SCIPIONE GUARRACINO, Le età della Storia. I concetti di Antico ...
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il mondo antico si trasformò e scomparve; poi, stabilitesi fra il 700 e il 950 le<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> un «nuovo inizio» (secondo l'espressione <strong>di</strong> Aldo Schiavone già ricordata<br />
nella nota bibliografica in fondo al paragrafo 6 del capitolo 2), venne la civiltà<br />
del tutto originale del Me<strong>di</strong>oevo.<br />
Vicolo cieco o falsa partenza, il mondo antico si arrestò <strong>di</strong> fronte ai propri "limiti<br />
dello sviluppo" economici e tecnologici, determinati in parte dalla schiavitù e in parte<br />
dal modo in cui si configuravano le attività degne <strong>di</strong> uomini liberi. Nel suo nuovo<br />
inizio, il Me<strong>di</strong>oevo è prima <strong>di</strong> tutto un mondo scarsamente popolato e dominato dalle<br />
foreste e dalle palu<strong>di</strong>. Ma questo precario nuovo inizio fa da fondamento a<br />
un'originale civiltà, con la sua vitalità demografica e il suo sviluppo agricolo e<br />
urbano, con i suoi aratri pesanti, i mulini ad acqua e a vento, gli archi rampanti, gli<br />
orologi meccanici, gli occhiali, i telai a pedali, con la sua abbondante (relativamente<br />
al mondo antico) produzione <strong>di</strong> ferro, con i suoi tre secoli <strong>di</strong> espansione sulla<br />
frontiera dell'Europa centro-orientale e la sua rivoluzione commerciale e nautica del<br />
XIII secolo. È notevole il fatto che ai secoli XI-XIV appartengono la grande maggioranza<br />
se non la totalità dei motivi istituzionali e culturali che vengono<br />
comunemente associati all'immagine positiva del Me<strong>di</strong>oevo: l'urbanesimo, i comuni,<br />
la cultura citta<strong>di</strong>na, la letteratura cavalleresca, le università, la ricerca filosofica e<br />
scientifica."<br />
È vero che a questo Me<strong>di</strong>oevo appartengono, oltre alla cavalleria e alle crociate,<br />
anche fenomeni sui quali grava una cattiva fama: il feudalesimo e la servitù,<br />
l'Inquisizione e la caccia all'eretico, i pogrom antiebraici. Ma alla fine bisogna anche<br />
riconoscere che fra il Me<strong>di</strong>oevo oscuro e quello luminoso esistono rapporti molto<br />
complessi. La cattedrale gotica, summa dell'intera civiltà, non è precisamente<br />
un'oscurità squarciata dalla luce, uno sforzo per togliere il peso alla bruta materia<br />
La natura propria <strong>della</strong> civiltà me<strong>di</strong>evale viene misconosciuta tutte le volte che si<br />
impone il linguaggio fuorviante <strong>della</strong> "rinascita" dopo il Mille, <strong>della</strong> "ripresa" <strong>della</strong><br />
popolazione, delle città, dell'economia, dei commerci (in questa prospettiva il<br />
"rinascimento" <strong>di</strong>venta un fenomeno plurisecolare, concluso nel XV secolo dal<br />
Rinascimento in senso stretto, quello delle lettere e delle arti). Quanto compare fra il<br />
X e il XI secolo è invece una realtà nuova, <strong>di</strong>versa da quella che esisteva "prima", nel<br />
mondo antico. Questo va verificato non semplicemente mettendo a paragone<br />
Antichità e Me<strong>di</strong>oevo per stabilire chi dei due ha raggiunto le migliori prestazioni in<br />
fatto <strong>di</strong> sviluppo demografico, economico o tecnologico; l'Europa me<strong>di</strong>evale risulta in<br />
molti casi vincente, ma rispetto al Me<strong>di</strong>terraneo ellenistico e romano non ha mai<br />
avuto città <strong>della</strong> taglia <strong>di</strong> Roma o Alessandria o strutture paragonabili agli acquedotti<br />
e alle strade romane. Più interessante è invece rimarcare la <strong>di</strong>versità qualitative fra le<br />
due civiltà.<br />
Ci soffermeremo brevemente su due esempi <strong>di</strong> caratteri specifici <strong>della</strong> civiltà<br />
me<strong>di</strong>evale, cominciando con il caso <strong>della</strong> rete urbana e delle città. Un primo<br />
confronto, che tenga conto delle città romane scomparse e <strong>di</strong> quelle me<strong>di</strong>evali del<br />
tutto nuove, mostrerà che le due reti non coincidono. Ma anche nei casi <strong>di</strong> continuità<br />
fra i due sistemi urbani, questa si rivela piuttosto apparente non appena an<strong>di</strong>amo a<br />
constatare che le maggiori città dell'Europa me<strong>di</strong>evale, a cominciare da quelle<br />
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