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Teologia fondamentale I

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6. FEDE E CONDIZIONE UMANA1. Rivelazione, fede, teologiaCome si è visto, la Rivelazione cristiana è la suprema auto-donazione e definitiva automanifestazioneche Dio ha compiuta nell'evento totale di Cristo. La fede è l'accettazione di taleRivelazione che, nel contenuto creduto e nella decisione di credere, porta in sé l'interrogativo radicalee illimitato su se stessa: che cosa credo? perché credo? La fede consapevole, quindi, riflette su sestessa e sul suo rapporto con il presente e il futuro della vita umana, della storia, del mondo, dellesocietà e delle culture. Tale riflessione critica, metodologica e sistematica, che confronta la fede con iproblemi fondamentali: a) del suo significato e valore (problema ermeneutico); b) del suo correttorapporto con la condizione umana e con l'operare e agire nel mondo (problema etico e ortoprassi) 1 , èla teologia. Una teologia della fede, quindi, riflette a fondo sulla fede e la condizione umana,avvalendosi anche delle forme razionali (filosofie e scienze) che, dalla modernità in poi, svolgono unruolo determinante.2. Condizione umana: interrogativi sull'uomo e la vitaPer riflettere teologicamente su Rivelazione e fede, inizieremo dalla dimensione ontologica<strong>fondamentale</strong> dell'uomo, in cui primeggia l'interrogarsi senza fine (homo problematicus). In esso, ladomanda prima, che sottende tutte le altre, è quella dell'uomo su se stesso e sul senso, fine e valoredella propria vita. Ogni nostra comprensione, scelta e decisione è in funzione di essa. Con essa, ogniuomo scopre che la sua vita non è stata scelta da lui, ma gli fu data. Di qui la domanda: da dovevengo? Si sperimenta pure come progetto o libertà orientati al futuro. Di qui la domanda: dove vado?In questa tensione fra vita data e progetto possibile, la persona sperimenta pure la finitezza propria edei suoi atti. Pure le illimitate aspettative, speranze e continua necessità di superarsi, generanonell'uomo un'inquietudine di fondo, espressa nelle domande: che cosa devo fare? che cosa possosperare? quale destino mi attende?Esse sono decisive perché riguardano l'origine, fine, passato, presente, futuro, senso, significato evalore di tutto: persone, cose, umanità, universo intero 2 . Tengono sempre aperta la grande sfidasull'intelligibilità della realtà, della vita e dei significati, sensi, fini, valori. In definitiva, chiedersi se lavita ha un senso, significa chiedersi se ha in sé strutture ontologiche che la rendono intelligibile,comprensibile, dotata di una finalità. Infatti la condizione indispensabile per poter darle un senso, èche esso vi sia. A questo punto, le domande divengono sempre più intime e dirette: chi sono io e chesenso ho? Perciò possiamo dire che il problema del senso della vita è la struttura ontologicapermanente, presente nell'atto stesso di esistere, che s'impone a ogni uomo e che non può essere eluso.Il suo interrogativo coinvolge non solo intelligenza e ragione, ma anche volontà, libertà, responsabilitàe sensibilità. Essendo così complesso e globale, ammette solo risposte incontrovertibili, evidenti odimostrabili 3 . Dall'antichità classica alla modernità, la prima risposta è stata cercata, anzitutto,nell'orizzonte del reale intramondano: mondo, storia, umanità. Il mondo è inteso come realtà anteriore,mossa da processi immanenti non decisi dall'uomo. L'uomo conosce la realtà del mondo e la propria, ilmondo no. Ciò segna l'insuperabile diversità tra i due. L'uomo è cosciente di sé e della realtà, il mondono. L'uomo, servendosi delle costanti della natura, può operare liberamente in esso, su di esso emodificare la realtà in base ai suoi liberi progetti.Con la sua coscienza, libertà, corporeità, può trasformare la natura oltre i suoi processi immanenti.Col suo lavoro può mutare, umanizzare, far progredire il mondo e se stesso, crescendo anche in quanto1 P. Rousselot, Les yeux de la foi, Paris 1913; J. Alfaro, Rivelazione cristiana, fede e teologia,Brescia 1986, 9.2 R. Guardini, La vita della fede, Brescia 1965; Alfaro, Rivelazione cristiana, 10-11.3 J. Mouroux, Je crois en Toi, Paris 1948; Alfaro, Rivelazione cristiana, 11-12.

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