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Teologia fondamentale I

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isogna accettare per possederlo, ma che rimane sempre proteso alla chiarificazione: "fides quaerit,intellectus invenit". Di qui muoveva quella ricerca speculativa che è la teologia 6 . Ad Agostino, giuntoalla fede dopo un prolungato travaglio morale e intellettuale, il cristianesimo apparve essenzialmentecome fede. Avendo prima aderito alle idee manichee, ora difendeva e spiegava l'autorità della fede, difronte a ogni pretesa manichea (razionale) di rappresentare la ratio. Riconobbe che la fede e il crederesono inferiori, in senso generale, alla conoscenza della ragione e dell'intelligenza. Tuttavia, laconoscenza della verità manifestata nella storia è possibile solo al credere. Il credere, quindi, è assaipiù della credulitas e del semplice opinari 7 . Esso si basa sulle profezie, le promesse realizzate e imiracoli verificati. Soprattutto, in conformità alla sua impostazione filosofica, Agostino metteva inprimo piano il movimento interiore della volontà e l'illuminazione interiore dello Spirito Santo. Unposto importante era pure dato all'autorità della Chiesa: "non crederei al vangelo, se non mi cispingesse l'autorità della Chiesa cattolica" 8 . Tale fede è aperta alla possibile comprensione, medianteun processo dialettico che va dalla fede alla conoscenza, rimanendo legato alla fede: "comprendi percredere e credi per comprendere" 9 .La fede, quindi, non è una situazione statica, che consiste nel ritenere per vere certe cose. Essa è unmovimento dinamico, in cui la persona si abbandona, con disponibilità, alla causa della fede, al di làdelle sue rappresentazioni temporali. La fede è l'inizio della salvezza, non come puro assenso allaverità ma, assai più, come atteggiamento totale di conversione, legato all'amore: "nella fede amare,nella fede apprezzare, mediante la fede entrare in lui, essere incorporato nelle sue membra" 10 .Agostino non attuò un'analisi speculativa generale e sistematica sull'atto di fede, ma lasciò una grandequantità di osservazioni, importanti per la successiva riflessione. A lui si deve, invece, la distinzionediventata poi <strong>fondamentale</strong>, fra fides quae od oggettiva (fede come contenuto) e fides qua o soggettiva(libero assenso del credente) 11 . Nell'insieme, la sua dottrina esercitò notevole influenza su tutte leepoche successive 12 .3. MedioevoLa scolastica segnò una svolta decisiva verso l'interpretazione psicologica e speculativa delle Fede.Nei primi tempi la riflessione si orientava, prevalentemente, verso le sentenze e le autoritàpatristiche 13 . Con la scoperta degli scritti di Aristotele, però, la problematica mutò. Anselmo diCanterbury seguiva ancora la linea agostiniana del "fides quaerens intellectum", ma voleva chiarire ilcontenuto della fede mediante la ragione. Perciò cercò di chiarirne i contenuti e di trovarne i motivi diragione. Abelardo e Ugo di S. Vittore indicavano i problemi in termini di: fede-conoscenza, fedevolontà.La fede rimaneva una partecipazione, per grazia, alla conoscenza di Dio, ma se nesottolineava pure la possibilità di guidare l'uomo alla realizzazione di sé, mediante la guida etica eontica dell'intenzione degli atti umani. Questi problemi e questo tipo di riflessione portaronogradualmente il piano conoscitivo (noetico) a prevalere su quello salvifico (soteriologico). La fede,inserita nella scala aristotelica degli assensi, venne esposta al pericolo di commistioni eterogenee. Allasecolarizzazione del sapere e all'autonomia delle filosofia, si oppose fortemente la teologia monasticae, in particolare, francescana con S. Bonaventura. Essa sosteneva una teologia della fede alimentata6 De Trin., 1, XV, c. 2, n. 2.7 S. Agostino, De utilitate credendi, 22, 25.8 C. epist. Fund., 5,6.9 Ep. 120.10 Tract. Io. Ev., 29.11 De Trin., 13,2.12 ET, 359-360.13 Sententiae e autoritates erano le affermazioni e i commenti dei diversi Padri a singoli passi dellaScrittura, in seguito raccolte in libri detti catenae, che venivano commentate e confrontatenell'insegnamento teologico.28

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