CarFleet n. 34 - LeasePlan

nologiche che apriranno la strada
anche a soluzioni ibride, come
annunciato con la nuova Tuareg
Hybrid, l’obiettivo è stato brillantemente
centrato. Non solo per
quel che riguarda la diminuzione
dei consumi e di conseguenza
delle emissioni nocive nell’atmosfera,
ma anche sul fronte del contenimento
dei costi di gestione
attraverso l’ottimizzazione del
funzionamento dei motori (con
gasolio, metano e l’iniezione diretta
di benzina), dei cambi, dell’aerodinamica,
della minore resistenza
al rotolamento dei pneumatici.
Senza dimenticare l’inserimento
di sistemi come lo Start&Stop che
risparmiano il carburante quando
l’auto è in sosta ai semafori o
come il cambio a doppia frizione
DSG a 6 o 7 marce che, realizzando
il passaggio da un rapporto
all’altro al numero di giri ideale,
contribuisce al risparmio complessivo
di carburante.
Nuove tecnologie
Oggi, grazie all’introduzione di
queste nuove tecnologie e all’ottimizzazione
di quelle tradizionali, il
Gruppo Volkswagen si presenta
all’appuntamento dei 20 km con
un litro di carburante, anche con il
Blue TDI, il turbodiesel più pulito
di tutti i tempi per via del sistema
SCR-Kat che riduce le emissioni di
ossido di azoto a meno di 80
mg/km e pone la vettura in linea
con i parametri della più restrittiva
norma europea sui gas di scarico,
la Euro 6, prevista per il 2014.
Montato sulla Passat (e sulla versione
station wagon Variant) si
presenta come una soluzione che
concilia la protezione dell’ambiente
con il piacere di guida che
motori relativamente piccoli ma
potenti sono ancora in grado di
garantire pur tenendo sotto controllo
i consumi e le emissioni di
CO 2 . Ed è proprio sulla Passat Blue
TDI spinta dal 2.0 litri a gasolio
common rail da 143 cavalli che si
basa la nostra prova su strada.
Passat da tempo è considerato un
modello super affidabile, tra i preferiti
da chi per lavoro o per altre
ragioni percorre decine di migliaia
di chilometri all’anno, una vettura
da sempre ai primi posti nelle
scelte delle auto aziendali.
C’è un segreto
Il segreto della Passat Blue TDI sta
nel catalizzatore SCR (acronimo di
Riduzione Selettiva Catalitica) e
nell’additivo AdBlue per la riduzione
degli ossidi di azoto. Il sistema
funziona così: una soluzione
acquosa a base di urea (AdBlue),
contenuta in un serbatoio addizionale
nel vano per la ruota di scorta,
viene spruzzata con continuità
a monte dell’SCR nella linea di
scarico. Polverizzata da una griglia,
l’urea si trasforma in gas di
scarico caldi a monte del catalizzatore
dove tali gas reagiscono
con gli ossidi di azoto e li scindono
in azoto e acqua. L’AdBlue è atossico,
privo di odori, biodegradabile;
il suo consumo è in media di
0,1 litri ogni 100 km e il rabbocco
di questo additivo è previsto nell’ambito
delle normali operazioni
di manutenzione. Il risultato finale
Sempre ai primi posti nelle scelte delle aziende
è che le emissioni di ossido d’azoto
vengono ridotte a meno di 80
mg/km, in linea quindi con gli
standard Euro 6 che entreranno in
vigore nel 2014.
Per il resto la Passat è una berlina
che adotta il classico 2.0 litri common
rail (iniezione del carburante
ad alta pressione e geometria
variabile delle turbine) la cui
potenza è stata portata a 143 cv:
la velocità massima arriva ai 210
km/h (207 la Variant) con un consumo
di 5,2 litri ogni 100 km (19,2
km/l) ed emissioni di CO 2 di 137
gr/km. Lo sprint resta interessante
(9,9” da 0 a 100) in rapporto al
peso di 1.482 kg e anche l’autonomia
(1.346 km). Il cambio è un
manuale a 6 marce, ma come
optional si può avere l’automatico
a doppia frizione DSG sempre a 6
marce.
Per il resto quest’auto è caratterizzata
da sospensioni rigide, buona
insonorizzazione, freni efficienti.
In sintesi comfort, affidabilità,
bassi consumi, nessuna limitazione
nei confronti delle normative
antinquinamento in arrivo, buona
velocità di crociera per i lunghi
viaggi e un’autonomia da record.
CarFleet ottobre 2009
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