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Teologia fondamentale I

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sperimentato e reale che ci disgusta e angoscia. E tale disgusto avviene in nome di un "umano"ultrastorico, invisibile, non sperimentato e irreale, che tuttavia non ci è alieno o estraneo e dal quale siè e ci si sente fortemente attratti. Qui sta il cuore di un'insanabile contraddizione. Se questo "altroumano" è illusione, proiezione, alienazione ecc., come pretese la modernità, resta da spiegare perchél'umanità non ne se sia mai liberata, ma ne sia sempre accompagnata, in modo così profondo,universale e decisivo. Se non è illusione, e tale non è, ci troviamo di fronte a un mistero insondabiledell'uomo.6.2. Alienazione e fedeSe esaminiamo la storia, le culture e le religioni, troviamo solo un uomo non alienato e nonalienante, che non è un mito, ma un modello proposto concretamente all'umanità, omologandosi alquale non ci si aliena. Si tratta di Gesù di Nazaret, il Cristo. Egli, veramente e pienamente uomo,richiama e ricollega ogni realtà a sé e al Padre, di cui si dichiara il Figlio Unigenito. Questo Padre èDio ed egli stesso è Dio. Per questo risolve con autorità i problemi insoluti dalle precedenti tradizionied esperienze religiose. In lui, adeguarsi e omologarsi a Dio non produce timore, sgomento,smarrimento, ma pace profonda e intima gioia. Quindi nessuna alienazione o estraneazione. Il solopensiero del suo allontanamento suscita nei suoi discepoli e seguaci, uomini normali, una profondatristezza e nostalgia. La nostalgia, come desiderio intenso e doloroso di persone, realtà, cose, tempi eluoghi, cui ritornare, e situazioni vissute, che si vorrebbe rivivere, va inserita in questo contestoantropologico. Comprensibile nei confronti del già attuato, vissuto e sperimentato, lo è assai menoverso realtà non vissute né sperimentate. Anch'essa, quindi, appare misteriosa o incomprensibile.Tuttavia, esplorata in profondità, si manifesta anch'essa come esigenza o invocazione di pienezza, diassoluto e infinito, di appagamento, di verità, bontà totale e amore, di comprensione e comunicabilitàtotale (comprendere ed essere compreso totalmente), di valorizzazione (essere apprezzato e apprezzaretotalmente), senza limiti d'intensità né di tempo.Nulla nell'universo, nel tempo, nel mondo e nessuno nell'umanità può dare questo, né autorizza avolerlo o anche soltanto pensarlo. Tuttavia, per l'uomo è il "sentire" più diffuso, stabile e comune intutti i tempi e tutte le culture. Comunque lo si chiami: stato d'animo, profondo, inconscio o conscio,aspirazione, convinzione, attesa, ecc., anche questa, è una "spia", indice di una realtà invisibile, di unadimensione ulteriore, che incombe su di noi, più reale e più forte di noi. Poiché si tratta di esperienzeintensamente personali, si spiegano e comprendono solo in una dimensione e contesto personali. Nonriguardano, però la personalità unidimensionale limitata, che conosciamo e sperimentiamo così bene innoi stessi e negli altri. Esigono persona e personalità che superino questi limiti, contingenze e finitezzeche alienano. Rinunciarvi, però, è rinunciare a noi stessi, alla nostra felicità, alla nostra vita. Tutto ciòè possibile solo a una persona, che trascenda totalmente e infinitamente l'uomo. Perciò il superamentodefinitivo della nostra alienazione irriducibile, estraneità radicale e inguaribile nostalgia, è nellaconformità, corrispondenza, comunione alla fonte reale delle aspirazioni, non illusorie ma ontologiche,essenziali. Ciò è quello che i credenti chiamano Dio. Essi, però, sono i primi a rendersi conto che talefonte reale esige garanzia e certezza. Che l'esigenza e aspirazione di corrispondenza e comunione siaveramente possibile e non illusoria. Vogliono riscontri attendibili. E anche qui la risposta vienedall'annuncio su Gesù il Cristo, Via, Verità, Vita.7. Storia e storicitàNella storia, come nella cultura, ogni uomo nasce, si sviluppa, si fa e contribuisce al divenire suo edell'umanità. Perciò storia e cultura sono una dimensione <strong>fondamentale</strong>, conglobante, esclusiva especifica dell'uomo. Qui ci soffermiamo sulla storia, come impresa comune e unificante di tuttal'umanità, scoperta e creazione del nuovo. In questo senso è una delle opere più espressive dell'uomo.La sua scoperta è recente, perché la storia, nel suo divenire, per rivelarsi, deve farsi ed essere fatta.Sulla storicità dell'uomo si può riflettere solo a partire dal divenire storico, perché l'avvenire nonancora accaduto non può essere punto di partenza, od oggetto della ricerca del senso ultimo dellastoria. Perciò, dobbiamo analizzare il divenire della storia, per delinearne l'avvenire ultimo e ciò rendeil problema non soltanto storico, ma pure escatologico. Non riguarda, infatti, solo il futuro dei singoli,ma quello dell'umanità e del mondo. Naturalmente, il divenire cosmico riguarda solo la trasformazionedella natura, mediante i processi studiati dalle scienze. Il divenire storico, invece, riguarda l'uomo e la36

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