano. La speranza – conclude - è che<br />
anche questi dati, e questi argomenti, entrino nel<br />
dibattito politico”.<br />
COMMERCIO: ABROGATO IL REGIME AUTO-<br />
RIZZATORIO, INTRODOTTI CRITERI PER LA<br />
DEFINIZIONE DELLE AREE COMMERCIALI –<br />
PRESENTATI IN SECONDA COMMISSIONE<br />
DALL'ASSESSORE BRACCO I NUOVI CRITERI<br />
PER IL COMMERCIO<br />
Perugia, 29 settembre 2011 – Cambiano i criteri<br />
per l'apertura delle strutture commerciali: scompare<br />
l'autorizzazione del Comune e vengono introdotti<br />
criteri che stabiliscono la definizione delle<br />
aree dove è possibile avviare attività commerciali.<br />
Nella riunione odierna della Seconda Commissione,<br />
presieduta da Gianfranco Chiacchieroni, è<br />
stato l'assessore Fabrizio Bracco ad illustrare i<br />
criteri, legati alla legge regionale '15/2010', che<br />
regolano l'apertura di attività commerciali.<br />
I Comuni possono governare lo sviluppo della<br />
rete commerciale attraverso lo strumento urbanistico<br />
e non più attraverso quello della pianificazione<br />
commerciale. La <strong>Regione</strong> indica i principi,<br />
le regole e gli indicatori a cui ci si deve attenere<br />
per la concessione dell'avvio di attività commerciale.<br />
Per quanto riguarda le strutture di vicinato,<br />
che recentemente sono state unificate fino a<br />
250 mq di superficie vendita, il regime è stato<br />
lasciato alla Scia (Segnalazione certificata di inizio<br />
attività) che permette di avviare una attività<br />
commerciale soltanto con una comunicazione al<br />
Comune. Per quanto riguarda le altre tipologie<br />
M1 e M2, attività fino a 1500 mq di superficie<br />
vendita (supermercati di piccole e medie dimensioni)<br />
oltre all'utilizzo della 'Scia', il Comune ha<br />
60 <strong>giorni</strong> di tempo per verificare che siano state<br />
rispettate tutte le condizioni, quindi soltanto dopo<br />
questo periodo potrà avvenire l'apertura dell'attività.<br />
Per la tipologia M3 (da 1500 a 2500<br />
mq) e G1 e G2 (Iper mercati) è necessaria la<br />
Conferenza dei servizi, chiamata a verificare l'esistenza<br />
delle condizioni. I criteri si basano sugli<br />
standard urbanistici con accentuazione particolare<br />
relativa alla tutela ambientale. È quindi necessario<br />
rispettare le disposizioni del Prg, urbanistiche<br />
in genere, il collegamento con le strade, l'esistenza<br />
dei parcheggi, l'impatto ambientale.<br />
Viene introdotto il principio di orientamento per i<br />
Comuni, cioè la definizione delle aree sature. Con<br />
un atto di <strong>Consiglio</strong> comunale, l'Amministrazione<br />
è chiamata a stabilire le aree sature e non , dal<br />
punto di vista urbanistico e sociale, dove cioè u-<br />
n'attività commerciale può determinare oggettive<br />
problematiche oppure ha le caratteristiche necessarie<br />
per l'avvio di una attività commerciale.<br />
Per quanto riguarda l'insediamento di grandi attività<br />
commerciali ai confini di un Comune è necessaria<br />
una 'copianificazione' con l'altro Comune<br />
confinante, di fatto, oggettivamente interessato.<br />
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