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Teologia fondamentale I

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fede, anche il futuro della speranza 10 . Le difficoltà per descrivere questi aspetti sono già notevoli nellinguaggio abituale. In quello filosofico aumentano ancora. Lo prova il fatto che non si è ancoratrovato un concetto filosofico di fede, comunemente condiviso e accettato. Nella filosofia moderna talidifficoltà sono divenute massime. L'illuminismo, proponendosi l'ideale di un sapere colto (savoir dessavants, Wissen als gelehrte Erkenntnis), fornito di tutti gli strumenti logici e argomenti di prova 11 ,introdusse la pretesa, illusoria, di una conoscenza matematica e di un'autocertificazione assolutadell'oggettività. Così, diede luogo all'ideologia scientista della scienza come norma unica e ideale delpensiero 12 .5. Contesto antropologico e spirituale della fedeQueste pretese, unite all'illusione di poter elaborare un sapere certo e compiuto, fecero sempre piùmisconoscere, e poi negare, l'autentica dimensione (spirituale) della fede. Pertanto, nei secoli XVII eXVIII, le critiche mosse alla Chiesa e alla Rivelazione aumentarono ancora la radicalizzazionerazionalistica del termine, come fede filosofica e fede nella ragione, elevate a fondamento di ognifilosofare e di una morale pienamente terrena e secolare 13 . Questo declino del concetto spiegal'impegno di Kierkegaard per rivalutare la comprensione cattolica della fede e le ragioni per cuiJaspers, tentando di porre la fede filosofica a fondamento di ogni autentico filosofare, incontrò moltedifficoltà e contraddizioni. Nei vari secoli, le diverse interpretazioni e i tentativi di sviluppare unconcetto di fede utilizzabile sia in filosofia che in teologia, ne misero sempre più in luce il profondolegame con la visione biblico-cristiana. Del resto, la teologia deve rimanere consapevole che anche iprofeti dell'Antico Testamento mettevano in guardia da credulità, false sicurezze e facili illusioni (diessere o potere mettersi facilmente al sicuro). Perciò, nella prospettiva e dimensione teologica, la fededeve sempre riportare al centro del problema la decisione insuperabile e ultima, che coinvolge tutta lapersona, di riconoscere Dio come primo fondamento e fine ultimo della propria esistenza. Essa attuaun nuovo e <strong>fondamentale</strong> modo di essere, indissociabile da una precisa conoscenza di Dio.Nel Nuovo Testamento, la fede è la presenza attiva della potenza divina (virtù teologale) cheesprime la presenza attuale della salvezza e anticipa la piena salvezza futura. Perciò abbraccia:spiritualità, razionalità, speranza, ascolto, obbedienza, visione, confessione, attività (prassi) ecc. Ditutto questo, solo Dio, che non può ingannarsi né ingannare, può essere contenuto e testimone 14 .Questa visione evidenzia il riduzionismo che, dal secolo XVIII, ha inficiato un termine, estrapolato dalproprio contesto religioso e soprannaturale e abbassato al livello di mero sentimento naturale, riferito arealtà effimere, contingenti, intramondane e terrene (fede in se stessi, nel capo, in un'ideologia,nell'umanità ecc.). Aver fede, credere, comprendere vanno sempre collocati nel loro contesto autenticoe originario. Solo allora è possibile vedere come la fede potenzia al massimo lo spirito umano,esaltandone il coraggio, lo spirito critico, la sete di conoscenza e di verità, la ricchezza di un assensoche coinvolge anche la volontà e l'intera personalità, perché fondato, costruito, e sempre rinnovato, suun intenso e dinamico rapporto da persona a persona. Partendo da questa autenticità antropologica, ilcredente riconosce nella fede una realtà vera e buona, una sintesi di conoscere, volere e amare.Riconosce pure che ogni tentativo di ridurla a mera conoscenza naturale o sapere razionale, per quantoperfetti, la snatura totalmente. Lo stesso dicasi del misurare totalmente la fede con i criteri riduttividella mera ragione.Già il pensiero cristiano patristico e medievale, contestando la validità di un sapere puramenteumano, separato dall'ultimo fine della vita, elevava la fede e la sua dottrina a contemplazione del10 M. Buber, Zwei Glaubenweisen, Zürich 1950; Lehmann, "Fede", 748-749; L. Malevez, Pour unethéologie de la foi, Paris-Bruges 1969.11 "Sapere", Dizionario delle idee, 1033.12 G. Gismondi, Fede e cultura scientifica, Bologna 1993.13 E. Castelli (a cura), Mythe et foi, Paris 1966; Lehmann, "Fede", 749-751.14 G.G. Hardy, "The Metaphysical Function of the Act of Faith", in Akten des XIV Kongress fürPhilosophie, Wien 1969, II, 507-511; Lehmann, "Fede", 751-752.58

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