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Il resoconto più ampio sul compromesso costituzionale del<br />
367 (leggi Liciniae Sextiae) presso Livio, VI, 35, 4 seg.: creatique<br />
tribuni C. Licinius et L. Sextius promulgavere leges omnes adversus opes<br />
patriciorum et pro commodis plebis: unam de aere alieno, ut deducto eo capite,<br />
quod usuris pernumeratum esset, id quod superesset triennio aequis<br />
portionibus persolveretur; alteram de modo agrorum, ne quis plus quingenta<br />
iugera agri possideret; tertiam, ne tribunorum militum comitia fierent,<br />
consulumque utique alter ex plebe crearetur: cuncta ingentia, et quae sine<br />
certamine maximo obtineri non possent. Per le questioni relative al<br />
godimento delle terre demaniali, L. ZANCAN, Ager publicus. Ricerche<br />
di storia e di diritto romano, Padova 1935.<br />
Sulla data più probabile dell’introduzione degli ordinamenti<br />
centuriati, attribuiti dalla tradizione a Servio Tullio, cfr. G.<br />
GIANNELLI, Origini e sviluppi dell’ordinamento centuriato, in “Atene e<br />
Roma” XV (1935) p. 229 sgg.; ID. in GIANNELLI-MAZZARINO,<br />
Trattato di Storia Romana, I, p. 180 sg. Sui riflessi militari dei nuovi<br />
ordinamenti, v. J. KROMAYER - G. VEITH, Heerwesen und Kriegführung,<br />
cit., p. 255 sgg. A proposito della scala dei censi, attribuita nelle<br />
fonti al VI secolo (Servio Tullio) mentre, come sopra s’è detto, va<br />
piuttosto riferita alla fine del III sec., è da ricordare che la prima<br />
fusione dell’aes grave, cioè l’emissione degli assi librali (la prima<br />
vera e propria moneta romana) ebbe luogo intorno alla metà del IV<br />
sec. Circa un secolo dopo (nel 269 secondo PLIN., Nat. hist.<br />
XXXIII 44) cominciò la coniazione della moneta argentea: denarius<br />
(10 assi), quinarius (5 assi), sestertius (2 assi e mezzo) del peso<br />
rispettivamente di grammi 4,55; 2,27; 1,13. Per quanto riguarda la<br />
validità del dato cronologico conservato dalla tradizione letteraria,<br />
si deve ricordare che essa è stata sostenuta dai numismatici della<br />
scuola italiana, mentre è stata revocata in dubbio da parecchi<br />
studiosi stranieri, soprattutto dall’inglese H. MATTINGLY, secondo<br />
cui la coniazione del denarius sarebbe cominciata nel II sec. a.C. Ma<br />
a confermare la bontà della data tradizionale è ora sopravvenuto il<br />
dato obiettivo di recenti scavi, da cui risulta che il denarius circolava<br />
già nel III sec. a.C. Cfr. L. BREGLIA, I rinvenimenti monetarii di<br />
Morgantina ecc. in “Ann. Ist. It. di Num.” IX -XI (1966) p. 304 sgg.;<br />
S. CONSOLO LANGHER, Ricerche di numismatica, Messina 1967, p. 169<br />
sgg. T. V. BUTTREY e H. B. MATTINGLY in «Atti Congr. intern.<br />
numism.” Roma 1965, p. 261 sgg. Sulla classe di governo nobiliare,<br />
e sui legami intercorrenti fra i vari gruppi, resta esemplare (a parte<br />
qualche riserva) l’opera di F. MÜNZER, Römische Adelsparteien und<br />
Adelsfamilien, Stuttgart 1920. Sull’intervento di Roma nelle regioni<br />
più meridionali della Penisola, e particolarmente sulle sue relazioni<br />
con i Tarentini, v. P. WUILLEUMIER, Tarente dès origines à la conquête<br />
romaine, Paris 1939. Lo sbarco in Italia di Pirro, e l’importanza<br />
dell’azione militare e politica da lui intrapresa attirarono l’attenzio-<br />
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