Acs 30 giorni - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
Acs 30 giorni - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
Acs 30 giorni - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
SANITÀ<br />
traddizioni di un sistema di potere, oliato per<br />
l'eccessivo esercizio, risultano ormai prossime all'esplosione.<br />
Lo sostiene Sandra Monacelli, capogruppo Udc<br />
a Palazzo Cesaroni osservando come, “le necessarie<br />
decisioni politiche, responsabilmente richieste<br />
alla Presidente Marini e da lei avviate, potrebbero<br />
sembrare di fatto appannate dalla 'marzulliana'<br />
richiesta di chiarimenti inviata alla direzione<br />
della Asl 3, che con un generico 'si faccia<br />
una domanda e si dia una risposta' dovrebbe fornire<br />
atti e spiegare circostanze, già peraltro al<br />
vaglio degli organi giudiziari e note per la loro<br />
diffusione sulla stampa”.<br />
La Monacelli fa riferimento alla “insormontabilità<br />
del muro di gomma, costituito dal contratto privatistico,<br />
blindato, in base al quale la dottoressa<br />
Rosignoli può rimanere ben salda nel suo ruolo,<br />
improvvidamente costruito ad arte, con una scadenza<br />
tanto lontana da preservare incertezze future<br />
ed oltrepassare, per la Presidente che lo siglava,<br />
il naturale termine della passata legislatura.<br />
È il colmo, o meglio una sorta di contrappasso,<br />
nel quale il potere rimane vittima del suo<br />
stesso ingranaggio”.<br />
Ma, a giudizio dell'esponente Udc, “lo stillicidio di<br />
notizie relative all'inchiesta, che raccontano fatti<br />
ed episodi, accrescono la consapevolezza di un<br />
ruolo politico non estraneo alle responsabilità del<br />
livello tecnico. Il coinvolgimento nell'inchiesta di<br />
pezzi da novanta dell'apparato politico, che ancora<br />
oggi ricoprono incarichi di primo piano nella<br />
Giunta umbra, getta ombre di credibilità sulla I-<br />
stituzione regionale che andrebbe invece preservata<br />
e tutelata”.<br />
La classe dirigente di questa <strong>Regione</strong> e la presidente<br />
Marini in primis, conclude Sandra Monacelli,<br />
“non possono tentennare in nome di nessun<br />
opportunismo di parte, o per eventuali sensi di<br />
gratitudine a chicchessia, sulla garanzia di trasparenza<br />
dovuta al cittadino, a servizio del quale<br />
l'intero sistema è stato pensato”.<br />
“IN UMBRIA TICKET SANITARI PER UNDICI<br />
MILIONI ANNUI SUL CETO MEDIO” - PER<br />
BRUTTI (IDV) “SI È SCELTA LA VIA PIÙ FA-<br />
CILE E INGIUSTA”.<br />
Perugia, 13 settembre 2011 – “Undici milioni di<br />
euro l'anno, per lo più a carico del ceto medio.<br />
Magari, detta così, suona diversa e qualcuno si<br />
sveglia”.<br />
Così Paolo Brutti, consigliere regionale dell'Italia<br />
dei Valori, dopo la audizione dell'assessore alla<br />
sanità Franco Tomassoni in terza Commissione,<br />
critica la scelta fatta dalla Giunta parlando di<br />
approccio diretto con le cifre nella battaglia contro<br />
i ticket sanitari. A suo giudizio,”si è scelta la<br />
via più facile e più ingiusta. Continuiamo a ripetere<br />
che è profondamente sbagliato trasferire sui<br />
cittadini le inique manovre del Governo e che<br />
andava fatto il possibile per scaricare parte dei<br />
tagli sulla pesante macchina burocratica che<br />
amministra la nostra sanità. Undici milioni di prelievo<br />
sono tantissimi - prosegue Brutti -, anche<br />
perché vanno a gravare per lo più su un ceto<br />
medio fortemente vessato. Con i ricchi che scelgono<br />
le cliniche private, con gli evasori che in<br />
virtù del basso reddito sono esenti dal ticket, con<br />
il complice silenzio del centrodestra, ben lieto di<br />
sfilare ai cittadini umbri un mucchio di soldi a sostegno<br />
della manovra Berlusconi: alla fine pagano<br />
solo le persone per bene. Che da oggi hanno<br />
un motivo in più per stare male”.<br />
PILLOLA RU486: “NEL CASO DI COMPLICA-<br />
ZIONI FUORI DALL’OSPEDALE, SE LA DON-<br />
NA FA CAUSA E CHIEDE I DANNI, A PAGARE<br />
SAREBBE IL MEDICO O LA REGIONE?” – IN-<br />
TERROGAZIONE DI ROSI (PDL)<br />
Perugia, 14 settembre 2011 – Il consigliere regionale<br />
Maria Rosi (Pdl) ha inoltrato<br />
un’interrogazione urgente alla Giunta inerente la<br />
somministrazione della pillola abortive RU 486 in<br />
regime di day hospital, con la quale chiede spiegazioni<br />
sulle responsabilità nei casi di complicazioni<br />
successive, al di fuori dell’ospedale, “contravvenendo<br />
alla legge 194 e nei casi in cui la<br />
donna decida di fare causa e chieda il risarcimento<br />
dei danni”.<br />
“I tre pareri del <strong>Consiglio</strong> superiore di Sanità relativi<br />
alla somministrazione della pillola RU486 –<br />
spiega Rosi – sono orientati tutti per il ricovero<br />
ospedaliero e non per il day hospital che invece<br />
la <strong>Regione</strong> <strong>Umbria</strong> ha adottato non ritenendo valide<br />
le linee guida ministeriali, mentre la commissione<br />
tecnica che ha redatto le linee guida<br />
per la somministrazione della pillola abortiva non<br />
ha riportato in maniera chiara l’incidenza della<br />
mortalità riferite ad aborto medico e chirurgico,<br />
paragonandole, quasi omettendo che nei casi di<br />
aborto medico è maggiore di molto di quella per<br />
aborto chirurgico. Inoltre – continua - non sono<br />
stati resi noti i curricula scientifici e professionali<br />
dei partecipanti alla commissione tecnica, il che<br />
lascerebbe capire che non volevano essere messi<br />
a confronto con quelli degli esperti del <strong>Consiglio</strong><br />
superiore della Sanità”.<br />
Nell’atto ispettivo, Rosi fa anche notare che la<br />
“Food and drug administration” ha di recente aggiornato<br />
il sito dove sono riportati i dati sulla<br />
mortalità, e “la Giunta – sostiene – non li ha<br />
nemmeno presi in considerazione per il consenso<br />
informato”.<br />
“L’aborto farmacologico – spiega - viene usato<br />
dopo i novanta <strong>giorni</strong> e consiste nel processo<br />
che va dall'assunzione delle prostaglandine, il<br />
farmaco che induce le contrazioni, fino all'espulsione<br />
del feto. In quel caso, a nessuno viene in<br />
mente di suggerire alle donne di dimettersi dall'ospedale<br />
e tornare, eventualmente, se ne hanno<br />
bisogno. La definizione di aborto farmacologico<br />
con la RU486 non può essere diversa, perciò<br />
– conclude – chiedo alla Giunta regionale: chi<br />
paga nel caso in cui l'aborto avviene al di fuori<br />
dell'ospedale, contravvenendo alla legge 194, e<br />
PAG 89