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Teologia fondamentale I

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dall'orazione e contemplazione. La fede era, prima di tutto, il gustare Dio, sperimentarlo con affetto evivere nella dipendenza da lui.S. Tommaso sottolineò la fede come virtù teologale e ne sviluppò il rilievo antropologico. Eglirifletteva sulle parole della Scrittura riguardanti la fede giustificante, inserita nel processo digiustificazione, in cui si esprime sia come sua possibilità, che come suo frutto. Il sì della fede, allarealtà nascosta della salvezza, è l'inizio della vita eterna. Gli stadi della mediazione creaturale eculturale della rivelazione esterna (predicazione, segni, miracoli, argomentazioni, ecc.) sonoindispensabili ma insufficienti. Non sono essi che fanno credere, ma è la stessa Verità che si comunicainteriormente 14 . Ciò che decide è l'azione interiore della grazia, descritta da S. Tommaso come luce ecome istinto. La certezza di fede si fonda non sull'evidenza di una conoscenza precedente, ma sullaluce e sulla vita propria della fede stessa. Di essa, tuttavia, si può dare ragione in termini diargomentazione. La rivelazione della grazia supera le capacità della ragione, ma non la elimina né ladistrugge. Al contrario, la realizza pienamente e la conduce all'approdo cui è destinata. A livelloecclesiale e comunitario, la fede medievale aveva una struttura socio-culturale pubblica, che aiutava ilfedele a raggiungere una consapevolezza e credibilità della fede 15 .4. Riforma protestante e riforma cattolicaCon gli eventi del XVI secolo che portarono a una progressiva divergenza la concezione cattolica equella protestante, anche la fede subì profonde differenze di prospettiva. Oggi, superate alcunepregiudiziali tipicamente confessionali, e in seguito a una rilettura più serena della Scrittura, leposizioni si stanno notevolmente riavvicinando, in un crescente consenso sui punti tradizionali. PerLutero la fede era fiducia nella promessa e abbandono alla misericordia divina, alle quali attenersisaldamente. A Dio non conduceva il cammino della riflessione umana, ma solo la fiduciaincondizionata. Questo modo di porre il problema faceva passare in seconda linea le questioni sullaverità, la ragionevolezza e la struttura della fede (analisi della fede). L'interesse per tali problemi, però,riaffiorò ben presto in Melantone e Calvino. Il Concilio di Trento non accettò la concezione puramentefiduciale della fede, ma ribadì la rilevanza dell'assenso della mente e della ragione alla rivelazione.Tale assenso indica il pieno orientamento dell'uomo a Dio e trova compimento nella speranza e carità,parti integranti della giustificazione 16 . Quindi, la visione protestante sottolineava la fede come atto difiducia e di abbandono a Dio. La concezione cattolica, sottolineava, invece, l'assenso della mente aicontenuti o articoli di fede, rimarcando l'aspetto intellettuale e, insieme, anche la funzione della Chiesadocente 17 . Si trattava di accentuazioni diverse di elementi non esclusivi, ma complementari, che leaccese polemiche del tempo impedirono di vedere.La concezione protestante sottolineava l'incontro personale e fiduciale, in sé giusto, ma che resoesclusivo, poteva portare al soggettivismo, come poi avvenne. La posizione cattolica sottolineaval'oggettività dei contenuti, la mediazione essenziale del magistero, la componente dell'assenso dellavolontà e dei contenuti concettuali. Anche questi punti, del tutto legittimi, se accentuatiunilateralmente possono aumentare l'aspetto impersonale e l'impressione che la fede riguardi,anzitutto, la conoscenza e l'arricchimento del sapere. Anche questo avvenne. Si trattava, dunque diritrovare insieme il giusto equilibrio e l'adeguata valorizzazione comune dei due aspetticomplementari: credo in te e credo te. Il che sta avvenendo ora (ecumenismo).5. Epoca modernaL'epoca moderna fu segnata da cambiamenti di vastissima portata, sovente drammatici, in ognicampo della vita, della storia e della cultura. Ciò avvenne, soprattutto, in Occidente ed Europa, macondizionò ampiamente ogni altra cultura e continente. Basti pensare alle guerre per l'egemonia delle14 In Io., 4, lect. 5.15 ET, 361.16 ET, 361-362.17 F. Ardusso, Fede" (l'atto di), DTI, II, 180.29

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