Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettricheI <strong>per</strong>corsi “nascosti” del Sarca70
Sezione quartaBuona condotta... le derivazioni e le centrali idroelettriche“La SIT, Società Industriale Trentina, prima diiniziare i recenti <strong>la</strong>vori <strong>dell</strong>e due nuove Centraliidroelettriche di Toblino e di Fies, contavatre Centrali. La prima, sul torrente Fersina,entrò in funzione tra i primi impianti in Europa,<strong>nel</strong> 1889; <strong>la</strong> seconda, sul <strong>fiume</strong> Sarca, aFies, fu messa in esercizio <strong>nel</strong> 1909; <strong>la</strong> terza (aDro) pure sul Sarca <strong>nel</strong> 1924.”Dal<strong>la</strong> rivista “Trentino”, aprile 1929 “I due nuoviimpianti idroelettrici del<strong>la</strong> Sit sul Sarca”.“Il numero <strong>dell</strong>e centrali in attivitàal 31 dicembre 1956 era in tutta <strong>la</strong>Regione di 268 con una complessivapotenza elettrica efficiente di oltre 2milioni di kW e una producibilità mediaannua di 6.739 milioni di kWh”.Da “L’economia industriale del<strong>la</strong> regioneTrentino-Alto Adige. IV. L’industriaelettrica.” Indagine diretta dal prof. UmbertoToschi, Parte III: Monografie vol.II, Arti Grafiche Saturnia, 1958. Da CDROM “La Sarca e l’energia”.Il Trentino Alto-Adige, neglianni ’50 del Novecento, ospitavapiù di un quinto del<strong>la</strong> potenzaidroelettrica instal<strong>la</strong>tain tutta Italia. L’utilizzo <strong>dell</strong>erisorse idroelettriche si era giàsviluppato a partire dal secoloprecedente, grazie al territorio“costituito in gran prevalenzada rocce im<strong>per</strong>meabili, al<strong>la</strong> frequenzadi strettoie, condizionitutte favorevoli all’utilizzazioneidroelettrica”, come diceva uno studio del 1911 (dal titolo significativo “Le forzed’acqua alpine”). Un’altra testimonianza <strong>dell</strong>o storico sfruttamento idroelettrico èriportata dal<strong>la</strong> Rivista “Trentino” <strong>nel</strong>l’aprile del 1929.Tale sviluppo, <strong>per</strong>ò, ha avuto degli “effetti col<strong>la</strong>terali” sul territorio.Gli effetti sul paesaggio sono stati imponenti, tanto da mutare <strong>la</strong> rete idrografica,in alcuni casi l’aspetto di intere valli, e addirittura il microclima. Il sistema di canalizzazionirealizzato dal<strong>la</strong> Società idroelettrica Sarca-Molveno (SISM) ha deviatodal naturale corso le acque <strong>dell</strong>’Adamello-Presa<strong>nel</strong><strong>la</strong>/bacino del Sarca verso il <strong>la</strong>godi Molveno, e poi verso <strong>la</strong> grande centrale di Santa Massenza (una <strong>dell</strong>e maggiorid’Europa). Questa deviazione ha trasformato il <strong>la</strong>go naturale di Molveno, di origineg<strong>la</strong>ciale, in un serbatoio semiartificiale. A tutt’oggi, tale deviazione, che passada parte a parte il gruppo del Brenta e porta velocemente acque fredde <strong>nel</strong> <strong>la</strong>godi Santa Massenza, ha irreversibilmente modificato il microclima di quest’ultimo,un tempo partico<strong>la</strong>rmente favorevole. Santa Massenza era una rinomata localitàpresso i nobili austriaci <strong>per</strong> il suo clima mite, le acque <strong>dell</strong>’omonimo <strong>la</strong>go eranocosì tiepide da essere piacevolmente balneabili. D’altra parte, <strong>la</strong> canalizzazionesotterranea ha consentito di preservare<strong>la</strong> valle più importante <strong>per</strong> quantitàdi acque: <strong>la</strong> val di Genova.Negli anni successivi al<strong>la</strong> costruzionedi condotte e centrali (anni ‘50 e ‘60),tali “effetti col<strong>la</strong>terali” cominciavanoad essere <strong>per</strong>cepiti e divenivano argomentodi un crescente dibattito.Lo sfruttamento idroelettrico avevacomportato <strong>la</strong> costruzione di o<strong>per</strong>eallo scopo di captare e al<strong>la</strong>cciare tutti icorsi d’acqua fino ai più piccoli rivi. Uneccessivo sfruttamento comportava ilrischio di provocare un vero e proprio71