Acs 30 giorni - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
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SANITÀ<br />
NITARIE: “NESSUN AUMENTO PAGATO DAI<br />
CITTADINI UMBRI PRIMA DEL 29 AGOSTO”<br />
- L'ASSESSORE REGIONALE TOMASSONI HA<br />
RISPOSTO A MONNI (PDL) CHE SI E' DI-<br />
CHIARATO "INSODDISFATTO"<br />
Perugia, 21 settembre 2011 – “Non è vero che i<br />
cittadini umbri utenti del servizio sanitario abbiano<br />
pagato gli aumenti del tariffario per prestazioni,<br />
prima della data del 29 agosto e in ragione<br />
di ciò non è stata richiesta alcuna integrazione<br />
nemmeno a chi aveva già pagato il ticket, prima<br />
di quella data”. Così l'assessore regionale alla<br />
sanità Franco Tomassoni ha risposto a Palazzo<br />
Cesaroni ad una interrogazione di question time<br />
del consigliere di opposizione Massimo Monni<br />
(Pdl) sul pagamento degli aumenti decisi dalla<br />
<strong>Regione</strong> che la società di gestione del Centro u-<br />
nico per la prenotazione Webred, secondo il consigliere,<br />
avrebbe concretamente applicato già dal<br />
25 agosto, quattro <strong>giorni</strong> prima della delibera di<br />
Giunta.<br />
Dopo aver precisato che quegli aumenti li ha imposti<br />
il Governo e che l'<strong>Umbria</strong> si è opposta in<br />
ogni modo scegliendo di non gravare indistintamente<br />
su tutte le fasce di reddito come disponeva<br />
il decreto del Governo Berlusconi, Tomassoni<br />
ha detto che la macchina organizzativa per la riscossione<br />
dei ticket non ha nemmeno creato disagi<br />
agli utenti, anche grazie alla collaborazione<br />
di farmacie e medici di base.<br />
In sede di replica Monni ha tenuto a precisare di<br />
avere in mano fatture emesse dal Cup di San Sisto<br />
di Perugia che dimostrerebbero pagamenti di<br />
ticket aumentati, anteriori alla data della delibera<br />
di Giunta che li disponeva e fotocopie che dimostrerebbero<br />
come il provvedimento di aumenti è<br />
del tutto simile a quelli disposti in Toscana ed<br />
Emilia Romagna.<br />
“MOBILITA' PASSIVA CURA DISTURBI MEN-<br />
TALI QUESTIONE COMPLESSA. PUNTIAMO A<br />
PSICHIATRIA DI VICINANZA E COMUNITÀ”<br />
- TOMASSONI RISPONDE A ZAFFINI (FARE<br />
ITALIA) CHE SUGGERISCE: “AFFRONTARE<br />
IL DELICATO PROBLEMA IN TERMINI A-<br />
ZIENDALI<br />
Perugia, 21 settembre 2011 - “Quello della mobilità<br />
passiva relativa al trattamento dei disturbi<br />
mentali è un aspetto complesso, e anche molto<br />
delicato perché riguarda una patologia che già di<br />
per sé è complicata, sia per chi la subisce che<br />
per le famiglie che devono appunto ottemperare<br />
ai propri doveri di assistenza. La patologia è tale<br />
che anche per l’esigenza di cospicue risorse di<br />
cui ha bisogno deve essere trattata con particolare<br />
riguardo e con particolare attenzione. Devo<br />
dire però che la <strong>Regione</strong> <strong>Umbria</strong>, rispetto a questo,<br />
ha fatto comunque dei notevoli progressi,<br />
soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta<br />
“psichiatria di vicinanza e di comunità”. Questa la<br />
risposta dell'assessore alla sanità Franco Tomassoni<br />
all'interrogazione del consigliere Franco<br />
Zaffini (Fare Italia) che sollecitava con il suo<br />
atto “interventi urgenti di contenimento del fenomeno<br />
della mobilità passiva extraregionale in<br />
ambito sanitario relativa al trattamento dei disturbi<br />
mentali”. Visti i tempi contingentati, l'assessore<br />
ha comunque consegnato all'interrogante<br />
una risposta scritta.<br />
“Si tratta di capire che cosa accade nella mobilità<br />
extraregionale per questo tipo dipatologie, posto<br />
che già è un problema serio il fatto che noi si sia<br />
costretti a lavorare sui dati del 2009, nel senso<br />
che non abbiamo ancora disponibili i dati 2010. I<br />
dati della mobilità 2008–2009 – ha spiegato Zaffini<br />
- mostrano più di un’anomalia, la prima più<br />
evidente: nel 2008 poco più di 600 mila euro con<br />
una mobilità nel trattamento dei disturbi mentali<br />
pari al 22 per cento; nel 2009 abbiamo un leggero<br />
incremento dei casi trattati, da un 22, 78 per<br />
cento abbiamo a un 23 per cento, ma abbiamo<br />
un raddoppio della spesa, cioè noi a fronte di un<br />
bassissimo incremento dei casi trattati, perché è<br />
meno dell'uno per cento abbiamo speso come<br />
<strong>Regione</strong> più del doppio, perché passiamo da 660<br />
mila euro a 1 milione 225 mila euro”.<br />
Nella replica Zaffini ha ribadito che “l’elemento di<br />
maggiore criticità nella mobilità che non è<br />
l’aspetto economico, ma quello legato al disagio<br />
di pazienti e familiari costretti a emigrare. Per<br />
quanto riguarda l’aspetto economico, riteniamo<br />
che partendo dall’analisi della mobilità, come<br />
qualunque altra gestione aziendale va analizzato<br />
attentamente il dato perché da lì bisogna partire<br />
per mettere a punto i correttivi. Aspettiamo di<br />
vedere le proposte che porterete in <strong>Consiglio</strong> rapidamente,<br />
spero, ma non possiamo fin da questo<br />
momento non puntare il dito proprio sugli accordi<br />
interregionali, in specie quelli con la Toscana<br />
inferiori a quelli delle Marche. Rispetto poi alla<br />
questione generale mobilità passiva, esistono<br />
aspetti anomali: come nel caso della diagnostica.<br />
Se è legittimo, infatti, ricorrere alla consulenza di<br />
uno specialista fuori regione, lo stesso non si può<br />
dire degli esami diagnostici, perché una tac o<br />
una radiografia sono uguali dappertutto e, mentre<br />
ci sono investimenti cospicui in regione per<br />
l’acquisto di attrezzature, vengono dirottate risorse<br />
preziose verso altri centri appena fuori dai<br />
nostri confini”.<br />
“ATTIVARE GLI STRUMENTI PREVISTI DAL-<br />
LA LEGGE PER CONSENTIRE AI CITTADINI<br />
DI DIRE LA PROPRIA SUL SISTEMA SANI-<br />
TARIO REGIONALE” - DOTTORINI E BRUTTI<br />
(IDV) INTERROGANO LA GIUNTA<br />
Perugia, 22 settembre 2011 – “Se i cittadini a-<br />
vessero la possibilità di dire la propria sul sistema<br />
sanitario regionale, partecipando alle scelte<br />
che li riguardano, forse avremmo un sistema di<br />
servizi e una sanità più trasparente, con meno<br />
disservizi, minori liste d’attesa e, probabilmente,<br />
con cospicui risparmi”.<br />
La considerazione è di Oliviero Dottorini, capogruppo<br />
Idv in <strong>Consiglio</strong> regionale, e fa da pre-<br />
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